Volontariato

Dare una risposta al disagio degli adolescenti? Ora ci prova un’app

Un team di psicologi del Bambino Gesù di Roma risponde h24, sette giorni su sette, alle richieste di aiuto degli adolescenti: in voce o supervisionando una chat gestita da altri ragazzi. Otto giovani su dieci tra i 14 e i 18 anni hanno sperimentato forme più o meno gravi di disagio emotivo e al Bambino Gesù negli ultimi 6 anni il numero degli accessi al pronto soccorso per gesti autolesionistici o tentati suicidi è decuplicato. Per rispondere però servono linguaggi nuovi

di Redazione

Apatia, solitudine e senso di isolamento. Ritrarsi da un a realtà – la loro vita – che appare insignificante, fino a diventare hikikomori. Depressione e irritabilità. Abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Disturbi alimentari. Bullismo, autolesionismo, comportamenti suicidari. Sono le diverse manifestazioni di uno stesso malessere di fondo, il disagio giovanile. Secondo i dati della Società Italiana di Pediatria, otto ragazzi su dieci tra i 14 e i 18 anni hanno sperimentato forme più o meno gravi di disagio emotivo, che nel 15% dei casi è sfociato in gesti di autolesionismo.

Al Bambino Gesù negli ultimi 6 anni il numero degli accessi al pronto soccorso per gesti autolesionistici o comportamenti suicidari è decuplicato. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra gli under 20, seconda solo agli incidenti stradali, la depressione colpisce quasi 1 ragazzo su 10 e l’anoressia – la malattia psichiatrica col più alto tasso di mortalità – colpisce l’1% delle ragazze.

Nasce a queste premesse App To Young, un’applicazione che dialoga con i ragazzi per aiutarli ad affrontare il loro disagio. Non c’è nulla da sorridere: oggi i ragazzi soffrono di un malessere profondo, che sfugge alle reti più tradizionali, genitori e scuola in primis. Se si vuole intercettarlo e dargli una risposta servono linguaggi diversi, serve stare là dove i ragazzi vivono, online. Sono anche meno abituati di un tempo a narrare il loro vissuto emotivo, le loro difficoltà: per questo a volte una chat è più efficace di una voce. Al di là dello schermo del cellulare, c’è un team di psicologi qualificati, a disposizione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per ascoltare, aiutare e indirizzare chi vive un momento difficile. L’applicazione è stata realizzata dall’Associazione Fiorenzo Fratini Onlus e dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Comune di Firenze e con il supporto dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer. «La mancanza di comunicazione e la difficoltà a mettere in atto le richieste di aiuto per paura di essere giudicati o non compresi sono alcuni degli ostacoli che si frappongono tra i ragazzi che soffrono e chi potrebbe aiutarli», spiega Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù. «App To Young è nata proprio per dare ai giovani uno strumento adatto alle loro necessità, che sia sempre a portata di mano, per confidarsi e, se necessario, cercare aiuto. Con il supporto di personale qualificato, l’obiettivo è aiutarli a superare i momenti critici e prevenire le potenziali conseguenze».

L’applicazione è disponibile per tablet e smartphone, si può scaricare gratuitamente da Google Play e Apple Store,occupa pochissima memoria, è operativa 24 ore al giorno, garantisce privacy e completo anonimato. Dopo una semplice registrazione (con nickname), all’utente viene proposto un questionario sviluppato dal team di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù, che serve a delinearne il profilo e a recepire immediatamente le sue esigenze. Una volta completato il questionario, il ragazzo ha due possibilità: può contattare direttamente il numero verde del Centro di ascolto dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per parlare con uno psicologo, oppure può optare per una chat peer-to-peer con un coetaneo, monitorato in diretta da uno psicologo qualificato, che saprà ascoltarlo e consigliarlo. I giovani che rispondono in chat fanno parte del gruppo Youngle, servizio pubblico nazionale di ascolto e counseling sui social network rivolto a e gestito da adolescenti, promosso dal Comune di Firenze.

App to Young è uno strumento utile anche per genitori e insegnanti: la funzione “Voglio parlare di qualcuno” permette infatti di chiedere consiglio anche per un amico, per un figlio o per uno studente che magari non ha la forza o la possibilità di chiedere aiuto, mettendo in luce situazioni che altrimenti non emergerebbero.

«L'Associazione Fiorenzo Fratini Onlus è orgogliosa di aver ideato e contribuito, insieme all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, al lancio di App to Young, un progetto unico nel suo genere, in un momento di grande disagio diffuso tra i ragazzi» dichiara la presidente, Giovanna Cammi Fratini. «Ci è voluto più di un anno di lavoro e tutto questo è stato possibile grazie alle Istituzioni, Associazioni e professionisti che ci hanno affiancato. Ci auguriamo che questo strumento possa essere di aiuto a tanti giovani in difficoltà».

Per ulteriori informazioni, vedi il sito www.apptoyoung.it.

Foto Unsplash

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