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Seawatch, dopo lo sbarco non si separino le famiglie

Con l’ok allo sbarco a Malta, grazie il raggiungimento di un accordo europeo per la ridistribuzione dei 49 migranti, la responsabile Programmi e Advocacy di Sos Villaggi dei Bambini Samantha Tedesco osserva che occorre tenere conto del «superiore Interesse dei bambini» e che quindi «vengano garantiti unità e supporto ai nuclei familiari»

di Antonietta Nembri

Già prima della soluzione raggiunta in queste ore per i 49 migranti a bordo delle navi SeaWatch e SeaEye Sos Villaggi dei Bambini si era espressa dicendo di incoraggiare e accogliere con soddisfazione la volontà del governo italiano di mantenere uniti alle proprie mamme e ai propri papà i bambini a bordo delle navi delle due ong.

L’organizzazione sottolineava come “la disgregazione del nucleo famigliare, separando dal padre la mamma con i propri bambini, compromette fortemente la già difficile situazione di una famiglia migrante: una donna sola in un Paese straniero e con a carico dei figli piccoli è a maggiore rischio di emarginazione e sfruttamento e nel lungo periodo potrebbe comportare la separazione dei figli dalla propria madre causando un ulteriore trauma per i bambini. Ipotizzare a distanza di tempo un ricongiungimento famigliare con i propri padri significa avviare un processo lungo, difficile e incerto, che comporta anche l’impiego di risorse economiche e sociale ingenti”.

Ora che il premier maltese Joseph Muscat ha annunciato il via libera all'accordo europeo sui migranti delle navi delle ong SeaWatch e SeaEye Samantha Tedesco, responsabile Programmi e Advocacy di Sos Villaggi dei Bambini esprimendo la soddisfazione per la risoluzione della vicenda che «finalmente pone fine a un lungo periodo di sofferenza fisica e psicologica di bambini e adulti», commenta: «È fondamentale che la distribuzione delle 49 persone tra i Paesi europei, tenga conto del Superiore Interesse dei bambini e quindi vengano garantiti unità e supporto ai nuclei familiari. Come Sos Villaggi dei Bambini operiamo in diversi Paesi perché le famiglie non vengano disgregate e vengano rimossi i fattori che portano alla separazione dei bambini dai propri familiari e anche in questa situazione chiediamo con forza condizioni di accoglienza adeguate che non compromettano l’unità delle famiglie che hanno affrontato con coraggio e sofferenza quasi 20 giorni di mare aperto. La dignità dell’uomo e la tutela dei bambini vengono prima di qualsiasi altra esigenza».

Del resto, Sos Villaggi dei Bambini da sempre aiuta i bambini sfollati nei Paesi di origine e quelli che affrontano soli il lungo viaggio verso l’Europa, fornendo assistenza e protezione ai bambini senza cure parentali in 135 Paesi di tutto il mondo. “Il nostro compito – ricorda l’organizzazione – è quello di aiutare le famiglie a restare unite o a riunirsi quando i bambini vengono separati dai propri genitori”.

In apertura immagine da @SeaWatchItaly

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