Welfare

Truffe agli anziani, la soluzione? Riscoprire il buon vicinato

L'Anap di Confartigianato, insieme al ministero dell'Interno e al Dipartimento di pubblica sicurezza – direzione centrale della polizia criminale, lavora per informare gli anziani sui rischi de raggiri - online e offline - ai danni di chi è più avanti con gli anni e per stimolare le vittime a denunciare quanto accaduto. Ricreare una rete sociale di quartiere può essere uno dei modi per difendersi dai rischi di vivere da soli

di Veronica Rossi

Sempre più spesso, nelle città, gli anziani vivono soli, con figli e nipoti portati lontano dal lavoro. Soffrono di solitudine, che rischia di essere alla base della fragilità e del rischio di essere vittime di truffe. I raggiri verso le persone più avanti con gli anni, a cui oggi Walter Veltroni ha dedicato un articolo, richiamato in prima pagina, sul Corriere, sono all’ordine del giorno: il pericolo si trova online, al telefono, per strada. L’arma migliore per difendersi è la conoscenza dei trucchi utilizzati dai malintenzionati e delle situazioni che devono mettere in allarme. È per questo che l’Associazione nazionale anziani e pensionati – Anap di Confartigianato è impegnata, per il quinto anno consecutivo, in una campagna nazionale contro le truffe ai danni degli anziani, insieme al ministero dell’Interno e al Dipartimento di pubblica sicurezza – direzione centrale della polizia criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza.

«Ci proponiamo di fare informazione su questo tema, attraverso assemblee, spazi sul nostro giornale e vademecum in cui, con un linguaggio facilmente comprensibile, spieghiamo quali sono i rischi e com’è possibile evitarli», spiega Fabio Menicacci, direttore di Anap. «Vogliamo anche far capire alle persone che non devono avere paura a denunciare quello che è accaduto». Molte volte chi è più avanti con gli anni si trova in una condizione psicologica più fragile rispetto a chi è ancora giovane e tende a colpevolizzarsi, a pensare di non essere più in grado di badare nemmeno alla propria sicurezza. Ma segnalare è importantissimo, per tutelare sé stessi e gli altri.

Durante gli incontri in presenza e sui depliant, sono analizzati diversi tipi di truffe in cui un anziano può incorrere, anche se le tecniche utilizzate dai malfattori sono in continua evoluzione, per cui non bisogna mai calare la guardia. «Diciamo, per esempio, di non far entrare in casa persone che non si conoscono», racconta Menicacci, «spieghiamo che né l’Inps, né l’Azienda sanitaria o le Poste mandano funzionari nelle abitazioni dei cittadini, illustriamo come camminare per strada, dalla parte opposta rispetto al senso di marcia di autobus o motocicli per evitare il pericolo degli scippi. Poi ci sono le truffe online, per cui consigliamo di non aprire email sospette e, in ogni caso, di non rispondere». L’indicazione, se qualcuno si trova in una delle situazioni riportate dal vademecum, è di chiamare il 112; le forze dell’ordine, oggi, possono andare direttamente a casa della vittima a raccogliere la denuncia, senza che l’anziano sia obbligato a spostarsi.

I familiari, anche se lontani, possono dare un sostegno concreto ai loro cari per difendersi dai raggiri, utilizzando strumenti di comunicazione – i telefoni hanno di solito dei tasti rapidi per la chiamata ai numeri preferiti –, di telemedicina o di videosorveglianza. Un potente mezzo per difendersi dalle truffe è anche la riscoperta della prossimità, dei legami all’interno dei quartieri. Non per nulla lo slogan della campagna è «Più sicuri insieme». Nei piccoli centri, la conoscenza reciproca permette di intercettare più facilmente eventuali persone sospette; in città questo diventa molto più difficile. «Riscoprire le relazioni di vicinato è importante», conclude il direttore, «come sono importanti le soluzioni di housing e i quartieri intergenerazionali a misura di anziano. Nelle prime edizioni della campagna, le persone ci dicevano che quando vedevano qualcosa di sospetto chiudevano le finestre e si facevano i fatti propri. Ora hanno imparato che, chiamando il 112, non fanno un favore solo al vicino, ma anche a sé stessi».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA