Cultura
Anzaldi (PD): “Rai&Mafia, i colpevoli dove sono?”
Mai nessuna risposta è arrivata alle istituzioni e al Paese dai vertici Rai, dopo il caso Riina. Ma giovedì alla Camera ci sarà la proiezione in anteprima della fiction Rai dedicata a Felicia Impastato, la madre di Peppino, assassinato dalla mafia. Oltre al direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ci saranno le maggiori autorità istituzionali, compresi Laura Boldrini e il presidente del Senato Piero Grasso. Ma per Michele Anzaldi (PD) il caso è tutt'altro che chiuso. Lo abbiamo intervistato
di Marco Dotti
Onorevole Anzaldi, giovedì alla Camera ci sarà la proiezione in anteprima della fiction Rai dedicata a Felicia Impastato, la madre di Peppino, assassinato dalla mafia. Oltre al direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ci saranno le maggiori autorità istituzionali, compreso il presidente del Senato Piero Grasso. Quindi il caso dell’intervista a Riina può considerarsi chiuso? Lei sarà presente alla proiezione?
Non credo che sarò presente e il caso dell’intervista scandalo al figlio del boss di Cosa Nostra a “Porta a porta” è tutt’altro che concluso. Proprio in questi minuti stanno uscendo le dichiarazioni del vicepresidente della commissione Antimafia, Claudio Fava, ancora critiche con quella puntata. Chiedo, anzi, al presidente della Vigilanza Roberto Fico di sollecitare in queste ore ai vertici Rai quei chiarimenti e quell’autocritica, reclamati ancora ieri da Rita Borsellino, che non sono mai arrivati, per evitare che l’anteprima del film sulla madre di Impastato si svolga in una situazione di completo imbarazzo e ipocrisia, innanzitutto per le cariche istituzionali presenti.
Quindi lei chiede che Fico pretenda chiarimenti dalla Rai prima di giovedì. Rispetto a cosa nello specifico?
Tutta la vicenda ha mostrato, da parte della Rai, gravi deficit di comunicazione, oltre ad aver creato indignazione tra i cittadini, i familiari delle vittime di mafia e le istituzioni. Il presidente Grasso prima, la commissione Antimafia poi, con gli interventi della presidente Bindi e di parlamentari ‘esperti’ di mafia come Fava e Lumia, hanno evidenziato una serie di pesanti dubbi su quell’intervista, a partire dalla questione della liberatoria fatta firmare a Salvo Riina solo dopo l’intervista. Un trattamento di favore che non ha precedenti: la Rai ha detto che non accadrà più, ma chi può assicurarlo? Finora non risulta nessun provvedimento scritto o nessuna circolare che impongano alle redazioni l’obbligo di firmare le liberatorie perentoriamente prima di ogni intervista, in diretta e in differita. Anche dopo i Casamonica ci avevano assicurato che non sarebbe più successo, e abbiamo visto come è andata. Ma non c’è solo questo.
A cosa si riferisce?
Non sono state solo le istituzioni a sollevarsi per quella brutta pagina di tv. Molte personalità hanno esternato il proprio scetticismo, da Roberto Saviano al direttore del tg La7 Enrico Mentana, da Giovanni Impastato a Rita Borsellino, per citarne alcuni. Possibile che anche a loro la Rai non voglia dare risposte pubblicamente?
Lascia stupefatti l’atteggiamento arrogante di alcuni dirigenti che hanno difeso a testa bassa una pagina molto discutibile di tv, senza valutare nessuna delle svariate critiche che sono arrivate. Alcuni organi di informazione hanno parlato addirittura di perplessità del Quirinale. In questa situazione, nemmeno la Vigilanza, l’organo parlamentare preposto al controllo del servizio pubblico, riesce ad avere alcuna risposta.
Da giorni chiedo chi siano i responsabili della decisione di far firmare a Riina la liberatoria solo dopo l’intervista. Dalla Rai non è arrivata nessuna risposta, tanto che proprio oggi ho dovuto presentare un’interrogazione scritta, alla quale non potranno sottrarsi.
Crede che la Rai possa ancora rimediare alla figuraccia che, peraltro, ha macchiato il nome del servizio pubblico sulla stampa di mezzo mondo…
Credo che la Rai abbia il dovere quantomeno di dare un segnale concreto di aver compreso gli errori fatti. Dovrebbe farlo pubblicamente, così come dubbi e rimostranze sono state avanzate in pubblico. Sorprende che tanti direttori non abbiano ancora capito l’inopportunità di quello che è accaduto, il danno creato da un’intervista fatta male. Vengono in mente le parole di Pippo Fava: “A volte basta omettere una sola notizia e un impero finanziario si accresce di dieci miliardi; o un malefico personaggio che dovrebbe scomparire resta sull'onda; o uno scandalo che sta per scoppiare viene risucchiato al fondo".
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