Non profit
Matteo Carradori è il nuovo direttore di Fondazione Caript
Telesforo Bernardi ha lasciato l’incarico dopo otto anni, per andare in pensione. Carradori è pistoiese e ha 37 anni: da gennaio è il vicepresidente della Fondazione
di Redazione
Matteo Carradori è il nuovo direttore di Fondazione Caript. Dopo otto anni di apprezzato lavoro, infatti, l’avvocato Telesforo Bernardi ha lasciato l’incarico per andare in pensione. Carradori dallo scorso gennaio ha affiancato proprio Bernardi nel ruolo di vicedirettore. Nato a Pistoia 37 anni fa, città dove risiede, ha conseguito la laurea magistrale in Banca, borsa e assicurazioni all’Università di Pisa. In Fondazione Caript è entrato nel 2015 con incarico nell’ufficio finanza, occupandosi tra l’altro della gestione del patrimonio dell’ente. Da alcuni anni è responsabile di questo ufficio e, all’inizio del 2023, è stato nominato vicedirettore della Fondazione.
«È con grande emozione che ringrazio il presidente e il Consiglio d’amministrazione per l’attestato di stima e di fiducia», sono le prime dichiarazioni di Carradori. «In questi anni ho avuto il privilegio di potermi mettere a servizio dei valori e obiettivi dell’Ente, e non posso che sentirmi onorato della nuova opportunità che oggi mi viene offerta. Ci tengo a ringraziare anche tutto il personale e il mio predecessore Bernardi perché è grazie anche al loro contributo che oggi posso prendere la guida operativa di una Fondazione che rappresenta un’eccellenza del nostro territorio».
Il direttore della Fondazione, per statuto, è nominato dal Cda su proposta del presidente. Tra i principali compiti ha quello di coordinarne il personale e di assicurare il buon funzionamento degli uffici.
«Ringrazio di cuore l’avvocato Bernardi per la dedizione, competenza e attenzione ai rapporti umani che ha sempre dimostrato nello svolgere per tanti anni il suo incarico», commenta il presidente di Fondazione Caript, Lorenzo Zogheri. «Per un ruolo così rilevante abbiamo scelto un giovane di comprovate capacità, che già conosce bene dall’interno la struttura e il suo funzionamento. Questo garantisce che un passaggio di consegne così delicato avvenga senza ricadute sull’efficienza ed efficacia delle nostre attività».
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