Comitato editoriale

Il know how della Don Gnocchi per l’ospedale 4.0

La Fondazione fa parte di ARTES 4.0, uno dei Centri di Competenza voluti dal Mise. Maria Chiara Carrozza: «Siamo un attore attivo nello scenario industriale ed economico italiano nell’ambito della salute umana e possiamo portare un contributo molto importante in tema di innovazioni nella sanità e nella riabilitazione in particolare, che ha bisogno quanto le imprese di una virata verso il 4.0»

di Sara De Carli

Si chiama ARTES 4.0, ha che fare con la robotica e le tecnologie digitali abilitanti, con particolare attenzione per i temi dell’ospedale 4.0, della sicurezza sul lavoro e della tutela della salute dei lavoratori, come prevenzione, assistenza e riabilitazione. È uno dei Centri di Competenza nati dal Piano nazionale Impresa 4.0 promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico. Tra i soci fondatori (35, fra cui 13 Università ed enti di ricerca, l’INAIL, 5 grandi imprese e 5 fondazioni ed enti del Terzo Settore) c’è la Fondazione Don Gnocchi, che insieme al Campus Biomedico di Roma sono gli unici due enti dell’associazione ad operare nell’ambito del Sistema Sanitario con strutture assistenziali. Maria Chiara Carrozza, bioingegnere, ex ministro all’Istruzione, ex rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è il direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.

Professoressa, che cos'è ARTES 4.0 e qual è il suo obiettivo?
​ARTES 4.0 (Advanced Robotics and enabling digital Technologies & Systems 4.0) è il Centro di Competenza nato nell’ambito del Piano nazionale Industria 4.0 promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico. Ha sede a Pontedera (Pisa) ed è coordinato dalla Scuola Superiore S. Anna di Pisa. Opererà prevalentemente nell’Italia Centrale, a supporto soprattutto delle Piccole e Medie Imprese, nei loro processi di sviluppo tecnologico, nei campi della robotica avanzata e delle tecnologie digitali abilitanti, anche attraverso programmi di orientamento e formazione. Tra i soci fondatori ci sono Università, Centri di ricerca, imprese ed enti del Terzo Settore, come la Fondazione Don Gnocchi.

Perché la Fondazione Don Gnocchi aderisce?
La Fondazione Don Gnocchi, che ha un’esperienza pluridecennale in ambito riabilitativo, è sempre stata aperta alle tecnologie più innovative. E oggi, sempre più, la robotica è un settore che può giocare un ruolo ad alto impatto nella riabilitazione e nell’assistenza. Inoltre, la Fondazione è un attore attivo nello scenario industriale ed anche economico italiano nell’ambito della salute umana e può quindi portare un contributo molto importante in tema di innovazioni nella sanità e nella riabilitazione in particolare. Siamo quindi pronti non solo a mettere a disposizione questo know how, ma a partecipare attivamente a progetti in collaborazione con Università, enti di ricerca ed anche soggetti economici, per portare soluzioni nuove, per la sanità del domani e per erogare servizi sempre più efficaci ed efficienti. Uno dei progetti di cui ci occuperemo sarà l’ospedale 4.0.

La Fondazione metterà a disposizione professionalità cliniche e dotazione strumentale, con particolare riferimento ad esempio ai laboratori per l’analisi del movimento, per offrire servizi e consulenze a soggetti industriali: con quale fine?
Non siamo nuovi a collaborazioni con il mondo delle imprese; è già capitato di mettere a servizio le nostre competenze medico-riabilitative e i nostri strumenti più avanzati per offrire consulenze a soggetti industriali nello sviluppo ad esempio di apparecchiature elettromedicali. Il nostro campo d’azione è studiare il movimento umano, allo scopo di prevenire possibili infortuni, traumi, o malattie professionali. Parliamo quindi di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, un tema non nuovo, ma sempre di attualità.

La vision di questo Competence Center è quella di realizzare un modello di trasferimento tecnologico al passo con i tempi sulla robotica avanzata. Fondazione Don Gnocchi e Campus Biomedico di Roma sono gli unici due enti dell’associazione che operano nell’ambito del Sistema Sanitario con strutture assistenziali. Qual è lo specifico apporto che porterete?
Entrambi lavoriamo nello sviluppo di nuove tecnologie e utilizziamo dispositivi robotici, Fondazione Don Gnocchi in particolare in ambito riabilitativo. Siamo stati protagonisti di studi che dimostrano l’efficacia dell’intervento tecnologico, sapientemente guidato dall’esperienza e competenza del terapista. C’è ancora molta strada da fare per l’applicazione di dispositivi robotici e sappiamo che gli sviluppo potranno essere ancora più sorprendenti. Inoltre, anche la sanità ha bisogno, insieme al mondo delle imprese, di una “virata” verso i temi “4.0”, ovvero di una maggiore automazione, informatizzazione, avanzamento tecnologico, senza mai perdere di vista la componente umana, l’umanizzazione delle cure. Anche in questo caso sapremo portare un contributo molto incisivo per un modello di ospedale 4.0.