Volontariato

Fai della Paganella, comune amico della famiglia

Fai della Paganella, 912 abitanti in provincia di Trento, nel 2020 sceglie per la prima volta nella sua storia un sindaco donna. È Comune amico della famiglia: due Tagesmutter, la poltrona dell'allattamento, un campo estivo che diventa una piccola città dove i ragazzi imparano la cittadinanza attiva e responsabile. Un'economia basata su turismo, artigianato e agricoltura invoglia le famiglie a restare nel piccolo comune guidato dalla sindaca Mariavittoria Mottes

di Gabriella Debora Giorgione

Risaliamo in quota, siamo in Trentino. Incontriamo un piccolo comune sostanzialmente stabile nel numero di abitanti. Oggi impariamo che si può "invertire" una tendenza, frenando l'emorragia di residenti. E risuonano le parole di Gianfilippo Mignogna, il primo sindaco di questa rubrica: "Ripartire da quello che c'è".

In Italia c'è la Rete dei "Comuni amici della Famiglia", promossa dalla Provincia autonoma di Trento-Agenzia per la Coesione sociale, il Comune di Alghero e l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose che – si legge in una loro nota – «Sono interessati a diffondere sull’intero territorio nazionale una cultura promozionale a sostegno del benessere della famiglia collaborando e supportando le altre amministrazioni comunali nell’implementare politiche innovative in ambito pubblico. In questo contesto nasce il Network nazionale dei Comuni amici della famiglia».
L'Agenzia per la coesione sociale trentina, tra le altre cose, realizza interventi a sostegno del benessere familiare, promuove le azioni a sostegno della natalità. Tra i "Comuni amici della Famiglia" è anche Fai della Paganella e la nostra rubrica oggi si ferma qui, a 958 metri su un altipiano che sovrasta la Piana Rotaliana ai piedi della Cima Paganella. Pur essendo un centro turistico di riferimento per lo sci, Fai della Paganella ha conservato una storia antica: gli scavi archeologici a Doss Castel hanno portato alla luce le tracce della popolazione pre-romana e un insediamento dell’età del bronzo. E si presenta ancora oggi con un fascino rurale inaspettato. Incontriamo Mariavittoria Mottes, dal 2020 prima donna sindaco di Fai della Paganella.

Comune amico della famiglia cosa significa?
È un progetto che stiamo portando avanti come comuni della Paganella, siamo cinque comuni che hanno un'attenzione particolare al mondo della famiglia e dei bambini e per questo abbiamo attivato una serie di servizi specifici, a partire dalle due Tagesmutter, le “mamme di giorno”, cioè donne, quasi sempre mamme, qualificate come educatrici, che accolgono a casa loro un piccolo gruppo di bambini 0-3 anni. Dai tre anni abbiamo la materna, poi la scuola elementare. Le medie sono ad Andalo, ma ci sono i trasporti pubblici.

Niente spopolamento, dai dati siete abbastanza stabili…
Sì, siamo 912 abitanti abbastanza stabili perché abbiamo un’economia fondata su turismo, agricoltura e artigianato, tre settori molto forti. Di fatto, la comunità si automantiene direttamente e pertanto non ha la necessità di uscire dal paese. Anzi, si sta verificando un po' anche un effetto contrario: le famiglie vengono dalle città ad abitare qui a Fai della Paganella proprio per il contesto naturale, sociale, di tranquillità e di opportunità di lavoro perché c'è richiesta sia di operai nelle varie aziende artigianali, sia di lavoro all'interno dell'industria turistica. È recente l'arrivo di cui famiglia con tre bambini e di un'altra famiglia con due ragazzini. Qui i bambini crescono in piena autonomia perché sono liberi di giocare nelle piazze e questo comunque crea autostima ed aumenta l'autonomia, atteggiamenti che migliorano anche approccio allo studio. Lo confermano anche le insegnanti.

Un territorio più autentico di montagna…
Esatto! Da noi si vedono ancora le mucche, ci sono gli artigiani che tagliano la legna. È un autentico paese di montagna che non si è venduto mai completamente ad una industria “singola”. La nostra economia è turistica, con circa 1000 posti letto complessivi, abbiamo un incremento anche dell'extra alberghiero, cioè gli agriturismi, e adesso il Bikepark della Paganella: abbiamo tutta la parte dei sentieri di enduro e delle discese di downhill. Sulla Paganella i flussi turistici iniziano ad essere molto simili in estate e in inverno.

Sindaca, sul fronte patrimonio immobiliare come siamo messi?
Purtroppo nonostante ci siano molte richieste di abitazioni, a Fai della Paganella è difficile trovare abitazioni in affitto. Tutto quello che era in vendita, dopo il covid è stato venduto principalmente come prima casa, anche perché qui abbiamo la legge Gilmozzi, una normativa pensata per limitare l’edificazione di case ad uso turistico e si applica esclusivamente ad una serie di comuni trentini che vengono classificati come “a vocazione turistica”. La norma permette la costruzione di nuovi edifici residenziali solo se rispettano un vincolo: devono essere destinati ad abitazione principale del fruitore finale. Ciò nonostante il mercato c'è insieme alla voglia di venire qui ad acquistare una casa per vivere a Fai.

Quindi un rilancio anche economico
Non un “boom economico”, ma sicuramente dopo il covid c’è stato un bel fermento.

