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Guerra e terremoto visti con gli occhi degli adolescenti siriani

"Out of the Rubble: i terremoti e la distruzione del conflitto attraverso gli occhi dei bambini siriani” è una mostra fotografica esposta al Parlamento europeo composta da una serie di scatti realizzati dagli adolescenti che vivono in Siria. Save the Children chiede ai donatori di aumentare i fondi che si concentrano sul supporto non solo dei 6,8 milioni di sfollati all'interno della Siria, ma anche degli oltre 5 milioni di rifugiati che vivono ancora nei Paesi vicini come il Libano, dove l'instabilità economica ha portato il 99% delle famiglie siriane a denunciare di non avere abbastanza soldi per comprare il cibo

di Anna Spena

Bana, 17 anni, immortala i graffiti sul lato di un edificio distrutto dal terremoto nel nord-ovest della Siria a febbraio e con la frase ‘non dimenticarti di noi’. «Il messaggio che voglio lanciare con questa foto è far sapere alle persone che siamo qui, siamo vivi e abbiamo il diritto, come ogni altra persona, di vivere la nostra vita normalmente», ha detto.

Wafaa, 19 anni, è tornato di recente a Raqqa dopo lo sfollamento, e ha raccontato: «L'impatto devastante del conflitto è stato evidente ovunque, con case e scuole demolite. Mi piace fotografare le persone e la vita che c’è in loro, perché questo mi dà la speranza che tutto andrà di nuovo per il meglio. Spero che la guerra in Siria finisca e e che avremo la possibilità di tornare alla nostra vita normale, alle nostre scuole e che ogni bambino che è stato privato dell'istruzione ritorni ad imparare».

12 anni di guerra avevano messo a dura prova la Siria e i suoi abitanti anche prima del sisma: quando Yara aveva 14 anni, lei e la sua famiglia sono fuggiti da Raqqa, nel nord-est della Siria, e la bambina ha dovuto abbandonare la scuola. Ora, a 19 anni, è tornata ed ha scattato una foto del disastro. «Dover vedere edifici distrutti cinque anni dopo, mi ricorda il giorno in cui è iniziato il bombardamento di Raqqa. Ricordo di essere salita sul tetto di casa nostra a guardare case ed edifici che venivano bombardati ed ero terrorizzata. Spero che la mia città si riprenda e ritorni a quella che era prima, quella da cui sono stata costretta a fuggire quando ero una bambina», ha detto la ragazza.

Gli scatti di Bana, Yara, Wafaa e di tanti adolescenti come loro sono esposti al Parlamento europeo e insieme compongono la mostra “Out of the Rubble: i terremoti e la distruzione del conflitto attraverso gli occhi dei bambini siriani”. Durante la VII Conferenza “Sostenere il futuro della Siria e della regione” in questi giorni a Bruxelles, i giovani siriani hanno presentano le loro foto ai leader mondiali e ai principali donatori, istantanee della loro vita dopo 12 anni di guerra e dopo il devastante terremoto che ha colpito Siria e Turchia. Supportata da Save the Children, la mostra fotografica è per sottolineare come stanno vivendo la devastazione nel Paese, con l'obiettivo di aumentare i finanziamenti nata per sottolineare come stanno vivendo la devastazione nel Paese, con l'obiettivo di aumentare i finanziamenti.

l terremoto e le successive scosse di assestamento hanno ucciso circa 6.000 persone e ne hanno ferite altre 12.000 in tutta la Siria. Degli 8,8 milioni di siriani colpiti, 3,7 milioni erano bambini e donne incinte. Il mese scorso Save the Children ha stimato che l'impatto economico del terremoto rischia di far morire di fame altri 665.000 siriani, con la minaccia concreta di malnutrizione e arresto della crescita per i bambini.

Save the Children chiede ai donatori di aumentare i fondi che si concentrano sul supporto non solo dei 6,8 milioni di sfollati all'interno della Siria, ma anche degli oltre 5 milioni di rifugiati che vivono ancora nei paesi vicini come il Libano, dove l'instabilità economica l'anno scorso, ha portato il 99% delle famiglie siriane a denunciare di non avere abbastanza soldi per comprare il cibo. Il Libano rimane il paese che ospita il maggior numero di rifugiati pro-capite al mondo e sta attualmente vivendo una crisi a più livelli e in rapido peggioramento, che sta portando a bisogni acuti e sempre più visibili tra i bambini di tutti i gruppi della popolazione. «Le 14 foto di questa mostra, scattate da tutta la Siria, sono il tentativo di questi bambini di farsi sentire e di comunicare direttamente ai leader mondiali quanto sia disperata la loro situazione. È semplicemente impossibile osservare queste immagini, leggere le parole di questi bambini e non essere spinti ad agire», dice Rasha Muhrez, direttore della risposta all’emergenza in Siria di Savethe Children.

«I giovani siriani hanno convissuto con la guerra per 12 anni, milioni di bambini non conoscono nient’altro. È incredibile quanto siano resilienti e quanto siano andati oltre, ma temo che stiano iniziando a perdere la speranza. Non possiamo continuare ad aspettarci che i bambini e le loro famiglie siano resilienti mentre la situazione continua a peggiorare e senza che abbiano gli strumenti per sostenersi. Nei prossimi giorni, leader e donatori devono ascoltare gli appelli di questi bambini e di questi giovani. Sfortunatamente, anno dopo anno, i paesi ricchi li hanno ripetutamente delusi. Ma con il terremoto, che rimette al centro dell’attenzione la terribile situazione che i bambini siriani stanno sopportando da troppo tempo, speriamo che i donatori siano spinti ad agire – e non solo per ricucire le ferite della guerra, ma anche per investire adeguatamente in servizi e programmi per la ricostruzione del paese e della vita dei bambini», ha concluso Rasha Muhrez.


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