Mondo

La dottrina Bush? Non è applicabile, o forse sì

Problemi da parte degli Stati Uniti nel definire una strategia efficace per tentare di porre fine alla difficile situazione in M.O.

di Paolo Manzo

La “dottrina Bush”, secondo la quale è legittimo, dopo l’11 settembre, l’intervento militare contro paesi che sostengono il terrorismo, non è perfettamente applicabile al conflitto israelo-palestinese.

Il portavoce Ari Fleischer, ribadisce che “l’esistenza degli accordi di pace di Oslo del 1993” rende la situazione “diversa” da quella che ha permesso
l’intervento americano in Afghanistan per distruggere quelle che Bush definisce le “infrastrutture terroristiche” di al Qaeda.

Terminologia che Ariel Sharon ha adottato per la sua nuova, totale, offensiva contro i territori.

Sabato scorso, George Bush, intervenendo dal suo ranch texano di Crawford, aveva ribadito il suo sostegno a Sharon ed al “diritto all’autodifesa” di Israele.

Intanto l’ultimo attentato a Gerusalemme è, sempre secondo Mr Fleisher “un test per la leadership di Arafat”: la Casa Bianca quindi rimane convinta che “Arafat può fare di più” per fermare la violenza, ha detto il portavoce di Bush condannando con fermezza l’attentato come “un altro esempio che dimostra la
necessità di arrivare alla pace”.

Arafat che continua ad essere assediato nelle sue stanze da una sessantina di tank israeliani.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.