Welfare
Riforma dei Tribunali dei Minori: parla Telefono Azzurro
Ernesto Caffo: "Unificare i tribunali in materia civile? Perchè no? Ma poniamo le condizioni per la vera tutela dei diritti dei bambini". I numeri sui tribunali dei minori
A seguito della proposta del Ministro della Giustizia Castelli di presentare un disegno di riforma delle competenze dei Tribunali dei Minori, il Telefono azzurro, la rivista giuridica Dike e l’associazione Ecap esprimono le loro valutazioni in un convegno da loro organizzato a Roma.
Negli ultimi dieci anni sono state presentate varie proposte di legge per la modifica della giustizia minorile, un’esigenza che preme a causa dall’esiguità delle norme che regolano la materia dei procedimenti civili, ma soprattutto la mancanza di omogenetà di competenze e varietà dei tribunali che spesso costringono avvocati e operatori, nonchè magistrati, ad un difficile labirinto amministrativo a tutto danno della giustizia e dei diritti del bambino.
Tra le idee guida della possibile riforma c’è la proposta del Ministro Castelli di unificare le competenze in materia di processi civili rivolti a minori ad un’unica sezione specializzata del Tribunale civile, e non più quindi frammentata tra questo e il Tribunale dei minori.
Una proposta che ha suscitato diverse posizioni da parte degli operatori sociali e di giustizia.
A suggerire questo riordino al Ministro sarebbe stato anche il confronto con la situazione europea, dove in molti paesi esistono magistrature specializzate ed autonome all’interno dei normali tribunali civili che si occupano specificamente dei diritti dei bambini e dell’infanzia.
Ernesto Caffo su tale proposta si dichiara possibilista e aperto ad una valutazione seria e non pregiudiziale. “Il vero problema – specifica il presidente del Telefono Azzurro – non è però solo riunire le competenze del tribunale dei minori e del tribunale ordinario, o formare delle sezioni specializzate . Si tenga conto che il problema alla base è il potenziamento delle strutture, la loro più alta qualificazione e una adeguata assegnazione di risorse”.
Il Telefono Azzurro, dunque, pone all’attenzione alcuni punti di miglioramnto prioritari:
– potenziare il numero dei magistrati specializzati in materia minorile e familiare , considerando che oggi i magistrati nei 29 T.M in tutt’Italia sono complessivamente 846 di cui 182 togati e 664 onorari (cioè esperti non necessarimente magistrati) . Questo significa che il rapporto tra togati e onorari è 1 a 4;
– Distribuire i giudici minori in maniera capillare sul territorio , magari creando delle “sezioni distaccate”;
– Rendere veramente efficace il rapporto tra magistratura e servizi – il che comporta anche una maggiore velocità dei procedimenti poichè troppi bambini restano troppo a lungo in strutture di accoglienza in attesa di un giudizio definitivo del loro caso – e tra servizi e utenti
– Accellerare i tempi dei processi
Inoltre, Telefono azzurro pone in rilievo il problema di un’effettiva “rappresentanza concreta dei diritti del bambino nel processo che lo riguarda.
“Il magistrato deve essere terzo, garante delle rispetto delle regole processuali ed imparziale nella decisone e non può tenere conto delle richieste delle parti. – continua Caffo – Quindi tra queste parti in causa sarà sempre più necessario prevedere una voce autorevole in rappresentanza del bambino all’interno del processo, quale l’avvocato del bambino stesso”.
Una possibilità, questa dell’avvocato difensore del minore, che nei procedimenti di adozione era stata introdotta con la precedente riforma in materia, ma che non sarebbe mai stata messa in atto. E anche su questa venuta meno della norma esistente il Telefono azzuro pone un punto di domanda.
Ma si mette anche in guardia dal non “Focalizzare l’attenzione e l’intervento solo sull’aspetto giudiziario” scelta che ” rischia di costare troppo all’intera società, così come arrivare tardi con approcci sommari non consente di affrontare efficacemente il problema dei bambini e soprattutto degli adolescenti”. Sultrattamento di questi ultimi in ambito penale, l’opinione di Telefono azzurro e di Ecap è che la proposta di prevedere pene più severe per i minori devianti tra i 16 e i 18 non può essere risolutiva; come anche sarebbe una risposta inadeguata al problema limitare la discrezionalità del giudice minorile nell’applicazione della sospensione della pena e della “messa alla prova”.
“Quando da anni si sta pensando alla possibilità di applicare in maniera più estesa la “messa alla prova” agli adulti, lascia perplessi pensare a ridurla per i ragazzi” conclude Caffo.
I dati sui tribunali dei minori:
Sono 28.148 i minori ospiti di istuti residenziali di cui il 76% per problemi familiari, relazionali, economici e abitativi;
I procedimenti sull’adottabilità del minore sono 3.797;
Le dichiarazioni di adottabilità di minori sono 1.172 . Circa il 70% rigurda minori con genitori conosciuti mentre il restante 30% da genitori ignoti;
Le domande di adozione nazionale sono 11.856;
Gli affidamenti di minori italiani sono 974;
Le adozioni nazionali sono 1.716;
Gli interventi sulla podesta dei genitori sono 10.903 , ovvero l’87% in più rispetto al 1995;
I provvedimenti sulla podestà tra genitori naturali sono 2.592, ovvero il 31% in più del 1995;
I provvedimenti di urgenza a protezione di minore sono 12.372 ovvero il 26% in più rispetto al 1995.
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