Comitato editoriale

Accoglienza dei rifugiati in Sicilia, il riconoscimento dell’Onu

L’associazione salesiana e la società cooperativa Das hanno ricevuto a Roma il premio Welcome per la loro attività di inserimento al lavoro di persone sotto protezione internazionale. Attualmente sono tredici, negli anni sono state centinaia

di Nicola Varcasia

L’associazione Don Bosco 2000 e la società cooperativa Das hanno ricevuto a Roma il premio Welcome – working for refugees integration, assegnato dall’agenzia Onu per i rifugiati Unhcr. Il riconoscimento, giunto alla sua quinta edizione, viene assegnato annualmente a imprese e realtà sociali che si sono distinte per aver assunto persone sotto protezione internazionale o favorito il loro concreto inserimento lavorativo e sociale, anche incoraggiando la nascita di attività di autoimpiego.

Don Bosco 2000, come ente promotore, e Das, come azienda ospitante, hanno attivato negli anni centinaia di tirocini formativi e project work a favore dei beneficiari dei progetti di accoglienza – oggi 13 in Sicilia – contribuendo in maniera essenziale alla loro autonomia e alla loro stanzialità sul territorio. «Grazie al lavoro, in molti hanno potuto prendere casa con le loro famiglie», dichiara Roberta La Cara, direttrice ricerca e sviluppo dell'associazione Don Bosco 2000, «decine di famiglie si sono fermate da noi, nell’entroterra siciliano, non in insediamenti fatiscenti come spesso accade nelle grandi città, ma in abitazioni dei centri urbani. All’interno di comunità diffuse sul territorio, hanno contribuito a cambiare il volto antropologico delle piccole città, in un melting pot che è fonte di crescita e sviluppo».

Sono queste le condizioni che pongono Don Bosco 2000 in linea con l’approccio Welcome del Global compact, all’interno del quale il networking è passato da cinquanta enti sul territorio nazionale a duecento negli ultimi cinque anni; un indicatore dell’aumentata sensibilità sul fenomeno migratorio ma anche della crescente consapevolezza che le persone, se adeguatamente valorizzate, rappresentano sempre una risorsa.

«Una cultura aziendale come la nostra, che mette la persona al centro, è vincente, lungimirante e intuitiva», conclude La Cara, «punta su una pianificazione strategica che guarda lontano fino ad allinearsi non solo alle più grandi aziende italiane ma anche ai principi europei del Global compact e di Unhcr».