Welfare

Adozioni, le proposte per uscire dall’emergenza

Nei giorni scorsi 27 enti autorizzati più il Care, un coordinamento che riunisce 33 associazioni familiari, hanno chiesto a Matteo Renzi un «intervento risolutore» per salvare il modello italiano delle adozioni internazionali, che rischia di «scomparire»: sono 60mila famiglie che parlano a una sola voce. Ora, certi che l’adozione sia «un’avventura meravigliosa», hanno individuato sei proposte per superare la crisi, senza aspettare una riforma, perché l’Italia torni ad essere «un modello di eccellenza».

di Pietro Ardizzi e Monya Ferritti

L’adozione è un’avventura meravigliosa che permette ad un bambino in situazione di abbandono di crescere nell’amore di una famiglia e a due coniugi di sperimentare l’incredibile esperienza di essere genitori di un figlio non generato da loro. L’adozione porta in sè, nella dimensione privata come in quella pubblica, un altissimo valore culturale e sociale che deve essere valorizzato e promosso e mai ostacolato.

Le famiglie italiane hanno sempre manifestato una grande disponibilità all’accoglienza tanto che il sistema italiano delle adozioni internazionali è stato a lungo portato a modello dalla comunità internazionale. La legge italiana sull’adozione è molto apprezzata all’estero per l’attenzione che dedica ai bambini in stato di abbandono, alle famiglie che si rendono disponibili ad adottarli e alla sussidiarietà negli interventi di prevenzione dell'abbandono perchè l’adozione sia veramente intervento ultimo e residuale di protezione del bambino.

Dal 2011 anche in Italia si è registrato il progressivo e consistente calo delle adozioni, iniziato a livello mondiale già dal 2006, ed oggi si è raggiunto il – 50%. Il tutto è avvenuto in un periodo storico di crisi economica che ha pesato sulle famiglie insieme ad una serie di altre criticità che ha reso sempre più difficile il lavoro di tutti gli operatori che lavorano nel sistema adozioni italiano. Crediamo infatti fermamente che l’Italia abbia tutte le carte in regola per essere un modello di eccellenza per l’adozione internazionale che garantisca adozioni di qualità, nel reale interesse dei bambini in situazione di abbandono e nel pieno rispetto dei loro diritti, dedicando attenzione e sostegno alle famiglie che si rendono disponibili ad accoglierli.

Per tornare ad essere questo modello, 27 Enti Autorizzati e 33 Associazioni familiari che rappresentano oltre il 60% delle adozioni fatte in Italia e l’80% dei progetti di prevenzione dell’abbandono, dando voce a 60mila famiglie, sia adottive che in attesa di diventarlo, vogliono segnalare cosa si può fare subito per superare la crisi delle adozioni, senza aspettare una riforma che potrà avere tempi lunghi.

1. Banca Dati per l'adozione nazionale
Da 15 anni non è operativa la Banca Dati nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili ad adottare, già prevista per legge nel 2001. Così non è monitorabile né la situazione dei minorenni adottabili in Italia che sono inseriti in comunità alloggio o in affidamento familiare né è operativa la messa in rete dei dati tra tutti i Tribunali per i Minorenni italiani a discapito di una maggior celerità ed efficacia del sistema di abbinamento tra coppie e bambini, procedura in cui il fattore tempo è elemento determinante.

2. I Tempi dell'adozione internazionale
Spesso la procedura italiana per la valutazione di idoneità della coppia si prolunga ben oltre il tempo fissato dalla legge 184/83 e successive modificazioni, previsto in 6 mesi e mezzo. In Italia si impiega più di un anno tra l’attività istruttoria dei servizi socio sanitari a e l’emanazione del decreto di idoneità delle coppie. È vero inoltre che anche i tempi di trascrizione della sentenza straniera nei registri italiani a volte si protraggono fino ad una anno, con tutti i rischi per il bambino. È necessario rendere perentori i tempi indicati per l’espletamento della procedura, sia per la valutazione dell’idoneità che per la trascrizione della sentenza straniera.


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3. Sostegno economico
Le politiche di incentivi e sostegni a favore delle famiglie che accolgono bambini in stato di abbandono continuano a diminuire. Nonostante l’art. 6, comma 8, delle legge n. 184/1983 e successive modificazioni preveda sostegni economici per le adozioni di minori di età superiore a dodici anni o con handicap accertato, ai sensi dell’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992 n. 104, solo poche Regioni hanno reso operativa questa disposizione di legge. I rimborsi delle spese sostenute sono fermi al 2011, non sono stati ancora approvati i provvedimenti attuativi per impegnare i fondi messi a disposizione della CAI con l’ultima legge di stabilità.

È necessario prevedere ulteriori sgravi fiscali per le spese di adozione, ripristinare i rimborsi delle spese sostenute e rendere effettivi gli incentivi all’adozione per bambini con bisogni speciali.

