Mondo

Venezuela: così 2 volontari italiani

Dalla Guyana, scrivono due italiani per dire la loro sulle vicende del Paese sudamericano.

di Giampaolo Cerri

Dal Venezuela, due volontari italiani, Giacomo Signoroni e Federica Nassini, del Servizio di Volontariato internazionale, scrivono. Dicono la loro su golpe e contro-golpe. «Carissimi amici, rispondiamo con una lettera circolare a quanti ci hanno scritto e telefonato in queste ore. Vi preghiamo di diffondere questo messaggio a tutti gli amici, anche a quelli che non hanno un indirizzo di posta elettronica. Per prima cosa vorremmo dirvi di stare tranquilli per noi: qui in cittá non é successo quasi niente, gli scontri sono solo a Caracas, la capitale. Come quasi tutti voi sapranno questa notte c?è stato infatti un colpo di Stato ed é caduto il governo del Presidente Hugo Chávez. Un governo legittimo che è passato per 6 processi elettorali in meno di tre anni e non ha mai ottenuto meno del 60% dei consensi. Un governo che ha fatto sí molti errori, ma che consideriamo solo errori di forma, non di principio. Un governo che al clamore delle folle che esigevano mano dura, ha sempre risposto no (sará forse stato questo il suo piú grande errore?). Un governo decisamente sbilanciato verso la promozione della partecipazione popolare. Un governo che ha fermato il processo di privatizzazione delle principali imprese statali contrarrestando cosí gli effetti della globalizzazione ed é stato accusato dai media di portare il paese verso una situazione simile a quella argentina (ci domandiamo com?é possibile, visto che Chávez stava facendo quasi l?esatto contrario di quanto fatto da De La Rua). Un governo che come primo passo ha deciso di promuovere un?Assemblea Costituente che in seguito ha promulgato una nuova Costituzione, fra le piú avanzate al mondo per quanto riguarda i diritti umani. Un governo che ha lavorato e che ha riconosciuto senza vergogna la situazione di estrema povertá vissuta dall?80% della popolazione. Un governo che nei discorsi ufficiali ha sempre invitato alla calma, al dialogo ed alla pace, aggiungendo un solo piccolo particolare: ?Dove non c?è giustizia non c?é pace!? Tutte queste cose sui mezzi di comunicazione italiani non si diranno. Come non si dirá che cosa sia successo davvero l?11 aprile a Caracas. Certo si é a conoscenza del numero di morti e feriti, ma chi li ha causati? Dalle informazioni raccolte si sa solo che la marcia organizzata da chi voleva la rinuncia di Chávez si é spinta fino al palazzo del Governo, che era difeso oltre che dall?esercito, dalla gente che stava appoggiando il Presidente. Ci sono molte testimonianze che indicano che i franchi tiratori che hanno sparato sulla folla erano poliziotti in borghese della Polizia Metropolitana (un corpo che obbedisce al Sindaco Alfredo Peña, avversario di Chávez). Ma tutto questo non é dimostrabile perché ora, visto che le forze ?democratiche? che hanno incitato a questa ?presa di potere per la salvaguardia della democrazia e della libertá di espressione?, hanno il controllo di tutte le televisioni private e uno dei primi provvedimenti presi ieri sera é stato quello di oscurare il canale di stato (fino ad allora unica fonte alternativa di informazione). Per favore, vi preghiamo di non credere che questo colpo di stato sia a favore della libertá e della democrazia. Il governo caduto era stato eletto democraticamente dalla gran maggioranza della popolazione. Chi lo ha abbattuto ha potuto farlo perché contava su forti finanziamenti, anche dall?estero, sull?appoggio dei grandi imprenditori venezuelani e sul controllo totale dei mezzi di comunicazione. In tre anni di governo ?rivoluzionario? non vi é stato nessun arresto politico. Oggi, a meno di dodici ore dal colpo di stato, in una situazione inconstituzionale e senza un documento di rinuncia da parte del presidente Chávez, si sono effettuati una serie innumerevole di arresti a persone ASSOLUTAMENTE INNOCENTI, ree solo di appartenere ad un governo che cercava un cambiamento nella gestione del potere politico ed economico in Venezuela. Susana, una delle donne con cui lavoriamo nel barrio ci ha telefonato stamattina presto dicendo: ?Siamo in lutto: ormai é finita ogni speranza per i poveri?, questo é il clima che si respira, qui nei quartieri marginali, mentre a Puerto Ordaz, la zona ricca della cittá, si sta festeggiando. Domani 35 donne del nostro gruppo di Altamira avrebbero dovuto consegnare i progetti per altrettante microimprese di produzione per ottenere un piccolo credito dal Banco de la Mujer (la ?banca della donna?, uno dei tanti programmi del governo volto a dare un appoggio concreto alle iniziative di autosviluppo). Era per noi una bella esperienza in cui le persone hanno imparato a scrivere i loro piccoli progetti, senza per forza chiedere soldi a noi italiani. Ormai non c?è piú nessun Banco de la Mujer. Hermelinda, una delle collaboratrici dello SVI, ci ha invitato ad andare a fare una visita casa per casa a tutte le donne del gruppo, perché non perdano la speranza. Ci ha invitato a organizzare un corso o una qualsiasi attività per far sí che la gente non si perda d?animo. Abbiamo camminato, abbiamo incontrato persone che piangevano altre che pregavano. La gente non riesce a capire: ?Era il nostro Presidente, noi abbiamo votato per lui?. Rosa, un?altra delle donne con cui lavoriamo, ha dichiarato: ?adesso verrà la repressione, poi tornerà la corruzione piú forte di prima, noi cosa volete che facciamo? Continuiamo a lavorare per la comunità?. Abbiamo solo pochi giorni per poter almeno parlare di tutto questo con le persone che non sono cadute nella trappola della propaganda. La gente di cui meno ci si può fidare sono purtroppo molti membri attivi della Chiesa e se oggi le ricerche sono orientate ai circoli bolivariani ed alle persone con cariche politiche strategiche che non si siano giá giocate come voltagabbana, più in là potranno presentarsi controlli ramificati fino alle organizzazioni popolari in genere. Giacomo Signoroni e Federica Nassini SVI – Servizio Volontario Internazionale Volontari in servizio a Ciudad Guayana – Venezuela»


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA