Mondo
I migranti al centro del Festival dell’economia 2016
«Perché il tema dei rifugiati», ha spiegato il direttore scientifico del Festival dell’Economia, Tito Boeri, «è qualitativamente diverso da quello dell'immigrazione per motivi strettamente economici. Sono fenomeni che i Paesi di destinazione sono di solito incapaci di gestire e che stanno mettendo a dura prova la tenuta dell'Unione europea. Sarà dunque cruciale investire nelle periferie urbane».
«La geografia economica del mondo segnala una crescente concentrazione della crescita economica in relativamente poche grandi città in grado di attrarre capitale umano e di stimolare l’innovazione. La gerarchia economica non solo dei paesi, ma anche delle città è di conseguenza profondamente cambiata ed è in continua evoluzione. Ci sono molte “new entry” e molte retrocessioni nelle gerarchie urbane del mondo». Con queste parole, il Direttore scientifico del Festival dell’Economia, Tito Boeri, ha spiegato in conferenza stampa, quello che sarà la tematica di questa undicesima edizione: i “luoghi di crescita”.
Secondo Boeri lo studio della crescita economica e demografica di queste nuove realtà è fondamentale per capire non solo gli ingredienti che sono necessari per la ripresa, ma anche il loro mix ottimale e le ricette che occorre applicare se la si vuole stimolare. «L’edizione 2016 vuole studiare più a fondo il territorio, affrontando un’area riscoperta solo di recente dagli economisti: l’economia dello spazio, della geografia. Ospiteremo dunque economisti, urbanisti, demografi e sociologi esperti di processi di agglomerazione ma anche chi è coinvolto nel governo di questi territori».
La rassegna inaugura un nuovo formato (Spotlight), «che prende spunto dal lavoro dei giornalisti del Boston Globe che ha ispirato il film premio-Oscar», ha detto l’editore Giuseppe Laterza. Si tratta di tre approfondimenti (uno al giorno) su tre vicende che agitano l’attuale dibattito economico: il Fondo Atlante, di cui parlerà Alessandro Penati; il caso Mondadori-Rizzoli, con Marco Gambaro e il caso Panama Papers, di cui parlerà Vincenzo Visco.
Il Festival si aprirà giovedì 2 giugno con la conferenza del professor Enrico Moretti, economista presso l’Università della California di Berkley sui recenti mutamenti dell'economia del lavoro, che vedono la produzione industriale tradizionale spostarsi sempre più verso l'innovazione e la produzione di beni e servizi, e gli effetti che avranno sul futuro dei Paesi occidentali. Nella stessa giornata, l’indiano Kaushik Basu, Senior Vice-President della Banca Mondiale, analizzerà invece le radici della crisi e le prospettive future, soprattutto delle economie emergenti.
Il 3 giugno è atteso l’intervento di Christian Dustmann. Il professore di Economia all’Università College di Londra e Direttore del Centro per la ricerca e l’analisi delle migrazioni, in uno studio pubblicato nel 2014 nell'Economic Journal, ha dimostrato che dal 2001 gli immigrati comunitari, in particolari quelli da Francia, Germania e Italia, hanno dato un contributo positivo all’economia britannica, versando molto più in tasse di quanto abbiano ricevuto in sussidi o aiuti statali.
«Perché il tema dei rifugiati», ha ribadito Boeri, «è qualitativamente diverso da quello dell'immigrazione per motivi strettamente economici. Sono persone che devono scappare da realtà di conflitto e questi flussi avvengono in modo molto più drammatico anche per l'entità delle ondate. Sono fenomeni che i Paesi di destinazione sono di solito incapaci di gestire e che stanno mettendo a dura prova la tenuta dell'Unione europea. Sarà dunque cruciale investire nelle periferie urbane». Nel corso della manifestazione saranno presentati casi interessanti come ad esempio quello spagnolo, in cui la popolazione è cresciuta di 6 milioni, ma senza una crescita di movimenti xenofobi.
«L'Europa deve passare da un'economia liquida, che tende a favorire la corruzione come mezzo per ottenere profitti, a un'economia sociale che investa sulle persone creando posti di lavoro e qualificazione», ha detto Papa Francesco nel discorso di ringraziamento per il premio internazionale Carlo Magno 2016 che gli è stato assegnato in Vaticano. Al Festival di Trento spetterà invece a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, stimolare il pubblico con una riflessione sulla geografia della corruzione.
Sabato 4 giugno, François Villeroy ed Ignazio Visco, governatori delle Banche di Francia e d’Italia, si confronteranno invece sull'ipotesi di istituire un ministero delle finanze europeo che dovrebbe avere il compito di amministrare efficacemente i fondi europei.
«Ma affronteremo anche il dramma sociale dell’emergenza abitativa che soprattutto negli ultimi anni sta assumendo dimensioni rilevanti», ha aggiunto Boeri.
Il Festival chiuderà alle 18.30 al Teatro Sociale con la lecture di Michael Spence. Il premio Nobel 2001 in Scienze Economiche parlerà del rischio che le economie avanzate siano finite in una cosiddetta “stagnazione secolare”. La tesi, proposta da Alvin Hansen negli anni Trenta e ripresa recentemente da Laurence Summers, ex segretario del Tesoro americano durante la presidenza Clinton, sostiene che la lunga crisi che stiamo vivendo non rappresenti semplicemente un fatto congiunturale, ma diventare lo stato normale dell'economia mondiale.
Per il programma completo clicca qui
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.