Sostenibilità

Ambiente: allarme per Mondiali sci 2005

Legambiente: «La competizione usata come cavallo di troia per altri progetti». I rischi per il parco dello Stelvio

di Giampaolo Cerri

Cosa c’è veramente dietro alle opere richieste per il Campionati mondiali di sci del 2005 in Valtellina? Se lo chiedono i volontari di Legambiente Lombardia, in una loro dura nota. Che vi proponiamo. ?Non vediamo nulla di chiaro nell?accanimento con cui viene sostenuta, contro ogni evidenza, la necessità di una nuova pista da discesa (la Edelweiss) a Santa Caterina Valfurva, costringendo il Parco Nazionale dello Stelvio a un mortificante muro contro muro a suon di delibere e dinieghi. La vicenda delle nuove piste non è affatto una novità: i tentativi di ?forzare la mano? in Valfurva e Valle dell?Alpe riempiono una cronologia lunga un intero ventennio e ci sembra un?improbabile coincidenza che oggi la questione si ponga come inderogabile necessità per lo svolgimento del grande evento sportivo-mediatico. L?impressione è che si voglia utilizzare i Mondiali come un ?cavallo di Troia? per far digerire progetti che sono stati già ripetutamente cassati in quanto manifestamente illogici, eccessivamente costosi per le finanze pubbliche e gravosi per l?ambiente e gli ecosistemi?. Così Damiano Di Simine, responsabile dell?Osservatorio Alpi di Legambiente, sul progetto del nuovo impianto.   I Mondiali possono essere una grande opportunità per programmare interventi capaci di attivare uno sviluppo locale duraturo. Per questo Legambiente è fortemente critica nei confronti di azioni che perseguono la distruzione di importanti patrimoni naturalistici e paesaggistici quali sono quelli della Valle dell?Alpe. Nell?ultimo decennio la ?monocultura dello sci? ha dimostrato ovunque la sua insostenibilità economica: il turista è cambiato, spostandosi verso le offerte capaci di assicurare qualità dell?accoglienza e un ampio spettro di opportunità ricreative: dall?escursionismo al cicloturismo, dal turismo gastronomico a quello culturale, dalla discesa in sci alla passeggiata con le racchette. Non è possibile offrire un adeguato livello di offerta turistica se non viene salvaguardato il pregio del sistema territoriale.   ?In vista dei Mondiali la Valtellina è chiamata a fare scelte importanti per il proprio futuro ? continua Di Simine. Ma per poter scegliere, occorre essere informati e chiamati a esprimere un giudizio: per questo da mesi chiediamo alla Regione e al Parco Nazionale di farsi promotori di tavoli di concertazione, in cui possano avere voce Comuni, associazioni, rappresentanze di categoria e sindacati?. Ma la ?cucina? dei Mondiali sembra essere blindata, le decisioni vengono assunte all?interno di ristretti gabinetti ministeriali ed assessorili, luoghi a cui ben poche voci (che si suppone siano molto influenti) hanno accesso e lo stesso Parco, ahinoi, sembra incapace di giocare un ruolo diverso da quello di ?guardia svizzera? a presidio del tempio. Lo scorso dicembre il Direttivo del Parco aveva approvato con una delibera il proprio ingresso nel comitato istituzionale (formato da Regione, Provincia e Comunità Montana), con l?obiettivo di definire gli interventi da attuare nell?area di Santa Caterina, ma questo atto è rimasto lettera morta. Giovedì prossimo è invece convocata la Conferenza di Servizi che dovrà pronunciarsi sui nuovi impianti. La Conferenza, che dovrà valutare il “Progetto di  Riqualificazione degli Impianti di S. Caterina Valfurva”, è viziata da una grave irregolarità: il progetto presenta sostanziali differenze rispetto a quello che a suo tempo superò la Valutazione di Impatto Ambientale, di conseguenza deve ricominciare dall’inizio l?iter di valutazione.   ?La partita che si sta giocando in Alta Valtellina mette alla prova tutte le parti istituzionali coinvolte ? conclude Di Simine. Gli enti locali, che sanno di dover convivere con i cantieri, con l?evento e con i segni e le opere che questo lascerà sul loro territorio; la Regione e la Provincia, che devono dimostrare di saper utilizzare i mondiali per promuovere l?ambiente, il territorio e il sistema economico valtellinese e non possono permettersi scadimenti di immagine; infine il Parco stesso, che deve dimostrarsi capace di orientare le scelte in chiave di sostenibilità ambientale. Per questo vigileremo perché in Valtellina non si ripetano gli errori e gli orrori di troppe altre grandi manifestazioni invernali, per questo attiveremo un osservatorio sui Mondiali?  


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