Volontariato
Tanto amore non può morire. Una figlia lo sa
Lea ha dieci anni quando scopre che la sua mamma ha un tumore. Tanto amore non può morire: è quello che pensa. Ed è anche il titolo di questo libro dedicato alle ragazze e ai ragazzi per aiutarli ad avvicinarsi a uno dei temi più difficili da affrontare, la perdita prematura di un genitore. In calce aggiungiamo qualche consiglio sulle parole da scegliere
«Le mamme degli altri sono al lavoro. La mia è quasi sempre a casa, da quando ero in prima. Dice che il suo lavoro è guarire. E amarmi dalla mattina alla sera».
Lea ha dieci anni quando scopre che sua madre sta per morire. E viene a saperlo nel peggiore dei modi: a scuola, nell’intervallo, dalla sua migliore amica Noa.
Da quel momento tutto cambia per sempre: la rabbia e il dolore travolgono la sua esistenza e la portano a credere che, finché odierà Noa, sua madre non morirà. Non importa se dovrà rinunciare a un’amica inseparabile, agli allenamenti di calcio e alla scuola: è disposta a tutto pur di bloccare il tempo.
Ma la vita non si ferma: scorre in avanti come un fiume silenzioso e invisibile che avvolge la famiglia di Lea e tutte le persone che le gravitano intorno. Ci sono giorni buoni e giorni in cui il sole si nasconde dietro alle nuvole, ci sono sprazzi di normalità e paure segrete, ci sono battaglie di gavettoni e il desiderio di partire in direzione delle stelle… E c’è, nel fondo, una certezza che non abbandonerà mai Lea: tanto amore non può morire.
Con grande delicatezza e intuizione, l'autrice Moni Nilsson rappresenta in questo libro, Tanto amore non può morire, appunto, uno dei più forti dolori che si possano provare, quello della perdita prematura della mamma.
I sentimenti di Lea emergono in tutta la loro intensità dalle pagine scritte in prima persona, indagando temi fondanti come la sofferenza, la gestione della rabbia, l’importanza dell’amicizia e della comunità nei momenti duri e della comprensione dell’altro, la voglia di essere normali e di non sentirsi compatiti.
«Quando siamo tornati a casa, la mamma si è ammalata di nuovo e ha perso tutti i suoi capelli ricci. Sulla sua testa lucida ho disegnato una razza che non è venuta benissimo, un delfino e un pesce a righe azzurre. Volevo che pensasse più al nostro viaggio che alla malattia. E anch’io. È più bello pensare alla Polinesia francese che al cancro».
La famiglia di Lea è un caleidoscopio che riflette tutti i possibili tipi di reazioni umane al dolore e all’elaborazione del lutto e Nilsson racconta ogni comportamento in maniera comprensiva e mai giudicante, usando le lenti di una ragazza che sta imparando a capire il mondo.
La morte, presentata come un elemento naturale della vita, per quanto difficile da comprendere, viene affrontata con un approccio laico e tanto spazio è riservato alle voci e all’affetto di tutti coloro che gravitano intorno alla mamma di Lea – le sue amiche più care, il marito, i figli, i vicini – rendendo il romanzo onesto, accessibile e utile per avvicinare i ragazzi alla delicata tematica del lutto.
«Posso darti una mano?” Chiede Lucas mentre sto dipingendo la bara in soggiorno, dove stava il letto ospedaliero della mamma. “Sì” rispondo. Dipingo squali, delfini e razze. Dipingo il grande castagno sulla collina nel parco […] Lucas e io dipingiamo. E dipingiamo. E ascoltiamo la sua musica preferita. Per giorni e giorni. Torniamo alla vita dipingendo. La mamma è dappertutto».
Info
Tanto amore non può morire
di Moni Nilsson
traduzione di Samanta K. Milton Knowles
Età: 10+
Edizioni Uovonero
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