Famiglia

Borrelli, un lunghissimo addio

Ogni giorno una festa, un comitato, un saluto. Coraggio, mancano solo due giorni

di Maramao

Dunque, vediamo. Francesco Saverio Borrelli, procuratore generale ed ex procuratore capo della Procura di Milano, ha salutato, nell’ordine: i colleghi magistrati del Tribunale di Milano, i colleghi magistrati dell’ (ex) Pool Mani Pulite, gli (ex) magistrati tout court (Tonino Di Pietro in primis: annotano le cronache che i due hanno fatto pace. Seguono giubili di gioia), i giovani uditori (che faranno anche loro i magistrati, da grandi), gli anziani magistrati già in pensione o sul punto di andarci (come il procuratore capo e suo successore alla guida del pool Gerardo d’Ambrosio), il personale della Procura generale e del Tribunale di Milano tutto (comprensivo di cancellieri, personale amministrativo, segretarie, distaccamento di Polizia giudiziaria, uceri e passanti di lì per caso. Mancavano solo gli addetti alle pulizie e gli operai dei lavori di manutenzione ché – si sa – il Palazzo di Giustizia milanese è un po? come la “fabrica del Dom'”: sempre in ristrutturazione e impolverato dalle impalcature), i giornalisti della sala stampa del Palazzo di Giustizia medesimo (quelli che, ai tempi di Mani Pulite, venivano chiamati anch’essi “il pool di cronisti”), autorità e istituzioni locali (Curia ambrosiana, rettori dell’Università, sovraintendenza alla Scala) e nazionali (presidenti di altri Tribunali d’Italia, presidenti di svariate altre Corti, leaders politici, anche se nessuno del Governo), amici, fan, girotondi, comitati di ogni genere, esponenti influenti e meno della società civile. Venerdì 12 aprile, allo scoccare della mezzanotte, Borrelli va in pensione, ma sabato – essendo stato invitato alla festa della Polizia, che compie 150 anni – andrà a salutare anche le forze dell’ordine, in modo ufficiale. I “saluti” di Borrelli , dunque, sono durati una settimana intera, hanno occupato pagine e pagine di cronache politiche, giudiziarie e modaiole e registrano, tra le altre cose, una biciclettata nell’aula magna del Tribunale, una cena con duecento invitati, una colletta per un regalo come si deve, cortesemente rifiutato (“date quei soldi ai più bisognosi”, ha detto il festeggiato) e messaggi d’auguri arrivati da ogni parte del mondo, via email, via fax e – incredibile dictu – via regolare telegramma. Smentite con forza le malevoli voci su un suo prossimo ingresso in politica (“In futuro farò il pensionato, tutt’al più l’indagato, visto che vari avvocati, ministri e presidenti del Consiglio di questo governo mi hanno querelato”, ha detto), Francesco Saverio Borrelli, quindi, dopo una settimana di festeggiamento continuo, sta per andare definitivamente in pensione. Resistere, resistere, resistere. E coraggio. In fondo, mancano soltanto due giorni.


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