Welfare

M.O. La Caritas lancia allarme umanitario

A Betlemme, distruzione dappertutto, e civili esausti.

di Redazione

Questa mattina, 15 aprile, un convoglio umanitario della Caritas si è recato a Betlemme. Il convoglio ha avuto il permesso di superare il check-point e ha portato “un po’ di sollievo a tante famiglie esauste e disperate”, spiega a Fides Claudette Habesch, Segretario Generale della Caritas Jerusalem, che ha organizzato la delegazione. Per consentire la distribuzione degli aiuti il coprifuoco è stato sospeso dalle 11.00 alle 13.00, ora locale. Agli operatori umanitari non è stato concesso di arrivare alla Chiesa della Natività, ancora circondata dall’esercito. “La situazione è davvero grave. Dappertutto c’è distruzione. Per ora il nostro aiuto consiste nel portare alla gente cibo e acqua, proprio il necessario per sopravvivere, e nel fornire agli ospedali medicine materiale sanitario. Cerchiamo di ridare speranza alla gente. Siamo vicini a quelli che soffrono, senza discriminazioni.”, ha detto a Fides la Habesch. La Caritas sta cercando di organizzare assistenza alla popolazione civile palestinese colpita dall’offensiva militare israeliana. Gli sforzi della Caritas Jerusalem e la preoccupazione degli operatori umanitari di tutto il mondo sono stati raccolti in un appello della Caritas Internationalis che si dice “sconvolta dalla spaventosa violenza degli eventi in Terra Santa”. “Siamo molto preoccupati per il pesante assalto delle città e dei campi profughi palestinesi. In tali circostanze è sempre più difficile per organizzazioni come la Caritas Jerusalem fornire medicine, vestiti, cibo ed altri prodotti di prima necessità a quanti ne hanno più bisogno, cioè donne, bambini ed anziani”. La Caritas lancia l’allarme umanitario: “Alle ambulanze viene impedito di salvare vite umane; nelle cliniche e negli ospedali palestinesi mancano medicine. Molti bambini non possono andare a scuola. Ai blocchi stradali i soldati sparano sui civili, compresi donne e bambini. La pioggia di missili lanciati dagli elicotteri scatena il terrore generale. L’esercito israeliano impedisce ai difensori dei diritti umani, israeliani e palestinesi, di compiere il loro lavoro. I giornalisti non hanno più accesso alle zone di combattimento”. La Caritas Internationalis condanna senza riserve gli attacchi contro i civili israeliani, che “danneggiano la giusta causa del popolo palestinese”. Nello stesso tempo afferma che “l’attuale operazione militare nelle zone della Palestina popolate dai civili non farà che generare più odio”, proprio quando si intravedeva un barlume di speranza, con la proposta di pace di Arabia Saudita e Lega Araba. “Finché durerà l’occupazione illegale della Palestina, non ci sarà pace”, scrive la Caritas, che sostiene “una pace giusta, basata sulla comprensione, il perdono e la riconciliazione”. Intanto l’occupazione e il blocco dei territori hanno messo in ginocchio l’economia palestinese. La Caritas ricorda: “I territori sono stati isolati, le coltivazioni agricole devastate. Aumenta il numero di famiglie che vive al di sotto della soglia di povertà”. Per questo l’organizzazione chiede l’immediata fine dell’operazione militare e l’invio di osservatori internazionali nei Territori occupati: “La loro presenza – nota il testo – avrebbe un potere di dissuasione contro la violenza e la violazione dei diritti umani”.


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