Famiglia

A Trieste il primo docente Rom

Insegnerà Lingua e cultura zingara all'università. Da piccolo ha anche chiesto l'elemosina

di Gabriella Meroni

Sarà primo Rom in Europa a insegnare lingua e cultura zingara all’università. Santino Spinelli, 37 anni, Rom abruzzese, laureato in lingue e letterature straniere moderne all’Università di Bologna, ha ottenuto la cattedra di lingua e cultura zingara presso l’ateneo di Trieste (nel corso di studi di scienze e tecniche dell’interculturalità, nuovo ordinamento didattico proposto dalla facoltà di lettere e filosofia) e il 4 aprile alle 15 comincerà le sue lezioni. Conosciuto con il nome di Alexian, Spinelli, che sta conseguendo una seconda laurea in musicologia al dams di Bologna, è già noto come musicista e compositore. Con il suo gruppo gira di teatro in teatro ed ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche nazionali (Maurizio Costanzo Show, Uno Mattina, Speciale TG1) e ai più importanti Festival di musica etnica e di musica zingara in Italia e all’estero. Alexian Santino Spinelli è cittadino italiano, discendente del primo gruppo di zingari arrivati in Italia oltre sei secoli fa. Da piccolo, secondo la sua biografia, viveva con la sua famiglia di espedienti e chiedeva l’elemosina. ”Con la mia cattedra di Lingua e Cultura Zingara, il popolo Rom per la prima volta non è più oggetto di studio, ma soggetto di confronto”, spiega Alexian Santino Spinelli, ”Fino ad oggi i Rom avevano due alternative: essere emarginati (o forse si può dire anche autoemarginati) o farsi assimilare. Con la mia scelta credo si possa affermare una terza via, quella di rimanere profondamente Rom, senza perderne le caratteristiche culturali e nello stesso tempo assumere un ruolo attivo nella società”. Come studenti, Santino Spinelli, si augura di avere ”ragazzi che non si lasciano influenzare dagli stereotipi negativi sugli zingari e abbiano voglia di conoscenza. La cultura rom è un patrimonio dell’umanità relegata nell’ombra, e così è stata privata l’opinione pubblica del diritto della conoscenza. Con l’iniziativa di Trieste la nostra cultura viene ?sclandestinizzata? e portata alla luce del sole. E’ un momento di alta democrazia, perché dopo secoli di emarginazione e, in molti casi, di persecuzioni, anche i Rom potranno dire la loro”. Alexian da piccolo ha vissuto con la famiglia di espedienti ed elemosina, come tanti Rom. ”E’ un’infanzia che non rinnego – afferma – anche perché la mendicità per i Rom è una forma di resistenza passiva, di ribellione pacifica, messa in atto fin dall’arrivo sul suolo italiano, quando venivano messi al bando, fatti oggetto di violenza, costretti a vivere alla macchia, senza diritti. I Rom non potevano controbattere con le armi perché erano pochi e poi perché non hanno mai dichiarato guerra a nessuno in quanto non hanno territori da rivendicare. Per questo abbiamo ripiegato su atteggiamenti umili. Più è alta l’emarginazione, come nelle grandi città, maggiore sarà il numero dei Rom che chiedono l’elemosina. Il nomadismo poi ci ha consentito di evitare la repressione”.


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