Volontariato

Sardegna: 3,5 milioni di euro per famiglie di disabili gravi

Approvato ieri l'innovativo art. 21 bis della finanziaria regionale sarda - grande soddisfazione tra le 600 famiglie di disabili gravi della Sardegna

di Redazione

La famiglia protagonista – approvato ieri l’innovativo art. 21 bis della finanziaria regionale sarda – grande soddisfazione tra le 600 famiglie di disabili gravi della Sardegna. Su iniziativa delle famiglie dell’ABC Sardegna, oltre 3 milioni e mezzo di Euro di risorse regionali stanziati oggi dal Consiglio regionale Sardo per migliorare la qualità della vita di 600 famiglie sarde di 181 Comuni della Sardegna, con figli e parenti in situazione di handicap grave, che vogliono essere sostenuti nel proprio nucleo familiare evitandone il triste epilogo della chiusura negli Istituti. Si tratta di rivoluzionari progetti di sostegno personalizzato, ai sensi della legge 162/98, coprogettati e gestiti dalle famiglie e dalle persone in situazione di handicap grave coi Comuni: una metodologia di grande efficacia e gradimento, sperimentata e applicata in Sardegna tra le prime regioni d’Italia, che vede la famiglia protagonista del progetto di vita dei suoi componenti, capace di gestire, se sostenuta, anche le situazioni più estreme, con un costo medio più di tre volte inferiore al ricovero in istituto. Il valore delle famiglie associate visto dal legislatore regionale come soggetto di diritto e riconosciuto nei suoi compiti naturali e sociali di prendersi cura di tutti i suoi componenti. L’Assessore alla Sanità ha fatto proprie le istanze, preparate dall’ABC, presentate da alcuni Consiglieri, proponendo all’aula l’approvazione che si è tenuta con voto insolitamente unanime. “Un vero sostegno alla famiglia – dichiarano marco espa e rita polo, responsabili dell’associazione bambini cerebrolesi, che ha combattuto per l’ approvazione della legge e coordinato le famiglie sarde – non si tratta di finanziamenti ad associazioni o ad imprese, ma di risorse esclusivamente destinate a tutti i Comuni della nostra isola per servizi di qualita’ e personalizzati gestiti direttamente dalle famiglie, non assistenzialistici ma di vera promozione anche delle persone in condizioni piu’ estreme.” Per il Comitato delle famiglie sarde per la L.162/98


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