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«No alle deportazioni», Msf lascia l’hotspot di Lesbo

Dopo l'accordo tra l'Unione Europea e il governo di Istanbul, che prevede il rientro forzato dei migranti rifugiatisi sull'isola greca, Medici Senza Frontiere decide di cessare le proprie attività. «Continuare a lavorare nel centro ci renderebbe complici di un sistema iniquo e disumano»

di Gabriella Meroni

L’Unione Europea si accorda con Istambul per far rientrare forzatamente i migranti da Lesbo verso la Turchia, e per protesta Medici Senza Frontiere lascia l’hotspot greco. La clamorosa decisione è stata presa ieri dai vertici di Msf, che – come informa una nota – ha deciso di sospendere le proprie attività all’hotspot di Moria, sull’isola di Lesbo, una decisione presa a seguito dell’accordo tra la Ue e la Turchia che porterà al ritorno forzato di migranti e richiedenti asilo dall’isola. «Abbiamo preso la difficile decisione di chiudere le nostre attività a Moria perché continuare a lavorare nel centro ci renderebbe complici di un sistema che consideriamo sia iniquo che disumano», ha detto Michele Telaro, capo progetto di MSF a Lesbo. «Non permetteremo che la nostra azione di assistenza sia strumentalizzata a vantaggio di un’operazione di espulsione di massa e ci rifiutiamo di essere parte di un sistema che non ha alcun riguardo per i bisogni umanitari e di protezione di richiedenti asilo e migranti».

Ieri sera dunque l’organizzazione medico-umanitaria ha chiuso tutte le attività legate all¹hotspot di Moria, compreso il trasporto dei rifugiati al centro, la clinica al suo interno e le attività legate alla fornitura di acqua e ai servizi igienici, mentre continuerà a gestire il proprio centro di transito a Mantamados, sempre a Lesbo, dove offre prima assistenza ai nuovi arrivati. Non si fermano inoltre le attività di soccorso in mare sulle coste settentrionali dell’isola, e le cliniche mobili per le persone che si trovano al di fuori dell’area dell’hotspot.

Presente dal luglio 2015, nel campo di Moria MSF ha effettuato visite mediche e offerto supporto psicologico, distribuito beni di prima necessità e curato attività legate alla fornitura di acqua e servizi igienici. In totale, MSF ha effettuato 24.314 visite sull’isola di Lesbo, di cui 12.526 a Moria. Gli psicologi di MSF hanno assistito 401 persone attraverso sessioni individuali e curato 584 sessioni di gruppo con 3532 partecipanti. Le équipe stavano anche fornendo ripari temporanei e trasporto tra il nord dell’isola e i centri di registrazione di Moria e Kara Tepe. Fino al 13 marzo MSF ha trasportato 12.952 nuovi arrivati.

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