Formazione

Disabilità: l’Oms prepara nuovi criteri

Il nuovo sistema dirà effettivamente che cosa il disabile e' in grado di fare o non fare e quindi di che cosa ha bisogno

di Gabriella Meroni

Addiovecchie e fredde percentuali con le quali si calcolano i livelli di disabilita’: al loro posto l’Oms propone un nuovo sistema, molto piu’ complesso, ma in grado di dire effettivamente che cosa il disabile e’ in grado di fare o non fare e quindi di che cosa ha bisogno (in termini di assistenza e sussidi) o no. In questo modo, ha spiegato Antonio Guidi, sottosegretario alla Salute, se i criteri Oms venissero applicati in Italia, la lista dei disabili si potrebbe ridurre. Ma per coloro che vengono riconosciuti come tali, ci sarebbero, di conseguenza piu’ disponibilita’ di servizi e assistenza. La rivoluzione arriva con un complesso volume dell’ Organizzazione Mondiale della Sanita’, frutto di sette anni di lavori. Ne esce un sistema completamente innovativo che, assicurano gli esperti dell’Oms ma anche al ministero della Salute, sara’ anche molto piu’ rispettoso della dignita’ delle persone. Lo stato di salute non sara’ infatti piu’ solo la somma di varie disabilita’ ma una sorta di codice (dato da numerosissime variabili) capace di fotografare, ad esempio, se la persona e’ in grado di lavorare , di muoversi da solo in casa o fuori; insomma, la qualita’ della sua esistenza. In questo modo gli invalidi che hanno raggiunto alti livelli di disabilita’ con il vecchio sistema potrebbero scoprirsi piu’ ‘capaci’ di altri. La nuova classificazione internazionale del funzionamento della salute e disabilita’ (e’ questo il nome del meccanismo sintetizzato in Icf nella sigla internazionale) e’ stata studiata in 65 Stati e su 68 mila persone. Il Friuli Venezia Giulia ha fatto da capofila di questo lavoro, coordinando i 20 centri italiani che si sono messi a disposizione dell’Oms per realizzare il nuovo protocollo. Ora il meccanismo e’ pronto e la prossima settimana sara’ presentato a Trieste che fara’ da capitale a questa rivoluzione in campo socio-sanitario. Dal 17 al 20 aprile prossimo si terra’ infatti una conferenza che ospitera’ i rappresenti governativi di oltre 50 paesi. L’Oms ha calcolato che ogni anno nel mondo si perdono 500 milioni di anni di vita in buona salute a causa delle disabilita’ legate a tante malattie. Ora gli organismi sanitari si apprestano ad affrontare una nuova sfida: quella di riuscire a capire nel piu’ profondo di che cosa hanno bisogno i disabili, chi sono realmente e come possono essere aiutati. Sul meccanismo, il cui complesso funzionamento sara’ spiegato appunto a Trieste, e’ stata gia’ insediata una commissione al ministero della Salute, ha spiegato Guidi, che studiera’ in che modo il calcolo potra’ essere ‘italianizzato’ e trasferito al sistema nazionale. Ma saranno un domani (sempre che il sistema venga applicato) le regioni il braccio operativo di questa rivoluzione. Valter Santarossa, Assessore alla sanita’ del Friuli Venezia Giulia, la regione che ospitera’ il battesimo del sistema, ha riconosciuto la grande importanza dell’Icf proprio per guidare la mano della politica nell’assistenza. ”Addio quindi alle percentuali secche – ha concluso Vladimiro Kosic, presidente della consulta dei disabili del Friuli Venezia Giulia – al centro dei nuovi criteri non ci sono piu’ i tassi di mortalita’ ma la qualita’ della vita, evidenziando come sia possibile migliorare e mettendo tutte le patologie sullo stesso piano”.


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