Cultura
Una parola dordine ti apre tutte le porte.
Sensori che captano la presenza nei locali, luci automatiche, computer che gestiscono gli elettrodomestici: basta la voce per avere tutto sotto controllo.
La vita domestica dei disabili è un problema che spesso si ignora, come se le barriere e le difficoltà rimanessero fuori dalla porta di casa e invece non è cosi: dopo una giornata passata a destreggiarsi fra ostacoli e barriere i disabili tornano nei loro appartamenti e si ritrovano in uno spazio irto di difficoltà. Eppure, progettare appartamenti agibili non è impossibile, basterebbe un po? di buon senso per creare ambienti spaziosi e un arredamento confortevole con pensili di cucina ad altezza regolabile e ante degli armadi a scomparsa soltanto per fare qualche esempio. Ma per invalidità gravi il solo buon senso degli architetti non basta e allora ci si affida all?elettronica o, se si vuole chiamarla con il nome appropriato, alla domotica che poi altro non è che la tecnologia applicata agli spazi domestici e che trasforma la casa in uno spazio a metà strada fra un?astronave e un parco giochi. Il cuore, o sarebbe meglio chiamarlo cervello, del sistema è una centralina elettronica gestita da un software dedicato che controlla una rete di sensori sparsi nell?appartamento grazie ai quali le principali funzioni della casa vengono automatizzate, controllata dall?utente con una tastiera o un telecomando.
I sensori che controllano l?accensione delle luci negli ambienti funzionano più o meno come gli allarmi all?interno delle automobili: a sistema inserito qualsiasi massa che entra nell?abitacolo scansionato dai sensori innesca l?allarme. Lo stesso avviene negli ambienti che, appena occupati dal disabile, si illuminano automaticamente. Sensori termici gestiscono poi la climatizzazione dell?appartamento, mentre nella cucina è presente un sensore contro le fughe di gas e la presenza di fumo. Dalla propria postazione l?utente, usando la tastiera, il telecomando oppure, per i sistemi che lo prevedono, addirittura il controllo vocale, può poi controllare l?apertura di porte, compresa quella di ingresso all?appartamento, di finestre e di tapparelle tutte mosse da motorini elettrici, avviare eventuali sistemi di mobilità presenti nell?abitazione e far funzionare gli elettrodomestici che possono essere gestiti elettronicamente come il forno a microonde, la televisione ma anche le nuove generazioni di lavatrici e lavastoviglie. La domotica ha visto poi anche lo sviluppo del già conosciuto sistema di telesoccorso, con l?utente collegato telefonicamente alla centrale operativa, nel sistema di video assistenza attivato grazie a una telecamera posta nel luogo della casa più frequentato e un collegamento telematico con la centrale.
In Francia appartamenti controllati da questi sistemi sono ormai più di diecimila mentre in Italia si moltiplicano i progetti in questo senso grazie soprattutto all?impegno di centri ospedalieri come il Sant?Anna di Ferrara. Dove è stato avviato il progetto Vita Indipendente, allestendo due appartamenti, integrati con software di gestione e controllo ambientale Domu.s Aurea, di 65 metri quadri all?interno del complesso dell?Iacp utilizzati dall?azienda ospedaliera come residence per i pazienti in cura presso il centro di riabilitazione. O come l?ospedale Morelli di Sondalo in provincia di Sondrio, che ha attrezzato un appartamento di cento metri quadri. Case intelligenti ma anche costose e forse questo è il loro solo limite: chissà quanti sono i disabili capaci di pagare più di 50 milioni per avere il loro appartamento automatizzato… speriamo molti ma giusto perché essere ottimisti non costa niente.
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