Salute
Brera in ospedale
Humanitas rende belli i luoghi di cura con gigantografie tratte da 15 capolavori della Pinacoteca milanese. Sale d’attesa e corridoi impreziositi da ingrandimenti, in maxi formato, realizzati a partire da riproduzioni a 680milioni di pixel. Un totale di circa 400 metri quadrati di arte
In un luogo di forti emozioni quale è l’ospedale, l’arte ha un’energia dirompente. Ancora di più se avvolge i pazienti con figure a grandezza naturale e paesaggi in cui perdersi, come in un sogno.
Accade all’Istituto Clinico Humanitas grazie al progetto “Brera in Humanitas”, che porta 23 dettagli tratti da 15 capolavori della Pinacoteca di Brera nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale. Ingrandimenti in maxi formato, realizzati a partire da riproduzioni a 680milioni di pixel, per un totale di circa 400 metri quadrati di arte.
Accomodarsi in sala d’attesa prima del ricovero e trovarsi nel giardino di “Un dopo pranzo”, sotto lo sguardo calmo delle donne ritratte dal Lega. Prepararsi alla seduta di chemioterapia in 40 metri quadri di giardino ricolmo di zucche, in compagnia della “Fruttivendola” del Campi.
Riposare tra le pennellate azzurre di Raffaello, all’ombra del tempio dello “Sposalizio della Vergine” su 12 metri di parete nell’area Check Up. Camminare verso gli spogliatoi degli infermieri, al piano interrato dell’ospedale, lungo 23 metri di boschi e i campanili dei panorami lombardi del Bellotto. Perdersi tra le acque placide di un paesaggio che, nell’“Annunciazione” del Francia, costituisce il piccolo sfondo della scena principale e che ora, in ospedale, diventa un’opera d’arte indipendente di 10 metri quadri. Lasciarsi trasportare da “Il Bacio” di Hayez sugli 8 metri di parete all’ingresso. O ancora, sentire la dolcezza del tocco delle mani de “Gli amanti veneziani”, di Bordon, nella sala d’attesa del Fertility Center.
Sono alcune delle esperienze che è possibile fare in ospedale grazie ai capolavori di Bernardo Bellotto, Paris Bordon, Vincenzo Campi, Carlo Crivelli, Piero della Francesca, Filippo De Pisis, Francesco Hayez, Il Francia, Silvestro Lega, Lorenzo Lotto, Giulio Cesare Procaccini, Raffaello e Simon Vouet.
La scelta dei dettagli da ingrandire in scala 1:36 (1 centimetro sul dipinto originale corrisponde ora a 36 centimetri sulla parete) si è focalizzata su gesti di cura, sguardi intensi e paesaggi, in un gioco di parallelismi tra l’arte come cura e la cura come arte. È così, ad esempio, che le delicate dita della donna che sorregge il “Vaso di fiori” di Hayez ricordano il gesto di un infermiere che sistema la flebo a un paziente. Questo dipinto, tra l’altro, non è attualmente esposto in Pinacoteca ed è quindi ammirabile esclusivamente nella sala d’attesa della Senologia di Humanitas.
“Brera in Humanitas” è un nuovo capitolo di “La Cura e la Bellezza”, progetto iniziato nel 2018 con “La Carrara in Humanitas”, che ha portato l’arte del Museo Accademia Carrara negli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo. Qui le grandi installazioni hanno accompagnato i momenti più difficili della pandemia da Covid-19, diventando un supporto per gli operatori sanitari e i pazienti.
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