Pnrr? Immagino l’asilo nido…
Sì, realizzeremo il polo 0-6 anni, ma mi piace dire che non c’è solo quello. Per le famiglie abbiamo attivato anche la “Festa dell’albero”, abbiamo ampliato poi abbiamo “Nati per leggere” e la poltrona per l’allattamento.

Che cosa è?
È un piccolo corner nella nostra biblioteca dove le mamme che portano i bambini più grandi a fare delle attività trovano un angolo “morbido” dove allattare i neonati.

Fai della Paganella per la prima volta ha un sindaco donna: questa sensibilità si deve anche a questo?
No, dai, non penso, secondo me non c'è mai stata l'occasione di un sindaco donna. Io di recente ho fatto un cambio di vita ed ho avuto più tempo a disposizione. Non sono mai stata in politica, sono laureata in biologia, prima facevo l'operatrice di turistica adesso ho un piccolo bed and breakfast. Mi hanno chiesto di candidarmi e sono stata trasportata a fare questa scelta dall'amore per il mio paese. Quel “sacrificio” che fai per un figlio, questo mi sono detta, e mi sono messa in gioco. Eravamo un gruppo di persone, di amici, ci siamo messi insieme per il bene del nostro paese. Pensi che la prima giunta era formata tre donne e un uomo. Adesso siamo pari.

Progettazioni e Pnrr?
Oltre all'asilo, tutti i bandi sulla digitalizzazione, l’efficientamento energetico destinato all’illuminazione pubblica, le otto postazioni di lavoro coworking, abbiamo riqualificato in area sosta camper un vecchio campo di calcio dismesso, abbiamo provato il bando sullo sviluppo dei borghi ma senza esito purtroppo. E poi come gruppo di 25 comuni abbiamo provato ad accedere a un Pnrr sul controllo a distanza degli acquedotti che comprende anche il rifacimento di alcune linee di condutture. Era un progetto importantissimo: solo per il comune di Fai della Paganella portava un finanziamento di 5 milioni di euro, immagini per 25 comuni. Siamo stati ammessi, ma non ci sono riserve a sufficienza, ora vediamo che succede. C'è un tratto di acquedotto molto lungo che ha la sua età e inizia a cedere, solo in un mese abbiamo dovuto fare quattro interventi di riparazioni urgenti e questo indica un cedimento. Siamo piccoli comuni, non ce la facciamo con i nostri finanziamenti. Su un bene prezioso come l’acqua questo finanziamento Pnrr sarebbe proprio servito.

Il welfare di Fai della Paganella?
Reddito di cittadinanza c'è qualcosa, ma si tratta dell’uno per cento della popolazione. Gioco d'azzardo no, per fortuna. Persone con disabilità ci sono, ma la nostra parte sociale è tutta sulla Comunità, che è un organismo sovracomunale che prende in carico il sociale, anche perché un piccolo comune non può sostenere tutto. Ma devo dire che per fortuna a Fai della Paganella non abbiamo situazioni particolarmente gravose di persone con disabilità. Come comunità abbiamo una cosa molto bella che si chiama “Mini altopiano” e si rivolge ai bambini 6-14 anni che è un centro estivo un po’ diverso perché il bambino quando arriva riceve una carta d'identità con la quale va all'ufficio di collocamento e chiede di fare un lavoro. Si lavora all’interno del centro estivo facendo il barista, il tecnico del cinema, il contadino nell’orto: insomma i ragazzi vivono in una piccola città in cui chiedono di poter avere un lavoro e se fanno per almeno due ore lo stesso lavoro possono andare a ritirare la loro busta paga e andare a portare i soldi, che si chiamano “i marenghi”, in banca, però per poter diventare banchiere devono fare un corso specifico. Poi c’è l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, ogni due settimane. Si sviluppa una società a tutti gli effetti, c’è anche il vigile che ti sgrida se dici le parolacce, c'è anche la “galera”, cioè ti mettono in un angolo per un certo tempo. Si impara, insomma, ad essere cittadini con una "pratica quotidiana" seria ma sotto forma di gioco.

E poi c’è la parte di un composito volontariato, giusto?
Sì, in tutto il Trentino i Vigili del fuoco sono un corpo volontario. Adesso abbiamo aperto un bando per sei ragazzi allievi che frequentano dalla prima media dalla quarta superiore: faranno un corso, sotto forma di gioco, tutti i mercoledì sera in caserma. Ogni comune del nostro distretto ha il proprio corpo dei vigili del fuoco, gli allievi dei 12 comuni andranno quindi tutti insieme a fare il corso e faranno servizio durante un congresso, una manifestazione, dove c’è bisogno di presidio e non d’urgenza. In questo modo nei ragazzini cresce il senso di appartenenza ad una comunità e comprendono l'importanza di dare il proprio tempo gratuitamente. Abbiamo anche la sede della Croce Bianca, nata dall'idea di alcune persone qui a Fai della Paganella più di 30-40 anni fa e che adesso si è allargata diventando “Croce Bianca della Paganella”, anche lì abbiamo 40 volontari. È davvero sentito il desiderio di fare qualcosa per il proprio paese e questo ha un valore che non è assolutamente stimabile. Io ho davvero una parola speciale per queste associazioni perché senza di loro non ce la faremmo.


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