Famiglia

Stop alla Bossi Fini: viola i trattati internazionali

E' quanto e' emerso dalle audizioni alla commisione Affari costituzionali della Camera. Il problema riguarda l'azione delle navi contro i clandestini

di Gabriella Meroni

Nuova grana per il disegno di legge Fini-Bossi sull’immigrazione. Il testo infatti non rispetta gli accordi internazionali negli articoli che attribuiscono alle nostre navi i poteri di intercettare le imbarcazioni che compiono il traffico di migranti. E’ quanto e’ emerso dalle audizioni alla commisione Affari costituzionali della Camera della Guardia di Finanza, della Marina Militare e del corpo delle Capitanerie di porto. Audizioni nelle quali e’ stato sollevato il pericolo che le nostre navi siano accusate di ”pirateria” internazionale, con conseguente necessita’ di cambiare alcune norme della legge per non violare le norme internazionali. Una delle norma della Fini-Bossi attribuisce una serie di poteri alle navi italiane, sia della Marina Militare sia della Finanza, con compiti di intercettare i gommoni e le navi di trafficanti di clandestini. In un comma si parla del potere di fermare i natanti sospetti e di condurli in un porto italiano se sono intercettate ”nel mare territoriale o nella zona contigua”. Un altro comma prevede interventi in acque internazionali contro navi sospette, anche di altri Stati, o senza bandiera o che battano una bandiera di convenienza. Tali norme pero’ violano il Trattato di Montego Bay, del 1982 in due punti. Innanzi tutto il Trattato prevede che uno Stato, oltre le 12 miglia delle acque territoriali, possa effettivamente estendere la propria sovranita’ a una ”zona contigua”, di altre 12 miglia. Il problema pero’ e’ che l’Italia non ha mai ”perimetrato” questa zona e quindi essa e’ a tutti gli effetti come le acque internazionali. Il generale Vincenzo Suppa, capo del III Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, ha invitato il governo a ”delimitare” questa zona, ma il comandante generale delleCapitanerie di porto, Eugenio Sicurezza, ha sottolineato che definire tale zona potrebbe ”non convenire laddove esistano interessi di pesca contrapposti con paesi molto vicini, come ad esempio la Tunisia e i paesi che si affacciano sull’Adriatico”. Ma sono proprio i tratti di mare da cui affluiscono i trafficanti di clandestini. L’altro elemento, piu’ importante, e’ che il Trattato di Montego Bay vieta di intercettare in acque internazionali navi battenti altra bandiera a meno che esse compiano una tratta di schiavi o in caso di ”acclarata pirateria”. Purtroppo, ha ricordato l’ammiraglio Francesco Ricci, sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, ”nessuna norma di diritto internazionale vigente, ne’ pattizia, ne’ consuetudinaria, qualifica come illecito internazionale il traffico e il trasporto illegale di immigrati”.


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