Salute

Agire ora! L’appello degli specialisti contro i composti pericolosi

Gli interferenti endocrini minacciano pesantemente la salute. Ecco perché arriva la petizione degli endocrinologi di tutta Europa e una lettera aperta alla presidentessa della Commissione per chiedere di ampliare con urgenza la lista delle sostanze da vietare per tutelare i cittadini. Le evidenze ci sono: è urgente colmare il gap tra scienza e legislazione

di Nicla Panciera

Cresce tra gli specialisti della salute la preoccupazione per gli interferenti endocrini, composti non presenti in natura ma ormai pressoché ovunque intorno a noi, non solo nei contenitori alimentari in plastica e negli abiti sportivi, ma anche in prodotti di largo consumo come tovaglie, tende e tessuti per le loro proprietà impermeabilizzanti. Per questo decidono di scendere in campo e chiedere misure urgenti per ampliare la lista di sostanze vietate.

L’appello arriva dagli endocrinologi italiani della Sie, che hanno deciso di sottoscrivere la petizione (si può leggere qui, con la lista dei sottoscrittori) della società scientifica europea European Society of Endocrinology (qui, la pagina con l'appello e l'agenda dei prossimi mesi), che ha anche inviato una lettera aperta (qui) alla presidentessa della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, con la richiesta di aggiornare, prima che decadano i mandati dell’attuale Parlamento europeo e della Commissione, il regolamento europeo n. 1907/2006 Reach, acronimo che deriva dall'inglese e indica «registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche». Sono oltre 300mila le tonnellate prodotte ogni anno, 200mila composti differenti, fino a 12mila molecole dannose per la salute e l’ambiente, con effetti potenzialmente drammatici sulla salute malformazioni congenite, disturbi dello sviluppo neurologico o della riproduzione, tumori, diabete e obesità come mostrano anche grandi studi epidemiologici di coorte. L’esposizione a queste sostanze, inoltre, avviene fin dalla vita intrauterina e si sa che i cosiddetti «primi mille giorni» sono un periodo critico, in cui avviene la programmazione di vari meccanismi nell’organismo.

Perché è urgente

Di interferenti endocrini e di quale minaccia pongano alla salute vi avevamo parlato diffusamente in questo articolo di VITA (cliccare qui). «É fondamentale che la revisione sia adottata nell’ambito dell’attuale mandato politico della Commissione europea e del Parlamento europeo. Ritardare ulteriormente la revisione del Reach determinerà il persistere di un elevato livello di esposizione della popolazione ai cosiddetti interferenti endocrini, cioè sostanze chimiche capaci di alterare la funzione del sistema endocrino, con conseguenze più gravi in particolar modo per i soggetti più vulnerabili, come donne in gravidanza e bambini» affermano Annamaria Colao, presidente della Sie e Gianluca Aimaretti, presidente eletto della Sie.

La ricerca

Delle molte sostanze cui siamo esposti giornalmente, spesso ignoriamo la pericolosità. Contemporaneamente, molto ancora non si conosce. Vanno trovate risposte alle questioni ancora irrisolte, dal momento che spesso gli interferenti si trovano in miscele, con un effetto cocktail di cui andrebbero misurati gli effetti, che si fanno notare anche a livelli inferiori a quelli stabiliti dalle soglie di legge: le prolungate esposizioni continuative che creano un accumulo inizialmente impercettibile i cui effetti si manifestano anche molti anni dopo l’esposizione. Secondo uno studio finanziato dall’Unione europea e pubblicato sulla rivista Science lo studio EDC-MIxRisk, spiegano «l’esposizione in gravidanza a mix di interferenti endocrini, ciascuno dei quali anche sotto soglia, aumenta fino al 54% il rischio di deficit neurologico nei nascituri provocando un ritardo nel linguaggio. I dati confermano l’importanza di conoscere meglio gli effetti di queste sostanze chimiche sulla salute, di cui per esempio non sappiamo quasi nulla in merito alle conseguenze sul sistema surrenale». E ancora: «L’Europa ha un regolamento molto avanzato e per esempio per il bisfenolo A sono già stati previsti adeguati divieti per l’impiego in molti prodotti: l’auspicio è che si arrivi presto a qualcosa di simile anche per interferenti endocrini di cui sono già noti i rischi, come gli ftalati o le varie sostanze con effetto antiestrogenico o antiandrogenico. Le sostanze che, secondo una classificazione prodotta dall’Unione Europea, certamente interferiscono con il sistema endocrino sono finora 66, mentre per altre 52 non esistono prove sufficienti per stabilire una classificazione adeguata: è fondamentale aumentare le conoscenze e poi agire per tutelare i cittadini».

L'industria

Il progresso e l’innovazione non si arrestano, sempre nuove sostanze verranno prodotte. Serve quindi maggior attenzione, anche da parte delle industrie: «L’auspicio è che si prosegua sulla strada tracciata dalla Commissione con la Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili di ottobre 2020, in cui si fa riferimento a una produzione, sin dalla fase di progettazione, sostenibile e sicura sia per la salute umana sia per l’ambiente», concludono Colao e Aimaretti. A settembre dello scorso anno, la Commissione europea ha intanto avviato una consultazione pubblica su un progetto di legge che introdurrebbe nuove classi di pericolo nell'ambito della revisione di un altro regolamento (CE), il n. 1272/2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e miscele. In questo modo, verrebbero aggiunti criteri e classi di pericolo per gli interferenti endocrini e le sostanze persistenti bioaccumulabili e tossiche.

Photo by Jas Min on Unsplash


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