Welfare

Disabili in azienda: non basta una legge.

Mancano strutture di aiuto e una cultura condivisa dalle imprese. Che considerano il collocamento obbligatorio solo un'imposizione. E anche le famiglie...

di Redazione

Un anno di lavoro per realizzare il progetto europeo Job System per l’inserimento lavorativo delle persone disabili, un anno di lavoro con un grande assente: le imprese. Partner italiano del progetto, la Fondazione don Carlo Gnocchi Onlus che, il 15 e 16 ottobre scorso, ha ospitato a Milano il convegno conclusivo nel corso del quale sono stati messi a confronti i risultati ottenuti anche dagli altri partner europei. L’Italia rappresenta un caso pressoché unico poiché si contraddistingue dagli altri Paesi per l’integrazione scolastica dei disabili e la loro successiva integrazione lavorativa nel mercato libero e non protetto. «Un mercato nel quale le imprese, però, si trovano a “subire” il collocamento obbligatorio e non hanno ancora sviluppato una cultura adeguata, una cultura che le porti ad adottare la filosofia dell’ “uomo giusto al posto giusto”», ha commentato Saverio Lorini, coordinatore del progetto per la Fondazione don Gnocchi. Il lavoro di analisi delle aspirazioni e delle modalità di ingresso al lavoro è stato quindi condotto solo su due “focus group” comprendenti genitori di disabili e disabili già avviati al lavoro. Le sorprese non sono mancate soprattutto per quanto riguarda la netta differenza di risposte rilevate, sugli stessi argomenti, dai due gruppi. Mentre per i genitori, ad esempio, il lavoro è importante soprattutto per il riconoscimento sociale, per i disabili invece il fattore economico assume una fondamentale importanza perché consente di provvedere alle proprie necessità, favorisce la maturazione individuale e l’acquisizione dell’autonomia limitando fortemente l’emarginazione. Altro punto di differenza riguarda lo “sfruttamento” della propria disabilità nella ricerca del posto di lavoro: da non considerare per i disabili, da esaltare per i genitori. Ma esiste anche un giudizio unanime, quello sulla mancanza di informazione sui dispositivi di aiuto e di accompagnamento e sulle politiche sociali per l’impiego delle persone disabili. D.R.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA