Non profit
“Adotta una mamma”: aiutateci ad aiutare chi è in difficoltà
L'appello della Cooperativa Sociale Uomo che in due comunità in provincia di Caserta accoglie donne sole o vittime di violenza insieme ai loro bambini e lavora per renderle autonome ed evitare adozioni e affidamento
Donne maltrattate, donne indigenti, donne immigrate, donne sole. Donne che quasi sempre devono ripartire da zero, riappropriandosi della loro dignità, della loro essenza e che quindi provano a lavorare, anche se, in alcuni casi, non l’hanno mai fatto. A loro è dedicato il progetto “Adotta una mamma” che la Cooperativa Sociale Uomo porta avanti, tra mille difficoltà, in provincia di Caserta.
«Le donne che arrivano da noi ci vengono affidate dalle istituzioni, in genere il Tribunale dei Minori. E a noi viene richiesto un intervento a 360°. Le azioni psico-educative si focalizzano sugli aspetti emotivi, sul ruolo di genitore ma più in generale tendono a costruire insieme alle donne stesse un percorso di autonomia. Spesso sono le condizioni difficili di vita (contesti familiari compromessi, maltrattamenti, violenze, povertà) che pregiudicano la relazione madre – figlio, con effetti inimmaginabili per le comunità intorno, anche in termini di costi futuri. Una donna senza una rete di riferimento e un bambino senza sostegno sono soggetti a rischio. Noi lavoriamo per ripristinare un’armonia, laddove possibile. Per molti bambini le nostre comunità diventano “La casa”, mentre molte delle donne che seguiamo tornano a trovarci e restano in contatto con noi» spiega Teresa Orrea, presidente della cooperativa. Trentanovenne, due figlie di 5 e 9 anni, dopo la Laurea in Scienza dell’Educazione e un corso di formazione di 8 mesi, ha cominciato a occuparsi della cooperativa sociale appena laureata e oggi la considera come una grande famiglia.
«La nostra cooperativa – racconta – è nata nel 1978 nell’agro aversano, inizialmente per gestire alcune comunità di recupero dei tossicodipendenti. Poi dopo una decina d’anni ha chiuso, ma dal 2006, per iniziativa della Caritas ha ripreso l’attività allo scopo di aiutare le donne vittime di violenza e i loro bambini. Oggi ci lavorano 13 operatori, tutti assunti. Abbiamo tutti dai 35 ai 55 anni, alcuni sono qui da un decennio. La nostra è una grande sfida perché in questo territorio era ed è difficile rompere il pregiudizio. La mission è quella di aiutare e tutelare le mamme che anche se cadute lungo il percorso di vita, hanno voglia di rialzarsi e di lottare per il bene dei propri figli».
«Nei quasi tre lustri di questo difficile lavoro – continua Teresa Orrea – ho imparato a intravedere e a temere quelle sotterranee, piccole forme di violenza al femminile, mai riconosciute, quasi sempre ignorate. Un genitore assente, un compagno prevaricante, un viaggio che dall’inferno ti apre la strada alla speranza sono le miserabili condizioni che gettano le basi su quella violazione dei diritti che ledono in toto la dignità della persona. Spesso si tratta di donne sole che vivono in condizioni di estrema precarietà, sia sociale che economica. Il nostro è un lavoro duro, logorante ma che ci ha dato negli anni anche soddisfazioni inattese». La soddisfazione più grande? «Il percorso fatto con una mamma che si chiama Patrizia. Partiva come una perfetta sconfitta, anche perché affetta da un lieve disturbo psichico. In lei non credeva nessuno, nemmeno il Tribunale. Invece lei non voleva perdere i suoi figli e l’ha dimostrato. Oggi abita in un suo appartamentino in affitto, ha trovato lavoro come donna delle pulizie e cresce i suoi figli in modo autonomo», risponde.
Sono due le strutture di accoglienza per gestanti, madri e bambini gestite dalla cooperativa: La Casa di Noemi a Carinaro e la Casa di Remì a Parete. «Noemi nella tradizione biblica simboleggia l'alleanza tra donne, invece il nome Remì viene chiaramente dal famoso cartone animato», spiega la presidente. «Ci abitano otto mamme di varie nazionalità (tre italiane, due nigeriane, una marocchina, una brasiliana e una bulgara) con i figli che vanno da pochi mesi di età ai 13 anni. Ogni mamma ha la sua stanza, poi condividono cucina e salone. I bambini in età scolastica frequentano la scuola e al pomeriggio seguono determinate attività. Le mamme invece vengono accompagnate in un percorso di assistenza psicologica e di formazione al lavoro.
L’intento principale che anima l'attività della cooperativa sociale è evitare che i bambini vengano collocati in comunità di accoglienza per soli minori e quindi allontanati dalle famiglie di origine e dalle mamma, con consegunte incertezza sul loro futuro (affido extrafamiliare, adozione).
«In molti casi il problema di queste donne è quello di non avere alle spalle una rete familiare solida, ma anche una rete sociale di supporto in un ambiente come quello campano, già gravato da numerose difficoltà e povero di opportunità», aggiunge Teresa Orrea. «Per questo abbiamo pensato alla formula "Adotta una mamma" per creare dei nuovi punti di riferimento per le mamme delle due case di accoglienza, che anche se adeguate come figure genitoriali, nonostante i loro sforzi, non riescono a garantire condizioni di vita ottimali per i loro bambini. A nostro parere queste donne non meritano di essere allontanate dai loro figli».
Purtroppo le difficoltà che incontra la Cooperativa sono moltissime, prima tra tutte il ritardo nei pagamenti da parte dei Comuni che collocano i nuclei. «Soffriamo spesso per mancanza di liquidità, a volte dobbiamo lottare per vedere certificato quel che ci spetta. Dal Comune di Napoli, ad esempio, aspettiamo pagamenti da oltre un anno e addirittura il Comune di Cancello e Arnone ci deve ben 130 mila euro», commenta la presidente. «Noi cerchiamo di farci aiutare dai volontari e anche di risparmiare il più possibile. Ma non basta. L’affetto di tanti amici si manifesta spesso in gesti concreti i solidarietà. A chi ci chiede come è possibile supportarci, rispondiamo che abbiamo bisogno di giochi, abiti, svaghi per i bambini».
Altre informazioni sul progetto si possono trovare sul blog https://givingtuesday.it/progetti/adotta-una-mamma/
Per chi invece volesse fare una donazione con bonifico il conto corrente della Cooperativa sociale Uomo è: Banca Etica – Filiale di Napoli
IBAN IT 22 F 05018 03400 000011294451 Causale “Adotta una mamma”
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.