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Ciclone Freddy, un aiuto alle persone con disabilità
Quasi 500 morti e 500mila sfollati: così il Ciclone Freddy ha colpito il Malawi. Cbm Italia Onlus è presente nel Paese con due progetti, uno per prevenire la cecità evitabile e uno che punta sull'agricoltura sostenibile. La testimonianza di Arie Glas, direttore medico del Mulanje Mission Hospital
«Il ciclone Freddy è la tempesta più grande e più lunga della storia. Ha causato forti venti, molta pioggia per diversi giorni e vaste inondazioni: gran parte del distretto è sott’acqua e i danni sono ingenti, soprattutto nelle comunità intorno a Mulanje, dove oltre il 5% di tutte le case è crollato. Ci sono molti danni al bestiame ma anche alla coltura di mais, stimiamo che circa il 75% del raccolto nella nostra zona è stato danneggiato o addirittura perso». È questa la testimonianza di Arie Glas, direttore medico del Mulanje Mission Hospital. Cbm Italia Onlus collabora con questo ospedale per la prevenzione e la cura delle disabilità visive. In queste ore Cbm sta dando supporto per organizzare la distribuzione di aiuti, ripristinare le strutture idriche e igienico-sanitarie distrutte dal ciclone, proseguire il lavoro di fornitura dei servizi sanitari e di assistenza primaria dell’ospedale. «C’è urgente bisogno di fondi per fornire coperte, teli di plastica e cibo, per ripristinare le fonti d’acqua, mantenere in funzione i servizi sanitari e curare i feriti. Ogni anno, a causa del cambiamento climatico, queste tempeste diventano più pesanti e abbiamo bisogno di ricostruire ogni cosa al meglio per prepararci a questi eventi», prosegue il medico.
Mulanje è una delle aree più colpite dal Ciclone Freddy, che ha lasciato sul terreno in Malawi 476 morti accertati, più di mille feriti, centinaia di dispersi e circa 500mila sfollati. Il Paese è stato colpito insieme al Madagascar e al Mozambico, proprio mentre la stagione delle piogge volgeva al termine, con diversi fiumi e corpi d’acqua già ad alti livelli, che hanno provocato gravi inondazioni, andando a distruggere anche i prodotti dell’unico raccolto dell’anno. Tutto ciò in un momento storico che vede già il Malawi impegnato nella lotta alla grave epidemia di colera causata dalla tempesta tropicale Ana dello scorso anno.
Al centro dell’intervento di Cbm ci sono in particolare le persone con disabilità, esposte maggiormente ai rischi durante le emergenze e i cataclismi naturali: i bambini, le donne e gli uomini con disabilità infatti difficilmente riescono a mettersi al riparo poiché la maggior parte delle strutture di primo soccorso non sono accessibili. Questo significa che rischiano di essere esclusi dalla catena degli aiuti umanitari e dalle tradizionali risposte di emergenza: cibo, acqua potabile e servizi sanitari. Si registra dunque un tasso di mortalità delle persone con disabilità maggiore rispetto al resto della popolazione. «Avere una disabilità durante una catastrofe naturale significa rischiare maggiormente la vita. Le emergenze poi portano con sé un ulteriore e tremendo effetto: cresce il numero delle persone con disabilità. Al tempo stesso c’è la loro difficoltà e spesso impossibilità ad accedere alla catena degli aiuti umanitari» spiega infatti Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia, che ha visitato recentemente il Mulanje Mission Hospital. In Malawi Cbm Italia è presente con due progetti: uno per la prevenzione della cecità evitabile e uno per sostenere la resilienza delle comunità attraverso l’agricoltura sostenibile. Un progetto volto appunto a reagire ai cambiamenti climatici, stabilizzare la sicurezza alimentare e nutrizionale, generare mezzi di sussistenza sostenibili, proteggere e salvaguardare le risorse.
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