Volontariato
Quando Francesco scoprì il volontariato italiano
«Per lui essere volontari significa essere “con”, essere accanto all’altro, lavorare con lui, accompagnarlo e farsi accompagnare. Non “per” ma “con”, è il metodo del volontario, una pratica fraterna che il Papa ha "scoperto" quando arrivò nel nostro Paese». L'intervento integrale del fondatore di VITA Riccardo Bonacina sul numero del magazine di marzo dedicato ai primi dieci anni di papato di Bergoglio da quel marzo 2013 a oggi, giovedì santo
Ai ragazzi della Casa Circondariale Minorile di Casal del Marmo oggi il Papa, spiegando il gesto della lavanda dei piedi che avrebbe fatto di lì a poco, ha detto: “Immaginiamo come sono rimasti sbalorditi i discepoli quando hanno visto che Gesù incomincia a fare questo gesto di uno schiavo. Ma egli lo fa per far capire loro il messaggio del giorno dopo che sarebbe morto come uno schiavo, per pagare il debito di tutti noi. Se noi ascoltassimo queste cose di Gesù, la vita sarebbe così bella perché ci affretteremmo ad aiutarci l’un l’altro, invece di fregare uno all’altro, di approfittarsi l’uno dell’altro, come ci insegnano i furbi. È tanto bello aiutarsi l’un l’altro, dare la mano: sono gesti umani, universali, ma che nascono da un cuore nobile. E Gesù oggi con questa celebrazione vuole insegnarci questo: la nobiltà del cuore”. È solo l'ultimo degli inviti a costruire una società fraterna e solidale.
Si potrebbe davvero comporre una catechesi sul volontariato spulciando i discorsi, i messaggi e le encicliche di papa Francesco in questi dieci anni, la sua è stata un’attenzione crescente e tutta dentro i passi del magistero pontificio, è a Roma che Francesco scopre il volontariato e il suo valore che non consiste nel volontarismo.
Il Papa che pochi mesi dopo la sua elezione al soglio pontificio, nell’ottobre 2013, aveva avvertito che la Chiesa non è una Ong: «La Chiesa non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una Ong, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa la Chiesa porta Gesù». Ovvero, la sua ragione sociale non è umanitaria ma sacramentale.
Papa Francesco nel corso del suo magistero ha poi via via incontrato centinaia di volontari e centinaia di gruppi di volontariato, sui territori o nelle udienze e nei lunghi mesi della pandemia ha visto e ammirato la mobilitazione in aiuto dei più fragili quando nelle città dominava il deserto e il silenzio. Si può parlare di una vera e propria scoperta da parte del Papa del volontariato, una scoperta che lo ha portato a dire «Io ho trovato tre cose in Italia che non ho visto da altre parti. Una di queste tre cose è il forte volontariato del popolo italiano, la forte vocazione al volontariato. È un tesoro: custoditelo! È un tesoro culturale vostro, custoditelo bene!» (Discorso ai volontari della Protezione civile, maggio 2022). E ancor più recentemente «Il volontariato è una delle tre cose che ho trovato in Italia come una caratteristica vostra, non l’ho trovato così altrove. Le altre cose sono gli oratori parrocchiali, al nord soprattutto, e poi le associazioni di aiuto economico, bancario, perché la gente prenda lì il mutuo e vada avanti, un aiuto di tipo economico. Tre cose tipicamente italiane». (Discorso ai rappresentanti della Focsiv il 14 novembre 2022).
Un “tesoro culturale”, sottolinea il Papa, ovvero qualcosa di cui essere coscienti, da salvaguardare, da nutrire. A delineare contorni e contenuti di questo tesoro scoperto strada facendo da Francesco è stata poi l’intenzione di preghiera per il mese di dicembre 2022, diffusa attraverso un video alla Rete mondiale di preghiera del Papa, così intitolata: Per le organizzazioni di volontariato. Un testo breve quanto un’intenzione di preghiera ma in cui c’è molto, forse tutto il pensiero del Papa sul tema. Vediamolo punto per punto perché questi sono i cardini della catechesi del Papa sul volontariato svolta in questi anni.
1. Impegno per il bene comune. L’intenzione si apre con un invito perentorio: “Il mondo ha bisogno di volontari e di organizzazioni che vogliano impegnarsi per il bene comune. Sì, è la parola che oggi molti vogliono cancellare: “impegno”. E il mondo ha bisogno di volontari che si impegnino per il bene comune”. Il mondo ha bisogno di volontari ovvero di persone, uomini e donne, che non abbiamo paura dell’impegno, idea e parola che molti vorrebbero cancellare, e di un impegno, che sempre implica anche un minimo di sacrificio, non per la carriera, i soldi o il potere ma per la costruzione del bene comune, di una casa comune in cui tutti possano essere accolti con dignità.
2. Essere volontari è una scelta che rende liberi. “Essere volontari solidali è una scelta che ci rende liberi; ci rende aperti alle necessità dell’altro, alle richieste di giustizia, alla difesa dei poveri, alla cura del creato“. Essere volontari, sottolinea il Papa, non è un volontarismo ma una scelta ovvero un esercizio proprio della libertà, una scelta che apre all’altro, che apre al mondo impedendo di restare autocentrati su di sé in un circolo egoistico deprimente e sterile.
3 Vicinanza, essere con, non per. «Essere volontari significa essere artigiani di misericordia: con le mani, con gli occhi, con gli orecchi attenti, con la vicinanza. Essere volontari vuol dire lavorare con la gente che si serve. Non solo per la gente, ma con la gente». Essere volontari significa essere “con”, essere accanto all’altro, lavorare con lui, accompagnarlo e farsi accompagnare. Non “per” ma “con”, questo è il metodo del volontario, una pratica fraterna, quindi per Francesco, una pratica che evoca e incarna il “Nessuno si salva da solo” della Fratelli tutti.
4. Collaborare per moltiplicare la speranza. “Il lavoro delle organizzazioni di volontariato è molto più efficace quando collaborano tra loro e anche con gli Stati. Lavorando in coordinamento, per quanto limitate possano essere le loro risorse, danno il meglio di sé e trasformano in realtà il miracolo della moltiplicazione della speranza. Abbiamo tanto bisogno di moltiplicare la speranza!”. Il Papa sottolinea qui il compito del volontariato, essere moltiplicatore di speranza, disseminare la speranza dentro la società, per questo è importante che le organizzazioni collaborino per permettere l’effetto moltiplicatore.
Foto: pexels-ron-lach
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.