Cultura

Raccontami la tua storia.

Vicende di piccoli stranieri che ragionano sui drammi e affilano i sogni.

di Redazione

I l metodo autobiografico è fra quelli consigliati agli insegnanti che affrontano l?inserimento in classe di un bambino o un ragazzo straniero. La proposta di temi che permettono di raccontare se stessi incoraggia lo studente a riconoscersi come individuo dotato di una vita importante, degna di essere raccontata. Per esempio, il bambino che si racconta in base alla traccia per insegnanti ?facilitatori?, preparata dal centro ?Come…? di Milano, deve essere libero di scegliere cosa raccontare e come farlo. Magari facendo riaffiorare anche i momenti difficili vissuti. È il caso del tema ?I miei ricordi? svolto da una bambina jugoslava che frequenta la terza elementare. «Ricordo quando ho festeggiato il compleanno in Jugoslavia. Quando sono andata sulla nave per venire in Italia e ho vomitato tutta la notte. Quando mi hanno bruciato la casa in Jugoslavia e la mamma e Lisa hanno pianto tanto».
Storie di bambini che cercano una nuova vita in un altro Paese, ma che per nessun motivo dimenticano il proprio. «Quando ero in Albania in vacanza mi sono divertito», scrive un piccolo albanese di terza elementare in un tema dal titolo ?La fine di una vacanza?. «Alla fine dell?estate me ne dovevo andare perché iniziava la scuola e io mi sono messo a piangere e anche gli altri erano dispiaciuti. È venuto un taxi e mi ha portato fino al porto di Durazzo. Quando me ne stavo per andare mi hanno baciato mia cugina, mia nonna, mia zia, mio nonno. Io sentivo un dolore al cuore…».
Stessi sentimenti per Stefani, una bimba di prima elementare proveniente dal Perù, che invece non sono condivisi da Drita, che arriva da Pristina: «Io vorrei dimenticare la mia città di origine. Mi piacerebbe vivere sempre in Italia con la mia famiglia. Voglio dimenticare Pristina, perché i bambini non si comportano bene: picchiano, rubano in casa, accendono il fuoco per le strade, uccidono gli animali e si ubriacano. Quando la mia mamma mi dice di ritornare in Jugoslavia, io le rispondo che non voglio».
Messaggi di bambini che malgrado i drammi e le tragedie vissute, hanno le idee chiare. Così come il bimbo albanese, che frequenta la quarta elementare, che ha così risposto al tema ?Ciò che vorresti trovare nella tua vita futura?: «Vorrei trovare dei soldi per comprarmi una bella casa. Vorrei trovare un lavoro per guadagnare e comprare da mangiare. Vorrei trovare Albania come è Alessandria così posso restare là perché è un po? uguale». Sullo stesso tema Elisa, cinese di quinta elementare: «Nella mia vita futura vorrei essere una cameriera brava e famosa. Vorrei un letto e una stanza tutta per me, perché adesso dormo in salotto con i miei cugini. Vorrei stare in Cina con i miei nonni e sono molto contenta di essere stata con i nonni due anni».
Nostalgia per la propria casa, ma senza troppa tristezza, come scrive divertito Khadija, un bambino di terza elementare proveniente dal Marocco, nel tema ?Grazie mente per…?: «Grazie mente, mi fai ragionare e contare i numeri e studiare molte cose a scuola e a casa penso ad una cosa bella e mi fai giocare. Oggi in Marocco c?era una festa dove si mangiano gli agnelli e tu mi hai fatto pensare a tutto». E infine, Yusef, un marocchino di quinta elementare, ha così risposto alla difficile domanda ?Quando in classe ti senti veramente a tuo agio??: «Mi sento agio quando la maestra Liliana non mi interrogava».
F.C.

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