Leggi
Tempo di dichiarazione dei redditi. Ma cos’è il 2 per mille per il non profit?
All’elenco da quest’anno, dopo gli ormai tradizionali 8 e 5 per mille e all’altro 2 per mille, quello ai partiti, si aggiunge il 2 per mille da devolvere alle realtà non profit impegnate a diverso titolo nella valorizzazione e nella promozione della cultura. Un vademecum in 10 domande
di Redazione
Tempo di dichiarazione dei redditi, tempo di “per mille”. All’elenco da quest’anno dopo gli ormai tradizionali 8 e 5 per mille e all’altro 2 per mille, quello ai partiti, si aggiunge il 2 per mille per la prima volta i contribuenti italiani possono devolvere alle realtà non profit impegnate a diverso titolo nella valorizzazione e nella promozione della cultura. In questi giorni ci sono arrivate diverse richieste di chiarimenti. Ecco dunque un agile vademecum ad uso e consumo dei contribuenti. Dieci domande e dieci risposte.
- Quanto costa? Nulla. Il 2 per mille, così gli altri “per mille”, destina una quota dell’ imposta sul reddito che comunque avrebbe dovuto versare nelle casse pubbliche
- Come si versa? Compilando la dichiarazione dei redditi (qui il modello 730, vd all’ultima casella) basta indicare il codice fiscale dell’associazione prescelta.
- Posso versare se non faccio la dichiarazione dei redditi? Sì. I contribuenti che sono esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi possono versare il due per mille mediante la compilazione di un’apposita scheda approvata dall’Agenzia delle Entrate e allegata ai modelli di dichiarazione.
- Dove trovo l’elenco dei beneficiari? Gli enti accreditati sono poco più di 1.300. Qui trovate l’elenco completo.
- Cosa succede se indico un codice fiscale errato? Gli importi relativi alle scelte prive di indicazione del codice fiscale o con un’indicazione errata o riferibile ad un soggetto non inserito negli elenchi, verranno ripartiti in proporzione al numero complessivo delle scelte ottenute da ciascuna associazione con indicazione del codice fiscale.
- Se verso il 2 per mille ai partiti lo posso versare anche alla cultura? Assolutamente sì. Otto, cinque e i due per mille (politica e cultura) non sono alternativi fra loro. L’opzione per uno, non preclude quella per l’altro.
- Quanti beneficiari posso indicare? Uno e uno soltanto, pena la nullità della scelta fatta.
- Gli enti beneficiari devono rendicontare l’utilizzo dei fondi ottenuti? Sì. Entro un anno dalla ricezione degli importi i beneficiari sono tenuti a redigere un apposito e separato rendiconto dal quale risulti, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente la destinazione delle somme ad essi attribuite. L’amministrazione competente è il ministero dei Beni culturali
- Fra gli enti beneficiari ci sono anche Fondazioni? No. Le Fondazioni sono state escluse dagli elenchi. in alcuni casi però sono potute rientrare grazie alle associazioni “degli amici”, com’è il caso dei musei milanesi Brera, Poldi Pezzoli, Bagatti Valsecchi e della Raccolta Bertarelli.
- Quali sono le norme di riferimento? Il Dpcm 21 marzo 2016 (Disciplina dei criteri per la destinazione del due per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di associazioni culturali) e l’articolo 1 della legge 208 del 28/12/2015 (legge di Stabilità 2016)
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.