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Come sentire la musica senza sentirla (oltre ai Coldplay)

La band di Chris Martin a Milano ha portato sul palco due interpreti Lis per tradurre il concerto per le persone sorde. Anche chi non vede e non sente infatti può avere una vera e propria passione per la musica, che sente attraverso le vibrazioni, tenendo fra le mani un palloncino, nelle parole di chi insieme a loro vive quell'esperienza. Come sanno bene alla Lega del Filo d'Oro...

di Sara De Carli

Luisa ha l’impianto cocleare per entrambe le orecchie ed è appena stata al concerto di Tiziano Ferro. Francesca invece è una grande fan di Laura Pausini: ha una malattia rara e degenerativa, che a livello visivo le ha lasciato solo ombre e che le dà gravi problemi di udito da quando ha 3 anni. Per lei un concerto è «una delle emozioni più belle che ci sia nel mondo!». Agostino invece, come Letizia e tanti altri bambini, hanno una pluriminorazione psicosensoriale: la musica la “ascoltano” direttamente sdraiati sul pianoforte, attraverso le vibrazioni. Riccardo appoggia i piedini sulla cassa acustica della chitarra. Sono frammenti di storie di persone seguite dalla Lega del Filo d’Oro, una realtà che da quasi sessant’anni si occupa in maniera specifica di educazione, assistenza e riabilitazione di chi non vede e non sente, costruendo progetti di vita personalizzati e lavorando tantissimo sulla dimensione di autonomia e inclusione sociale. Tra le attività di socializzazione proposte dai Servizi e dalle Sedi Territoriali, così come tra i desideri e le attività per cui le persone chiedono un accompagnatore, i concerti non sono così rari. E la musicoterapia è una costante delle attività della Lega del Filo d’Oro, nonostante all’apparenza possa sembrare una presenza “strana”: che c’entra la musica con persone che non sentono?

«Io sono una grande appassionata di musica, mi piace tantissimo andare ai concerti. Sono andata a diversi concerti di Laura Pausini, a un concerto di Tiziano Ferro, di Gigi D’Alessio, al Radio Italia Live, alcuni a San Siro e alcuni al Forum di Assago», racconta Francesca. «Mi sono sempre trovata bene, nonostante abbia difficoltà di udito sono sempre riuscita a seguire bene il concerto perché stavo molto vicina alla casse. Se ti metti vicino alle casse più grandi, ti sembra di avere il cantante di fianco. L’unica volta che non mi sono trovata bene è stata quando al Forum mi hanno mandata, in quanto disabile, nella saletta dietro al palco riservata ai disabili… ma lì non si sente niente. Mai più, piuttosto pago il biglietto intero ma vado negli anelli».

Mi sono sempre goduta i concerti perché stavo molto vicina alla casse. Se ti metti vicino alle casse più grandi, ti sembra di avere il cantante di fianco. L’unica volta che non mi sono trovata bene è stata quando al Forum mi hanno mandata, in quanto disabile, nella saletta dietro al palco riservata ai disabili… ma lì non si sente niente. Mai più, piuttosto pago il biglietto intero e vado negli anelli

Francesca, utente del Servizio Territoriale di Lesmo della Lega del Filo d’Oro


Raccontiamo queste storie perché nei giorni scorsi i Coldplay, nel loro secondo live milanese, hanno voluto sul palco due interpreti Lis: hanno tradotto tutto il loro concerto nella lingua dei segni. Per gli spettatori non udenti e ipoudenti, inoltre, hanno messo a disposizione dei Subpac, ossia degli “schienali tattili” o “zaini sonori” che permettono alle persone sorde di percepire fisicamente il suono, attraverso le vibrazioni. La notizia ha fatto il giro del web. Francesco Pavani, scienziato cognitivo dell’Università degli Studi di Trento, esperto di percezione multisensoriale e vicedirettore del Centro interuniversitario di ricerca "Cognizione, linguaggio e sordità", qui spiega come sia possibile sentire la musica da sordi.

Alla recente Conferenza Nazionale delle Persone Sordocieche, organizzata dalla Lega del Filo d'Oro a Tivoli, «una sera abbiamo messo della musica e tra gli interpreti Lis presenti ce n’era anche uno che aveva lavorato a Sanremo. È stato bellissimo, perché quando segnano gli interpreti più attenti a questa dimensione oggi non si limitano a narrare il testo della canzone, ma seguono anche l’andamento della musica, vederli è proprio spettacolare. Le persone sordocieche avevano accanto a sé un interprete di List, la lingua dei segni tattile, in un rapporto uno a uno. È stato emozionante». Alla Lega del Filo d’Oro il Subpac non c’è, ma per sentire la musica basta molto meno: oltre allo “stratagemma” di mettersi vicino alle casse, in realtà basta un palloncino tra le mani. «È chiaro che lo fai quando il contesto lo permette, magari un concerto di Vasco con un palloncino tra le mani no, un concerto di pianoforte seduti comodi forse sì», racconta Cristina Alippi, educatrice del Servizio Territoriale di Lesmo della Lega del Filo d’Oro. «Ma accanto alla possibilità di percepire le vibrazioni, è la mediazione dell’accompagnatore ad essere determinante. Il volontario o l’interprete che accompagna descrive come è vestito il cantante, come si muove sul palco, se balla, se il pezzo che sta suonando è lento o veloce, cosa dice il testo, cosa dice il cantante tra una canzone e l’altra. Una volta andammo a un concerto di pizzica: fu interessantissima la preparazione fatta prima del concerto, su cosa rappresenta la pizzica nel Salento, come è nata, sul perché gli uomini fanno certi movimenti e le donne altri».

Alla Conferenza Nazionale delle Persone Sordocieche una sera abbiamo messo della musica e tra gli interpreti Lis presenti ce n’era anche uno che aveva lavorato a Sanremo. È stato bellissimo, perché quando segnano gli interpreti più attenti a questa dimensione oggi non si limitano a narrare il testo della canzone, ma seguono anche l’andamento della musica, vederli è proprio spettacolare

Cristina, educatrice

«Certo che una persona che non vede e non sente può andare a un concerto, anzi deve. Per me quello è il forse il momento in cui mi sento più libera, mi scateno proprio, mi ricarico. Per me in quel momento non ci sono limiti né difficoltà. La musica riesce a trasmettermi tutta la sua potenza e bellezza e torno a casa “carica”. Periodicamente avverto proprio la necessità di andarci, tant’è che ho già il prossimo biglietto: gennaio 2024, sempre con Laura Pausini», racconta Francesca. Quando è lì, balla, canta, chiacchiera con gli altri fan. «È bellissimo quando anche chi ti accompagna è appassionato come te di quel cantante… E poi mi piace che mi descrivano l’aspetto creativo dei palchi: una volta Laura Pausini salì su un’altalena che dondolava proprio sopra di noi ed è stato emozionante. Tiziano Ferro salì un pallone gonfiato che si spostava sopra il palco, cose fantastiche». Insomma, non è solo questione di vibrazioni: l’importante è entrare nell’atmosfera!

Nella foto di apertura, il piccolo Riccardo sente la musica appoggiando i piedini sulla cassa della chitarra. Nel testo, Luisa con una volontaria al concerto di Tiziano Ferro e Francesca con Laura Pausini

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