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Il no alla vivisezione in Europa e in Italia è corale

Cittadini europei e italiani confermano il loro no all’uso di cavie e chiedono una ricerca senza animali. A dirlo un sondaggio condotto in otto Paesi Ue, ma anche i risultati dell’Iniziativa dei cittadini europei (Eci) che ha raccolto oltre 1 mln e 400mila firme. Dalla Lav l’appello: «anche il nostro Paese sostenga una ricerca etica, che valorizzi la vita animale e il futuro dei giovani ricercatori italiani»

di Redazione

La stragrande maggioranza dei cittadini europei è contro l’uso degli animali nella ricerca e chiede un’accelerazione per la completa sostituzione delle cavie per per passare ad una scienza innovativa e all’avanguardia senza animali. A dirlo sono i risultati di un nuovo sondaggio, condotto da Savanta ComRes (una delle società di sondaggi più note del Regno Unito) in 8 Paesi dell'Ue tra cui l’Italia. Oltre 7 cittadini su 10 (73%) concorda sulla profonda preoccupazione per l'utilizzo di animali nella ricerca. E risultati superiori hanno ricevuto gli altri quesiti del sondaggio. In particolare: il 76% ritiene che si debba fare di più per accelerare la completa sostituzione degli animali nella sperimentazione; mentre il 77% pensa che Commissione europea e i suoi Stati membri debbano sviluppare una strategia per il passaggio alla sperimentazione senza l'uso di animali; infine, il 75% vuole che l'Unione europea sia leader globale nel passaggio alla scienza e all'innovazione senza l'uso di animali.

Un risultato che non stupisce – sottolinea una nota della Lega anti vivisezione – Lav -, vista la recente Iniziativa dei cittadini Europei (Eci), che ha raccolto oltre 1 milione e 400mila firme contro la vivisezione, di cui 91mila italiane oltrepassando del 172% il quorum previsto nazionale.
In Italia i risultati del sondaggio  sono ancora più chiari. Più dell’80% degli intervistati fortemente schierati verso una scienza basata su metodi sostitutivi e che chiede un maggior impegno da parte degli stati membri di passare ad una scienza innovativa e all’avanguardia con modelli non animali.
L’esito del sondaggio, inoltre, si allinea alla risoluzione del Parlamento europeo del 2021, che invitava la Commissione Ue a coordinare, insieme agli Stati membri, un piano concreto per accelerare la transizione verso una ricerca senza animali.

Riconoscendo le preoccupazioni etiche e scientifiche associate alla sperimentazione animale – ricorda ancora la nota della Lav -, molti Paesi europei hanno dichiarato negli ultimi anni la loro intenzione a ridurre e sostituire l’utilizzo di animali nella ricerca. L’Olanda, ad esempio, ha messo in atto un piano preciso e ben definito per potersi muovere nei prossimi anni verso una scienza fondata sui metodi sostitutivi.
Il nuovo governo tedesco si è impegnato ad attuare una strategia atta a ridurre l’uso di animali e promuovere concretamente i metodi sostitutivi. Nel 2021 il centro 3R svedese ha pubblicato un piano preliminare per limitare l’uso di animali nella ricerca facendo seguito ad una precisa richiesta del Governo.  È chiaro quindi come l’Unione Europea sia fortemente schierata a supporto di una transizione verso una scienza etica, innovativa e priva di animali.

In Italia, grazie alle pressioni di Lav, il ministero ha stanziato 3,2 milioni di euro a sostegno dei metodi sostitutivi per il biennio 2021 e 2022, 1,6 all’anno, in origine erano previsti anche per il 2020 e sono andati persino persi per un ritardo dello stesso ministero. Lo stanziamento – commentano alla Lav – rappresenta una cifra irrisoria se comparata con i finanziamenti dedicati, invece, alla sperimentazione animale che fagocita la quasi totalità dei fondi. «A fronte dell’ennesima conferma del volere dei cittadini e dell’esempio dato da Governi trainanti come quelli nord Europei, auspichiamo che anche il nostro Paese prenda immediatamente delle misure concrete per lo sviluppo e il sostegno a una nuova ricerca utile, rapida e affidabile human-based e vengano vincolati dei fondi per l’implementazione di nuove tecniche di ricerca etiche valorizzando la vita animale e il futuro dei giovani ricercatori italiani» conclude Michela Kuan, responsabile Lav per l’Area Ricerca Senza Animali.

In apertura topo da laboratorio foto by Rama – Own work, CC BY-SA 2.0 fr, commons.wikimedia.org

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