Cultura

Gli Scavi di Pompei? «Una cattedrale nel deserto»

Boom di visitatori a Pompei per la prima domenica del mese: in 30mila hanno visitato gli Scavi Archeologici del comune. Ma la città è andata in tilt. «Il turismo, a volte, può essere una criticità», ha denunciato il primo cittadino Ferdinando Uliano, «Deve essere petrolio bianco non un disagio per i cittadini. Servono più fondi per fare accoglienza ai turisti»

di Anna Spena

A Pompei vivono circa 27mila persone. Ieri, 3 aprile, prima domenica del mese nell’ambito dell’iniziativa #DomenicalMuseo, ne sono arrivate altre 30mila per visitare i famosi Scavi Archeologici del comune. Per un giorno, quindi, Pompei ha visto raddoppiato il numero dei suoi “abitanti”. Però…

«Sembra quasi un paradosso, ma il turismo, a volte, può essere una criticità», ha commentato il sindaco di Pompei Ferdinando Uliano. «Ecco non voglio essere frainteso», ha poi continuato, «io vorrei andare in tilt tutti i giorni perché il turismo deve diventare il petrolio bianco di questo comune e di tanti altri. Ma ora come ore sembra quasi una “palla al piede”. Lo so, è strano che a dirlo sia il primo cittadino del sito più visitato al mondo…».

Dopo l’afflusso di turisti di ieri sono venuti a galla problemi logistici e di organizzazione che non possono non essere considerati. «Il nostro desiderio», racconta il sindaco, «è quello di poter fare accoglienza ai turisti. Oggi ci troviamo davanti a quella forma di turismo che io chiamo “mordi e fuggi”. Arrivino in città, visitano gli Scavi e poi ripartono subito. E io li capisco; mi metto nei loro panni. Noi abbiamo paesaggi fantastici, dal Vesuvio al mare, ma mancano le infrastrutture per fare accoglienza». Il costo del biglietto d’ingresso agli Scavi di Pompei è di 13 euro. Con l’arrivo della primavera si spero che il numero di turisti resti alto. «Ecco io voglio essere pronto ad accoglierli. Perciò ho chiesto che sul costo totale del biglietto, un solo euro, vada alle casse comunali di Pompei anziché in quelle del ministero. E questo non per far quadrare il bilancio del mio comune ma per reinvestire quei soldi in attività di promozione del territorio. Il ministro Franceschini sta lavorando bene dentro gli scavi; ma adesso dobbiamo preoccuparci anche di riqualificare il “fuori”».

Nel Comune ci sono quattro fermate della Circumvesuviana che collega Pompei a Napoli in appena 25 minuti e una stazione ferroviaria. «Sono completamente degradate e da rifare ex-novo», ha denunciato il sindaco. «Pompei, Ercolano, i comuni vesuviani, non possono diventare una succursale del Colosseo per questo servono altri fondi da investire fuori dalle “mura”. Dobbiamo costruire alberghi; info-point; punti di ristoro. Il turista deve essere invogliato a restare qualche giorno in città. Il turista vuole altri confort e noi dobbiamo ridisegnare Pompei che non riesce più a contenere la quantità di persone che arrivano. Ieri, ad esempio, la città è stata paralizzata fino a mezzanotte. Inoltre, implementare progetti di accoglienza per i turisti abbatte il tritissimo tasso di disocuppazione con cui, ogni giorno, facciamo i conti».

Giorgio Cosulich/Getty Images

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