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Anoressia e bulimia: sono 126 le strutture dove curarsi. Qui gli indirizzi

L'Istituto superiore di sanità ha aggiornato la piattaforma online dei centri dedicati alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: sono 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui 112 pubbliche e 14 appartenenti al settore del privato accreditato. Il maggior numero dei centri (63) si trova nelle regioni del Nord (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia), al centro ve ne sono 23 (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), mentre 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia)

di Sabina Pignataro

È stata aggiornata la piattaforma online dei centri dedicati alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: l’ultimo censimento ha contato, al 28 febbraio 2023, 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui 112 pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14 appartenenti al settore del privato accreditato. La mappatura territoriale, pubblicata in vista della giornata del Fiocchetto Lilla, coordinata dal Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, è realizzata con il supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute-CCM.

La piattaforma, consultabile qui, offre informazioni sui servizi ricche di dettagli a partire dalla distribuzione geografica: il maggior numero dei centri (63) si trova nelle regioni del Nord (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia), al centro ve ne sono 23 (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), mentre 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). La modalità di accesso è diretta nel 77% dei casi, ossia è il paziente stesso che si reca nella struttura. I centri prevedono l’accesso mediante pagamento del ticket sanitario (68%), in modalità gratuita (33%), in regime di intramoenia (11%).

Sono 1491 i professionisti che vi lavorano, nella quasi totalità formati e aggiornati: soprattutto psicologi (25%), psichiatri e neuropsichiatri infantili (18%), infermieri (15%), dietisti (12%), educatori professionali (8%), medici specialisti in nutrizione clinica (7%), internisti o pediatri (5%) e altri specialisti (tra tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, fisioterapisti e operatori della riabilitazione motoria).

Una volta fatta la diagnosi, l’offerta integra diverse tipologie di intervento: psicoterapeutico (99%), di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale (99%), nutrizionale (98%), farmacoterapico (98%), psicoeducativo (97%), di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale (66%). Gli interventi psicoterapeutici comprendono approcci individuali (98%), familiari (77%) e di gruppo (68%), spesso co-presenti. Tra gli interventi nutrizionali vi è il counseling dietologico (92%), la prescrizione di integratori alimentari (90%), la riabilitazione nutrizionale (85%), la nutrizione artificiale (71%), i pasti assistiti (67%), la supplementazione orale (65%).

Immagine in apertura: un frame del film To the Bone, Fino all’osso.
Ellen, adolescente anoressica ricoverata per la quarta volta in un centro di cura, ricomincerà insieme ad altri pazienti il suo percorso di accettazione e inizierà a scalare la montagna del suo disturbo

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