Non profit

Osservatorio Eurolatinoamericano: una sfida da raccogliere

Il portavoce del Forum permanente del Terzo Settore Giampiero Rasimelli ha spiegato di che si tratta. Chi lo compone. Gli obiettivi. E la sede...

di Paolo Manzo

“Terzo settore in America Latina: capitale sociale, solidarietà e diritti”, di questo si è parlato a Milano nel convegno organizzato da Arci cultura e sviluppo e dal Forum del Terzo Settore, promosso dall’Osservatorio Eurolatinoamericano sul Terzo Settore e dalla Fondazione Kellogg, con il patrocinio della Fondazione Cariplo. Moltissimi gli spunti di discussione per i mondo del Non profit e che hanno portato ad un confronto tra i differenti modelli possibili per chi opera nel Terzo settore. Un modo costruttivo per far incontrare l’esperienza europea con quella americana, soprattutto in un momento di crisi del welfare in Europa e di stabilizzazione democratica nei Paesi latinoamericani (oggi Brasile, Argentina, Perù, Colombia e Cile sono tutte democrazie a differenza di qualche decennio fa…). Ma anche un momento di profonda crisi per le popolazioni sudamericane, dopo anni di politiche neoliberiste selvagge di cui l’Argentina ne è l’esempio più eclatante (ed è di oggi la notizia dell’arresto dell’ex ministro dell’economia Domingo Cavallo, un liberista docg) Proprio per l’urgenza di cambiare questa tendenza negativa, facendo crescere nei due continenti le attività del Terzo settore, l’Arci e l’Arcs (Arci cultura e sviluppo) hanno costituito l’Osservatorio Eurolatinoamericano su Terzo settore e sviluppo locale, cui collaborano numerose realtà associative ed istituzionali e che ha già realizzato e punta a realizzare sia appuntamenti politici che iniziative di formazione e di scambio. Chi fa parte della rete dell’Osservatorio Euro-latinoamericano sul Terzo settore? Per l’Italia Arci, Acli, Banca Etica, Centro Studi di Politica Internazionale (Cespi), Legambiente, Regione Lazio, Federsolidarietà, Osservatorio delle regioni italiane per la cooperazione internazionale e Forum permanente del Terzo settore. Per la Spagna la Confederación de Asociaciones de Vecinos, Consumidores y Usuarios de España, e la Junta de la Comunidad Autonoma Castilla La Mancha. Per il Portogallo Ínter cooperación y desarrollo. A livello europeo la Confederazione europea delle cooperative del lavoro e sociali. E poi una cinquantina tra enti pubblici, università, fondazioni, ong, forum e reti di Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela. Un Osservatorio che a Porto Alegre ha partecipato attivamente con un Workshop e che, come sottolinea il portavoce del Forum permanente del Terzo Settore Giampiero Rasimelli, ha creato una base d’informazioni e di comunicazioni per avviare politiche di collaborazione tra molte e variegate realtà del Terzo settore europeo e latinoamericano. Quali gli obiettivi per il futuro dell’Osservatorio Eurolatinoamericano? Rasimelli le sintetizza così: approfondire la conoscenza e la riflessione sul ruolo, le politiche, gli strumenti e le prospettive del Terzo settore nei processi di mondializzazione e localizzazione territoriale. Confrontando le differenti esperienze, alla ricerca di collaborazioni possibili. “Ma”, continua Rasimelli, “per organizzare questa riflessione ci proponiamo di costruire e formalizzare una rete di comunicazione permanente fra le varie realtà europee e latinoamericana del Terzo settore. Che attraverso incontri come quest’ultimo a Milano, scambi sistematici, formazione, assistenza tecnica e progetti di cooperazione, promuovano il miglioramento delle condizioni di lavoro del Terzo settore. Soprattutto in Sudamerica”. E se le idee e le proposte abbondano (sui temi discussi al congresso Vita ritornerà con approfondite analisi), ciò che manca, per ora, è una sede che ospiti l’Osservatorio Euro-latinoamericano. Si spera per poco.


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