Welfare

Don vinicio ad amato: comunità aperte per i detenuti in amnistia

Davanti al giustizialismo di certi magistrati, il fondatore del Cnca invita alla clemenza. E rilancia: «Dopo il carcere offriremo vera integrazione»

di Vinicio Albanesi

Caro Presidente Amato,
Il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (C.n.c.a.) aderisce alla proposta di Amnistia e di Indulto e “Collegato”, come formulati da Sergio Cusani e Sergio Segio. Un piccolo “Piano Marshall” che favorirà il reinserimento sociale dei detenuti e meglio del carcere garantirà la sicurezza dei cittadini. Ci riconosciamo nella proposta perché riteniamo indispensabile che provvedimenti di giustizia eccezionale come l’amnistia e l’indulto siano accompagnati da iniziative sociali. Tanto l’atto di clemenza è reso necessario perché non più dilazionabile, tanto è sensato se alla segregazione della pena subentra la pratica, e sarebbe la prima volta in termini istituzionali, del reinserimento nelle comunità territoriali di provenienza o di elezione.
Il C.n.c.a. è composto da 259 realtà che da oltre vent’anni propongono percorsi di accoglienza e di reinserimento sociale ai tanti volti dell’emarginazione e discriminazione. Si tratta di 2.149 strutture diffuse sull’intero territorio nazionale che incontrano ogni anno oltre 100 mila persone in difficoltà e ne seguono almeno 24 mila grazie al lavoro di più di 11 mila operatori, oltre la metà dei quali è volontaria. È questa esperienza che oggi vorremmo investire per chi, privato della libertà, possa ritrovare il senso e l’interesse a una nuova convivenza sotto il segno della legalità e della sicurezza per tutti. Questo è il C.n.c.a. Questi gli impegni. Nei prossimi mesi aggiungeremo la disponibilità a sostenere e attestare la correttezza dei percorsi educativi e di reinserimento sociale che le ipotesi collegate al provvedimento di amnistia e indulto esigeranno. Allo stesso tempo, pensiamo di poter divenire elemento di “mediazione sociale” verso i cittadini, perché chi usufruirà della riduzione di pena possa essere visto come “risorsa” e non tanto (e non solo) come minaccia dei beni . Significa, come rete, reperire tutte le disponibilità possibili che appartengono al C.n.c.a. e sollecitare altri attori del volontariato e delle associazioni perché affianchino l’iniziativa.
A questo proposito è necessario, a nostro parere, che le risorse finanziarie destinate a sostenere il “Collegato” al provvedimento di amnistia e indulto, non vengano distribuiti “a pioggia”, ma con criteri precisi: tali criteri dovrebbero essere capaci di discernere chi da anni è impegnato con serietà e professionalità sul versante carcerario e dell’accoglienza e chi non possiede i requisiti e l’esperienza per tale servizio. È infatti opportuno fare in modo che il cosiddetto “Piano Marshall” che accompagna la proposta di Amnistia e di Indulto venga supportato dal Governo nel prossimo piano di programmazione economica e finanziaria. E adoperarsi perché queste risorse vengano utilizzate nella massima correttezza, con competenza e trasparenza sarà un ulteriore impegno che, come C.n.c.a., vorremmo chiedere – e assumere, per quanto è di nostra competenza – perché il denaro pubblico resti al servizio di tutti i cittadini. Info e adesioni: 0734.672504
Con affetto,
Vinicio Albanesi

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.