Cultura

Il giallo del nuovo test Bse. Mucche pazze in fuga

Per il ministero della Sanità sono solo 60. Sarà vero? Nel silenzio generale, in Italia sono in corso “indagini parallele” sull’incidenza della Bse. Le svolgono gli allevatori.

di Gabriella Meroni

Quante sono le mucche pazze in Italia? Facile: i dati ufficiali dicono 60 su 640mila analizzate dal gennaio 2001 a oggi. Un numero tutto sommato tranquillizzante, che ha permesso alle autorità di non gridare allo scandalo sull?epidemia italiana. Ma cosa penserebbe il ministro della Salute , Girolamo Sirchia se venisse a sapere che i bovini malati di Bse non sono 60, ma più di 300? E che invece di un?incidenza di un caso su 10.600, l?Italia ha una mucca pazza ogni 2mila vacche sane? Possiamo immaginarcelo. E raccontargli come questo dato potrebbe essere almeno verosimile. Insomma, da verificare. Da ottobre a oggi in Italia sono in corso delle ?indagini private? sulla Bse, che si affiancano a quelle previste dalla legge. Se infatti ogni bovino macellato di oltre 24 mesi viene sottoposto al test anti-mucca pazza, ce ne sono altri che, prima di arrivare al mattatoio, vengono testati dagli allevatori nelle stalle. In caso di negatività, via libera alla macellazione; in caso di positività, si ferma tutto e l?animale rimane isolato, a morire di vecchiaia. In sei mesi sono stati analizzati ?ufficiosamente? 33mila capi (5.500 al mese, oltre 180 al giorno), a cura di Microbio, efficientissimo laboratorio di Fossano (Cuneo). Che ha scoperto una percentuale di positivi vicina all?1%. In cifre, 300 mucche potenzialmente pazze. A definirle tali è un test, chiamato Bse Plus Test, inventato in Germania dalla ditta farmaceutica Altegen di Amburgo. Secondo la quale il test rileva la presenza della malattia nel bovino vivo in una fase precoce, anche prima dei canonici 24 mesi. Come? Identificando la presenza nel sangue di anticorpi anti prionine, sostanze proteiche che sembrano trasformare i prioni normali in prioni che provocano la Bse. Le prionine vengono riconosciute come patogene dal sistema immunitario, che reagisce producendo anticorpi specifici. Se ci sono gli anticorpi – è la teoria alla base del Bse Plus Test – c?è anche il contagio da prioni. Da qui il successo dell?esame: come non comprendere l?entusiasmo di un allevatore che riesce, con 37 euro (il costo di un?analisi) a evitare di macellare una vacca malata, e quindi salva la stalla dall?abbattimento? «Sì, il riscontro c?è», afferma il proprietario della Microbio, Gianluigi Rolla, al quale, in sei mesi, la novità ha fruttato 1,1 milioni di euro. «Peccato che siamo stati costretti a fare tutto di nascosto, quasi fossimo dei criminali. I veterinari ci attaccano perché il test non è ancora convalidato a livello scientifico: è vero, ma siamo in attesa del brevetto europeo. Io stesso sono stato denunciato alla Procura e ai Nas, ma senza conseguenze: l?esame non è illegale, alla peggio potrebbe essere inutile. E se lo fosse, sono pronto a fermarmi». Già: il test alimenta solo le speranze degli allevatori, o è la nuova frontiera contro la Bse? «Gli animali negativi al test sono risultati negativi a qualunque altra analisi», afferma il direttore scientifico di Microbio, Maurizio Laurenti. «Mentre è vero che esistono alcuni falsi positivi». «In Lombardia», ribatte Rolla, «abbiamo testato, con l?approvazione delle autorità regionali, 3mila animali destinati a essere abbattuti perché appartenenti a stalle in cui è stato trovato un caso di Bse. Risultato? Tutti negativi». Per vederci chiaro, l?Istituto superiore di sanità ha commissionato uno studio sul Bse Plus Test al professor Giorgio Poli, preside della facoltà di Veterinaria di Milano, le cui conclusioni sono attese per il 18 aprile. «Ho l?impressione che sia una bufala», dichiara senza mezzi termini Poli. «È un test su cui non esistono pubblicazioni scientifiche, e anche le giustificazioni del suo inventore non mi convincono». Diverso il giudizio del professor Igino Andrighetto, docente di zootecnia all?università di Padova, che ha eseguito 3mila Plus Test (30 positivi). «Potrebbe valere come screening, per accertare i bovini sani», afferma. «Anche se sottolineo il ?potrebbe?». Intanto, però, la Regione Veneto ha deciso di finanziare gli esperimenti di Andrighetto. Una cosa è certa: se il nuovo test dovesse essere valido, dovremmo rifare i conti sulla Bse. E non ci piacerebbe.


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