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Parla Carlo Costalli. Cofferati? Pensi di più agli atipici

Il presidente di Mcl, 250mila iscritti, lancia la sue proposte:Una carta di diritti per chi è fuori dai circuiti sindacali. E regime assicurativo per i disoccupati

di Giampaolo Cerri

Con le Acli, così come con Cisl, Cdo, Confcooperative, preferiamo discutere, e scontrarsi se del caso, sul presente e sui problemi concreti. È il lascito positivo dell?intese degli anni 90». Parola di Carlo Costalli, presidente Mcl. Il suo movimento festeggia a dicembre 30 anni di vita senza alcuna revanche: i momenti di contrapposizione dura alle Acli, da cui Mcl nasce dopo la scelta socialista di Livio Labor, sono archiviati. Costalli e i 250mila iscritti dell?organizzazione puntano al lavoro, cui dedicano in questi giorni un grande convegno a Roma, che si svolge nello sgomento per la morte di Marco Biagi, con cui il movimento dialogava da tempo.
Vita: Presidente, un convegno sul lavoro in momento caldo…
Carlo Costalli: Naturalmente il convegno era programmato da tempo. Ma non abbiamo difficoltà a entrare nel merito dei problemi. Anzi, notiamo che spesso il rischio è di ideologizzare troppo il dibattito, di sfuggire la realtà concreta dei bisogni.
Vita: Accade sull?articolo 18?
Costalli: Appunto. Mi sembra una problematica tutta politica. Credo che dovremmo approfondire i contenuti della proposta del governo e confrontarci su quelli, senza pregiudizi e schemi precostituiti. Anche se la decisione dell?esecutivo di ricorrere alla delega, dove questa tema è stato inserito completamente a freddo, non aiuta certo il dibattito.
Vita: Un governo di falchi e di colombe…
Costalli: Sì, noi privilegiamo quest?ultime e il Libro bianco, ad esempio, ci aveva colpito positivamente: un tentativo di innovare senza stravolgere. Gli altri, i duri, fanno di fatto il gioco di Cofferati, che sul lavoro rappresenta davvero la conservazione e mi sembra che si muova più spesso per ragioni politiche che sindacali.
Vita: Il segretario della Cgil fa una difesa di principio?
Costalli: Che va bene in generale, ma non sull?articolo 18, dove le cosa sono fluide e articolate. Porterà in piazza migliaia di lavoratori dipendenti, ma lascerà a casa milioni di altri lavoratori, quelli delle partite Iva, e milioni di altri, che il lavoro lo cercano o l?hanno perduto. Il punto è un altro.
Vita: E quale?
Costalli: Che ormai assistiamo al consolidarsi di un dualismo: da una parte i lavoratori a tempo indeterminato, riconosciuti e ipergarantiti. Dall?altra, un?area contrassegnata da una grande flessibilità e senza tutele, fatta di lavoro nero, collaborazioni .
Vita: Quindi?
Costalli: Non si può chiudere gli occhi davanti a una strategia europea: rendere più flessibile il mercato del lavoro attraverso incentivi al part time soprattutto per facilitare l?ingresso delle donne, la liberalizzazione dei servizi per l?impiego, l?introduzione dei contratti di partecipazione e riformando gli ammortizzatori.
Vita: Da dove si comincia?
Costalli: Da una carta dei diritti per i lavoratori atipici e che sono fuori dai circuiti sindacali. Il loro numero è in costante crescita, con buona pace di Cofferati, che prima o poi se ne renderà conto.
Vita: Lei parla di riformare gli ammortizzatori sociali?
Costalli: Se vogliamo sviluppare il mercato del lavoro con forme intelligenti di flessibilità dobbiamo mantenere alto il rispetto della persona e ridurre al minimo il disagio sociale.
Vita: Un esempio: i disoccupati.
Costalli: Pensiamo a un regime assicurativo che garantisca il lavoratore da questo rischio, al quale sovrapporre schemi mutualistici per settore, senza oneri per la finanza pubblica. In ogni caso il trattamento dovrebbe poter avvicinarsi alla durata della mobilità. E siamo favorevoli al salario minimo di inserimento.
Vita: E al Sud?
Costalli: L?avvenire di questo Paese passa da lì. Il governo, all?inizio, sembrava non averlo capito. Per fortuna qualcosa è cambiato. Si torna a parlare di un Patto per il Sud cui la Cisl è disponibile. Mentre la Cgil dice di no.

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