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Torino-Lione: lo storytelling sulla Tav come distrazione di massa dai problemi del trasporto pubblico

L'agenda politica e mediatica del Paese è inchiodata a un dibattito che non tocca la vita di milioni di cittadini: i viaggiatori che usano l'autobus in italia rappresentano l’88 % dell’intero settore dei trasporti pubblici, mentre dei 3 milioni che quotidianamente prendono il treno solo 170mila si servono dell'alta velocità già esistente. Perché inchiodare il Paese a un dibattito sui trasporti che nulla ha del dibattito e nulla, soprattutto, ha a che vedere con i trasporti?

di Marco Dotti

I viaggiatori che usano l'autobus in italia rappresentano l’88 % dell’intero settore dei trasporti pubblici. Ogni anno, in media, osserva Dario Balotta (qui) vengono trasportati circa 5,3 miliardi di passeggeri. Ogni giorno, 14 milioni di persone usano l'autobus.

Di contro, ci fa notare Massimiliano Innocenti, dai dati delle Ferrovie dello Stato risulta che 3 milioni di passeggeri prendono il treno. Di questi, 2,8 milioni viaggiano sui servizi ferroviari regionali, 40 mila i nazionali e "solo" 170 mila la tanto amata o tanto odiata TAV.

Al contempo, mentre ai cittadini si chiede di metter mano al portafoglio perché le loro auto diesel (anche le Euro 6, per la cronaca) non possono più circolare, tipico esempio di ecologismo a singhiozzo il parco autobus delle aziende italiane pubbliche e private, che è di circa 50 mila unità, risulta così composto: il 30% è Euro 1 e 2, ma c’è ancora un 5 % di Euro 0; soltanto il 2% degli autobus è Euro 6.

Questi i dati di realtà. Certo, rovinano lo storytelling. Ma quanto lo storytelling speculare del "sì Tav" o del "no Tav" stia rovinando la vita della gente ce lo stiamo chiedendo?

L'agenda politica e mediatica è infatti saturata solo dalle chiacchiere sulla TAV Torino-Lione. Sarà un caso?

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