Famiglia
A 12 anni, in serie Zeta.
Lo scorso anno erano più di 3 mila i bambini extracomunitari sotto quest' età tesserati nelle società di calcio. Ognuno costa 300mila lire al procuratore.
La tratta dei baby calciatori è un fenomeno vasto, sotterraneo e reale. I dati non solo confermano quanto scritto da ?Vita? nel numero scorso: la realtà del baby-calcio più o meno clandestino è di gran lunga superiore ai numeri ufficiali, visto che all?appello del settore giovanile della Federazione gioco calcio mancano i dati della Campania e Basilicata, che amplierebbero il quadro già inquietante. Sarebbero, quindi, almeno settemila i ragazzini extracomunitari importati sui nostri campi di periferia. Buttati nella mischia fin dalla più tenera età da procuratori senza scrupoli, i baby calciatori extracomunitari che solcano i campi di calcio tra i 6 e i 16 anni sono ufficialmente 5282 dei quali 3013 quelli dai 6 ai 12 anni. Un dato preoccupante se si pensa che almeno il 50% di questi bambini hanno un?età tra gli 8 e i 10 anni. La stessa età hanno anche 16 talenti già tesserati presso società di calcio di serie A, mentre sono 4450 ragazzi extracomunitari di età inferiore ai 14 anni.
I dati delineano un quadro preoccupante di una realtà sulla quale inspiegabilmente si registra il silenzio di Giovanna Melandri, ministro dei Beni Culturali e dello Sport. In Francia, invece, è in corso un?inchiesta ministeriale voluta proprio dalla coraggiosa Buffet, responsabile governativa dello Sport d?Oltralpe. Sì, perché la tratta dei piccoli calciatori non riguarda solo l?Italia, ma ha dimensioni europee, per questo sarebbe necessario un coordinamento tra i ministri dello sport dell?Ue per fronteggiare questa piaga. Sono infatti circa 10 mila i baby calciatori africani e brasiliani importati ogni anno dai procuratori, molti dei quali abilitati addirittura dalla Fifa. Tra i Paesi europei, il Belgio occupa una posizione di rilievo il traffico che avviene è al di fuori di qualsiasi regola e la Federazione belga di calcio lascia mano libera. Un legislazione europea arginerebbe la tratta, consentendo ai magistrati di indagare. Ma in attesa che i ministri italiani rompano il silenzio e prendano le opportune iniziative, c?è chi propone alternative che permettano una via di uscita. L?Inter l?anno scorso ha avviato una scuola calcio in Brasile, dove i ragazzi che la frequentano hanno anche la possibilità di studiare. E importanti novità arrivano anche dalla Lazio che ha deciso di intervenire in Cina: «Fino a 5 anni fa in Italia arrivava a giocare in serie A un ragazzo su 30 mila, oggi sono 1 su 50 mila. Le possibilità si sono notevolmente ristrette, chi non supera la difficile selezione vive poi situazioni di fallimento dalle quali i più non si riprendono», afferma Sergio Vatta allenatore delle squadre giovanili della Lazio e scopritore di talenti come Vieri, Cravero, Cois, Lentini, Fuser.
«Recentemente ho firmato un accordo, a nome della Lazio valido per vent?anni, con le autorità cinesi per avviare l?insegnamento del calcio nelle scuole. Sarà studiato come materia e presto invieremo allenatori, che sono prima di tutto insegnanti di educazione fisica, nella città di Quizhu nella regione del Guantong nel sud della Cina, dove saranno coinvolti inizialmente 2 mila ragazzi tra i 6 e i 16 anni. Il programma di insegnamento sarà attuato nelle scuole elementari, medie e superiori. È un?iniziativa che può essere realizzata anche da altre squadre di serie A . È un modo concreto di fronteggiare l?assalto dei procuratori che mercanteggiano bambini italiani e stranieri, proponendo loro contratti fasulli, illudendo anche i genitori. Siamo di fronte a mercanti di schiavi. Anche i ragazzi che riescono a strappare un contratto, a 14 anni percepiscono 50 milioni all?anno, più di quanto guadagna il loro papà. Economicamente il capofamiglia diventa un ragazzino».
Intanto i predatori del calcio giovanile continuano a operare indisturbati, a loro bastano 1000-1500 franchi francesi per portarsi in Italia un bambino africano di 8-10 anni nella speranza di rivenderlo a 100 milioni di franchi per diventare padroni una squadra di serie A in Africa o in Brasile. Succede.
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