Politica

Un’agenzia europea per la tutela pubblica su farmaci e vaccini?

Nel Rapporto sulle lezioni della pandemia di Covid-19, approvato dalla Commissione speciale dell’Europarlamento sulla pandemia, è passata la proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità. Si punta a produrre adeguati benefici nell’interesse pubblico, e non a vantaggio delle aziende farmaceutiche. Ma non è finita: l’11 luglio prossimo si voterà in plenaria. In quella occasione si cercherà di ridisegnare Hera, la direzione della Commissione europea per le emergenze sanitarie

di Redazione

Un’infrastruttura pubblica europea per farmaci e vaccini Nelle conclusioni e raccomandazioni finali del Rapporto sulle lezioni della pandemia di Covid-19 approvato il 12 giugno dalla Commissione Covi (la Commissione speciale dell’Europarlamento sulla pandemia Covid-19) passa, dunque, la proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità – ForumDD. Il risultato è frutto del lavoro di questi anni ultimi tre anni di un’alleanza vasta tra scienziati, medici e organizzazioni della cittadinanza attiva. Nel testo finale, che arriverà in plenaria l’11 luglio prossimo, si propone anche di ridisegnare Hera, la direzione della Commissione europea per le emergenze sanitarie, trasformandola in un’agenzia più autonoma, con budget maggiore, missione più ampia e maggiore trasparenza. Viene poi rimarcato quanto emerso dallo studio indipendente redatto per la Commissione Covi da Massimo Florio e Simona Gamba (Università di Milano) e da Chiara Pancotti (Centro indipendente per gli studi industriali – Csil), ovvero che il rischio finanziario per la realizzazione dei vaccini è stato assunto soprattutto dal pubblico, ossia dai contribuenti, più che dall’industria farmaceutica e quindi Commissione e Stati membri sono invitati a far sì che in futuro tale contributo “produca adeguati benefici nell’interesse pubblico”, una forte, ancorché implicita, critica alla gestione della Commissione. Si riconosce inoltre un’insufficiente trasparenza nella relazione con le aziende farmaceutiche nei mesi della pandemia e che su questo aspetto servono nuove regole certe, in particolare l’obbligo per le imprese di dichiarare i contributi pubblici ricevuti.

«La portata politica della raccomandazione di creare una infrastruttura pubblica europea per vaccini e farmaci, è alta», sottolinea Massimo Florio, membro del ForumDD e promotore della proposta di creare un’infrastruttura pubblica europea per la salute. «Un segnale positivo importante. Tuttavia, rischia di perdersi, data la dimensione prolissa (617 punti) del Rapporto. Si torna in modo talora contraddittorio sugli stessi argomenti e, segnatamente, a volte si dà un giudizio acriticamente positivo sui diritti di proprietà intellettuale come motore dello sviluppo dei vaccini, pur riconoscendo che i brevetti hanno limitato l’accesso ai vaccini nel mondo. Occorre più coraggio per cambiare il modello dell’innovazione biomedica».

In effetti, nel Rapporto, pur riconoscendo che l’esclusiva brevettuale può limitare il mercato e l’accesso alle medicine, si afferma che il sistema dei brevetti incentiva le imprese a innovare nell’interesse pubblico. E pur ribadendo la posizione del Parlamento europeo (non fatta propria dalla Commissione) di sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini Covid-19 per consentire l’accesso alla produzione nei Paesi più poveri, si sostiene, peraltro con linguaggio contorto, che le licenze obbligatorie potrebbero essere inadeguate per aumentare la disponibilità di vaccini.

«Siamo solo all’inizio dell’opera, ma il risultato ottenuto mostra che non esistono Golia imbattibili anche a livello di intera Europa», è il commento di Fabrizio Barca, co-coordinatore del ForumDD. «La parte più retriva e monopolista del mondo imprenditoriale farmaceutico si è mobilitata affinché il Rapporto del Parlamento europeo levasse un peana alla loro azione che ha visto negare i vaccini a un pezzo del mondo e spendere, noi tutti, cifre spropositate e inique. Eppure, il messaggio della ragione è in qualche misura passato. Ora dobbiamo moltiplicare i nostri occhi e la nostra pressione per sciogliere le ambiguità sui brevetti quando basati su ricerca e finanziamenti pubblici».

Il Forum Disuguaglianze e diversità scriverà nuovamente a tutti gli europarlamentari italiani per chiedere di impegnarsi affinché nella votazione in plenaria non siano fatti passi indietro sulla ricerca pubblica e per fare in modo che le contraddizioni ora presenti vengano risolte.

Intanto, in occasione del voto al Parlamento europeo del Rapporto sulle lezioni della pandemia Covid-19, il ForumDD ha lanciato con un documentario la campagna “Salute bene comune”, per rafforzare l’attenzione degli europarlamentari e dell’opinione pubblica sull’urgenza di orientare maggiormente la ricerca nell’interesse pubblico e sulla proposta di un’infrastruttura pubblica europea autonoma e senza finalità di profitto per lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini. Pubblicato il Rapporto, il documentario aiuta a comprendere la sua importanza e a coglierne le innovazioni. Consente inoltre di diffondere informazione e mobilitarsi ancora più in previsione del dibattito all’assemblea del Parlamento europeo. Per supportare la campagna, tutti i cittadini possono inoltre firmare la petizione “Una infrastruttura europea per i vaccini, farmaci e innovazione biomedica”, che ha già ricevuto la firma di importanti personalità e associazioni impegnate da anni per il diritto alla salute pubblica.

Credits: foto di apertura di Guillaume Perigois su Unsplash


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