Economia

Lavori domestici, le donne guadagnano più degli uomini

I dati Inps elaborati dal Rapporto annuale di Domina, l’associazione nazionale datori di lavoro domestico, mostra una situazione in netta controtendenza rispetto agli altri settori economici. L'85% dei contratti è appannaggio delle donne, nella maggior parte straniere, le quali svolgono prevalentemente lavori di assistenza a persone non autosufficienti. La spesa annua in Italia è di 8,06 miliardi di euro

di Redazione

Una volta tanto, le donne guadagnano più degli uomini. Per quanto possa apparire strano, è quanto si rileva nel settore del lavoro domestico, storicamente caratterizzato da una forte presenza femminile. I tempi cambiano e il quarto Rapporto annuale di Domina, l’associazione nazionale datori di lavoro domestico, mostra una situazione in controtendenza rispetto agli altri settori economici: nel lavoro domestico, infatti, gli uomini percepiscono salari inferiori alle donne. Oltre ad una prevalenza numerica, le donne svolgono mediamente lavori con maggiore responsabilità e un maggior numero di ore settimanali. Di conseguenza, la spesa delle famiglie per il lavoro domestico è destinata per l’86% alle lavoratrici donne.

I dati Inps aggiornati al 2021 evidenziano come più dei quattro quinti dei lavoratori domestici in Italia sia di genere femminile. In particolare, le donne straniere rappresentano il 58% del totale (oltre 553mila) mentre le donne italiane sono 263mila (27%). Gli uomini sono invece il 15%, con quasi 120mila stranieri (12% del totale) e 25mila italiani (3%). Tuttavia, negli ultimi otto anni sono stati gli uomini italiani il gruppo che ha registrato l’incremento maggiore (+72%). Anche le donne italiane hanno registrato un aumento significativo nello stesso periodo (+39,3%), mentre sono diminuite sia le donne straniere (-10,2%) che gli uomini stranieri (-18,4%).


Dai dati Inps è possibile analizzare anche la retribuzione per ciascun gruppo (per genere e nazionalità). Oltre alla retribuzione netta, l’associazione Domina ha calcolato la spesa delle famiglie include i contributi previdenziali e il Tfr, per una spesa annua complessiva di 8,06 miliardi di euro. Ne risulta che le donne straniere (che rappresentano il 57,5% dei lavoratori), percepiscono il 65,4% della spesa annua, per un importo complessivo di 5,27 miliardi di euro. Questo dipende naturalmente dalla tipologia di mansioni svolte e dalle ore lavorate, in quanto le straniere generalmente sono impiegate nei lavori di assistenza con più ore e più responsabilità.

È possibile quindi calcolare la retribuzione media annua per ciascun gruppo. Mediamente, ciascun lavoratore domestico assunto regolarmente ha percepito 6.688 euro nel 2021. L’importo pro capite più elevato spetta alle donne straniere (7.594 euro), evidentemente impiegate per più ore e in mansioni di livello superiore. La retribuzione media più bassa è invece quella delle donne italiane (5.040 euro). Complessivamente, l’associazione Domina valuta che la retribuzione media per le donne è di 6.770 euro annui, con un +9% rispetto a quella degli uomini (6.227 euro). La disparità di retribuzione annua risulta evidente dalla distribuzione per classe di retribuzione. Tra le donne straniere, quasi un terzo percepisce più di 10mila euro annui (32,5%). Considerando anche la classe con almeno seimila euro, si ottiene più del 60% del totale. Di conseguenza, meno del 40% delle donne straniere percepisce meno di seimila euro annui. Tra le donne italiane la situazione è capovolta: il 64% percepisce meno di seimila euro, mentre solo il 13,2% riceve oltre 10mila euro annui. Più omogenea la situazione tra gli uomini, con la classe con almeno 10 mila euro che va dal 18,0% degli stranieri al 22,1% degli italiani. Anche in questo caso, comunque, gli stranieri svolgono mansioni con retribuzioni più elevate.

«Storicamente, il lavoro domestico ha da sempre contribuito all’emancipazione femminile. In primo luogo, perché rappresenta un’opportunità lavorativa per molte donne, anche senza titoli di studio elevati. Ma anche perché, fornendo alle famiglie un aiuto nelle mansioni di cura e assistenza, libera le donne da compiti generalmente in capo a loro», commenta Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina. «Le donne, in particolare quelle straniere, svolgono prevalentemente lavori di assistenza a persone non autosufficienti, in molti casi in convivenza con il beneficiario. Questo determina più ore di lavoro in mansioni più delicate, con un evidente impatto sulle retribuzioni annue».

Credits: foto Kenny Eliason su Unsplash

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