Internet ha cambiato la vita di molti. E lo ha fatto con una velocità e un?invasività senza precedenti. Lo ha fatto anche grazie alla posizione monopolistica di alcune aziende come Microsoft che hanno guadagnato, anno dopo anno, fette di mercato e di consumatori. Reinvestendo a loro volta in promozione e ricerca. Tuttavia da qualche anno si sono affacciate sul mercato alternative. Oltre ad Apple, (sturielèt a parte), Gnu/Linux, o più semplicemente Linux, ha dimostrato di poter competere e offrire ciò che Windows (Microsoft) non poteva: stabilità da una parte e gratuità dall?altra. Il fatto poi che PC Magazine di aprile dedichi la copertina a ?Windows e Linux? con uno speciale dedicato al Pinguino magico, aggiunge e conferma l?importanza di quest?alternativa a Windows. Se però l?ultimo sistema di Microsoft Xp in quanto a stabilità non è da meno, rimarrebbe il nodo della gratuità di Linux. E perché sviluppato essenzialmente da volontari (quindi a costi zero) e perché è gratuito. Ora, non è del tutto corretto dire che Linux è gratuito, perché per quanto poco, costa. Ma è libero (è libero da licenze costose e restrittive) ed è open source (cioè di Linux conosciamo, o si può conoscere, tutto fin nei dettagli). Detto ciò, Linux è cresciuto puntando sì sulle debolezze di Windows, ma essenzialmente perché portatore di un?idea secondo cui non è giusto il monopolio. Lo dimostra la nuova legge in discussione in Parlamento che non a caso reca il titolo ?Norme in materia di pluralismo informatico? e che invita la pubblica amministrazione a utilizzare software libero. Perché? Provate a immaginare se la nostra anagrafe fosse conservata non presso uffici pubblici, ma in un?azienda privata. Misconoscendone tutti gli anfratti tecnologici potrebbe mettere a rischio la nostra privacy. Ecco quello che succede quando lo Stato usa Microsoft invece che software libero.
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