Welfare
Il futuro di Mirasole? L’abbazia della Solidarietà
Assegnato martedì 24 maggio, il bando lanciato da Fondazione Sviluppo Ca' Granda. A vincerlo Progetto Arca e Arché che nel complesso abbaziale realizzeranno l'accoglienza di mamme con bambini in stato di fragilità e una comunità di famiglie "accoglienti, formazione e inserimento lavorativo. Per Sinigallia (Arca) «Una bella sfida» e per padre Bettoni (Arché) «È l’ora di rimboccarci le maniche: il welfare del futuro è accoglienza, spiritualità e lavoro»
La sua storia si perde indietro nei secoli ma gli anni e le vicissitudini storiche non le impediranno di risorgere a vita nuova. Al centro dell’attenzione è infatti l’Abbazia di Mirasole, da poco più di due secoli di proprietà del Policlinico di Milano (era il 1797 e ad assegnarla fu Napoleone), che sta per rinascere come Abbazia della solidarietà. Il complesso abbaziale (Mirasole era sorta come Cascina-Abbazia nella prima metà del XIII secolo ed era tenuta dall’ordine degli Umiliati, soppresso a fine 1500) è stato infatti aggiudicato, grazie a un bando di locazione promosso dalla Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, al progetto presentato da Fondazione Progetto Arca e Fondazione Arché (ente capofila del progetto) che con la cooperativa Vintage e l’impresa sociale Progetto Mirasole la gestiranno per i prossimi 30 anni.
L’Abbazia è stata rilanciata negli anni Ottanta, nel 2013 vi si insediò il Priorato Premostratense che ha permesso la rinascita civile, culturale e religiosa del luogo, dopo un secolo in cui era stato per lo più disabitato. Ora dopo la rinuncia del Priorato e con questa assegnazione a Fondazione Arca e Fondazione Arché, l’Abbazia di Mirasole diventerà un luogo del welfare. Il progetto presentato prevede che nel complesso abbaziale si insedino tre comunità.
Ci saranno nuclei di mamma-bambino con fragilità sociali e relazionali; alcune famiglie che faciliteranno il percorso educativo rivolto alle madri accolte e faranno accoglienza, infine, un piccolo nucleo di sacerdoti che consentirà non solo le celebrazioni religiose quotidiane, ma anche la promozione di iniziative di studio e di formazione sui temi della fragilità, della marginalità e del welfare.
Previsti sempre a Mirasole progetti di formazione professionale e di inserimento lavorativo rivolti sia alle persone fragili ospitate sia alla cittadinanza in generale. Previste per questo obiettivo alcune attività come: cucina industriale e lavanderia industriale a favore di famiglie del territorio in condizioni di emergenza sociale, comunità, refettori e mense. Il progetto prevede l’apertura di un bar caffetteria, assente sia nel perimetro abbaziale, sia nel circondario; catering e banqueting; falegnameria, tessitura, ciclo-officina; apertura di una bottega per commercializzare i prodotti realizzati in abbazia. Mirasole sarà aperta tutto il giorno.
In accordo con le istituzioni territoriali e le realtà di volontariato già legate all’abbazia, saranno accolte e organizzate mostre, concerti, incontri culturali e visite guidate.
Soddisfazione e un po' di timore, sono i primi sentimenti espressi da Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca che aggiunge «È una bella sfida, anche perché questo non sarà un centro di accoglienza come quelli che già abbiamo, ma vorremmo diventasse soprattutto un luogo di formazione lavorativa e sviluppo di integrazione. Il nostro obiettivo è quello di dare lavoro a decine di persone. Con Arché ci sarà il sostegno ai nuclei mamme con bambini e le famiglie che faranno accoglienza». Sinigallia guarda al futuro con ottimismo «punteremo anche all'agricoltura biologica e cercheremo di realizzare qualcosa anche a contrasto della disperesione scolastica».
Insomma l'abbazia che, come tante nel Medio Evo, era stata ai suoi albori un centro di sviluppo e di vita, ritorna ora alla sua vocazione sociale. E padre Giuseppe Bettoni, presidente di Fondazione Arché si inserisce in questa staoria che è anche il percorso di Arché, quando osserva che a Mirasole saranno proposte «accoglienza e welfare di comunità, in piena continuità con la nostra storia: una comunità di mamme e bambini, una comunità di religiosi e alcune famiglie “accoglienti” che vivranno un’esperienza di fraternità. L’affiancamento delle mamme sarà duplice: oltre all’accompagnamento educativo le inseriremo in un percorso di avviamento al lavoro». Per Bettoni e per Arché lo spazio dell'Abbazia «è terreno per continuare a coltivare la nostra mission, facendo dialogare la finalità sociale dei nostri progetti con la vocazione spirituale del luogo. È l’ora di rimboccarci le maniche: il welfare del futuro è accoglienza, spiritualità e lavoro».
Il business plan presentato dalle due fondazioni – illustra un comunicato – impegna a investimenti per 3,4 milioni di euro, di cui 2,7 milioni per il piano di manutenzione, cui si aggiungono 255mila complessivi per il canone di affitto.
In una nota diffusa da Fondazione Sviluppo Ca’ Granda il nuovo presidente dell’ospedale Marco Giachetti si dice onorato di «aver lavorato perché restasse viva la straordinaria storia dell’abbazia di Mirasole».
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