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Vorrei la pelle nera

Il 13 giugno si celebra la Giornata internazionale dell'albinismo, una malattia rara che si manifesta con l'assenza di melanina. Nell’Africa sub-sahariana un neonato ogni 1.400 è albino, mentre nel resto del mondo le stime di prevalenza variano da 1 su 5mila a 1 su 15mila. Tra le conseguenze, il deficit visivo e lo stigma. Faith, ugandese, ha avuto due figli albini: il villaggio l'ha isolata. L'intervento di Cbm per gli aspetti relativi alla salute e all'aiuto economico

di Sara De Carli

Commuove il video in cui Faith racconta di come la comunità le abbia voltato le spalle, quando sono nati i suoi due figli. Di come gli altri bambini del villaggio, con i suoi non giochino. La sola “colpa” di Aisha e Akram, che oggi hanno 4 e 2 anni, è di avere la pelle bianca. Sono due bambini albini, nati da genitori dalla pelle scura. Faith è stata abbandonata dal marito, la comunità ha isolato mamma e bambini vedendo in quella pelle bianca una maledizione. Faith ha una bancarella di frutta e la gente non si avvicina per comprare se accanto a lei ci sono i suoi bambini. Cbm ha dotato Aisha e Akram di occhiali speciali con lenti scure per poter vedere meglio, oltre che di cuffie e creme solari per proteggere la loro pelle sensibile: così Aisha, che ha raggiunto l’età della scuola, potrà frequentare le lezioni e imparare a leggere e scrivere come tutti gli altri bambini.



Nell’Africa sub-sahariana un neonato ogni 1.400 è albino, mentre nel resto del mondo le stime della prevalenza variano da 1 su 5mila a 1 su 15mila. Il 13 giugno è la loro Giornata Internazionale. L’albinismo è una condizione genetica rara, non contagiosa, che si manifesta con l’assenza o la riduzione del pigmento della melanina, che protegge dal sole e dona il colore agli occhi, alla pelle e ai capelli. Tale malattia comporta molteplici conseguenze: estrema sensibilità al sole, rischio elevato di cancro della pelle, problemi legati alla vista. A questo si aggiunge lo stigma che affligge le persone con albinismo. «Le persone con albinismo sono spesso escluse e isolate dalle loro comunità, diventando invisibili e vivendo la loro disabilità come una colpa e uno stigma. Noi di Cbm siamo presenti con azioni concrete per la cura della vista e il miglioramento del benessere socioeconomico delle persone albine, ma anche per creare in loro la consapevolezza dei propri diritti», commenta Massimo Maggio, direttore di CBM Italia.

In stretto contatto con l’associazione Albinism Umbrella Uganda, infatti, Cbm Italia ha avviato in Uganda un progetto che integra cure oculistiche, sostegno economico e attività di advocacy dedicate a migliorare la vita di 1.250 persone nei distretti di Kyegegwa e Kamwenge, di cui il 20% sono persone albine. Il progetto garantisce assistenza sanitaria oculistica attraverso ambulatori sul territorio, che permettono di migliorare la salute della vista, ma accanto a ciò viene garantito il supporto socioeconomico attraverso la formazione professionale ai giovani per aumentare il proprio reddito e imparare a gestirlo, grazie al coinvolgimento di 25 Associazioni di Risparmio e Prestito di Villaggio in ogni distretto: tra i loro membri ci sono anche persone con albinismo, persone con disabilità e caregiver.

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