4. La Commissione adozioni internazionali
Per un efficace funzionamento di tutto il sistema della adozioni internazionali è cruciale il ruolo di regia della Commissione Adozioni Internazionali sia a livello nazionale che internazionale. Un ruolo che, come previsto, dovrebbe essere svolto in sinergia e collaborazione con tutti gli attori italiani del processo adottivo, con particolare coinvolgimento dei 61 Enti Autorizzati ai quali si aggiunge un servizio pubblico presente in 5 Regioni, ed in collaborazione stretta con le Autorità centrali dei Paesi stranieri.

Purtroppo dal 2014 la Commissione adozioni, organo collegiale, non si è mai riunita per deliberare, non organizza alcun incontro periodico con gli Enti Autorizzati; nessuna consultazione semestrale con le associazioni familiari; non ha attivato nessun rimborso agli Enti per i progetti di cooperazione e prevenzione abbandono nei Paesi esteri, già realizzati e rendicontati da oltre un anno; quasi del tutto interrotte le comunicazioni con le famiglie prima agevolate anche attraverso la linea telefonica diretta con la CAI.

  • La riapertura di Linea CAI è un passaggio fondamentale nella trasparenza di rapporti tra le singole famiglie e la Commissione.
  • È indispensabile prevedere dei termini perentori per le convocazioni della Commissione Adozioni (ogni mese) che per legge è un organo collegiale, per gli incontri con gli Enti Autorizzati (almeno ogni sei mesi) come con le associazioni familiari a carattere nazionale.
  • Per promuove sinergia fra i soggetti che operano nel campo dell’adozione internazionale occorre prevedere almeno un incontro annuale con tutti gli attori del mondo delle adozioni: enti autorizzati, servizi sociali e Regioni, Tribunali per i Minorenni, associazioni familiari.
  • È fondamentale che sia garantita l’applicazione della legge 184/83 e del D.P.R. 108/2007 per il pieno svolgimento dei compiti. Per questo è utile prevedere una composizione della CAI più snella con il rispetto perentorio di una guida politica, il Presidente, ed una guida operativa, vicepresidente evitando assolutamente che le due funzioni possano coincidere.
  • La voce delle famiglie in seno agli organi istituzionali è fondamentale. Occorre che venga risolto il problema dell'individuazione di parametri che garantiscano una scelta trasparente e rappresentativa a livello nazionale dei tre commissari familiari. Infatti, la mancanza di tali criteri ha generato una criticità nella selezione delle Associazioni Familiari a carattere nazionale del tutto arbitraria e non coerente con la specificità dell’associazionismo familiare di tipo adottivo. Solo in questo modo sarà garantita in Commissione una presenza efficace dell’associazionismo familiare in grado di intervenire per garantire una risposta a tante necessità delle famiglie Italiane.

5. Monitoraggio e trasparenza delle adozioni
Dal 2001 al 31/12/2013 la Commissione Adozioni Internazionali ha semestralmente pubblicato un Rapporto molto dettagliato sulle caratteristiche dei bambini, delle coppie e sui Paesi di origine delle adozioni. Per il 2014 e 2015 nessun dato è stato pubblicato. Questa mancanza di dati rende impossibile rilevare le criticità attuali del sistema. È indispensabile verificare e monitorare il lavoro fatto nelle adozioni per individuare precocemente eventuali criticità e per programmare opportune politiche di sostegno alle adozioni internazionali. Tali dati servono in modo diretto a informare le coppie che devono scegliere Ente Autorizzato e Paese. Servono inoltre, e soprattutto, a mettere a punto politiche a sostegno dei bambini che sono arrivati e arriveranno per caratteristiche proprie (età, condizioni di salute). Servono alla Scuola e alla Sanità.

È necessario che la Commissione Adozioni verifichi ogni due anni, come stabilito per legge, l’operato degli enti autorizzati e renda conto di queste verifiche in Parlamento, evitando dichiarazioni pubbliche offensive degli Enti senza procedere a nessuna azione sanzionatoria.

6. Sostegno alle famiglie
La realtà dell’adozione nazionale e internazionale è sempre più complessa, aumentano le adozioni di bambini con special needs. La legge 184/83 prevede un sostegno postadozione obbligatorio e gratuito da parte dei servizi sociali solo per il primo anno dopo l’arrivo in famiglia del bambino. L’esperienza ci insegna che le famiglie adottive, ancora più che in passato, hanno bisogno di essere supportate da un adeguato e duraturo sostegno nel post adozione. È importante quindi prevedere delle forme di sostegno, garantito nel tempo e non solo dal servizio pubblico, in forma gratuita, sia per prestazioni sanitarie che per il sostegno psicologico.

Pietro Ardizzi per 27 Enti Autorizzati
Monya Ferritti per il CARE (33 Associazioni familiari)

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Foto di copertina HOANG DINH NAM/AFP/Getty Images (Vietnam); per le altre foto China Photos/Getty Images; Andrew Burton/Getty Images per la foto in Ucraina; Miguel Medina/Afp/Getty Images per la foto in Repubblica Centrafricana).

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