Non profit

Shopping ossimori e troppe ipocrisie

Cosa resta dei fasti fiorentini di cui hanno voluto circondarsi D'Alema, Prodi, Clinton, Schröder, Jospin, Blair, Cardoso, Guterres?

di Riccardo Bonacina

Cosa resta all?indomani del mega festival della sinistra di governo che si è tenuto a Firenze lo scorso week end? Cosa resta dei fasti fiorentini di cui hanno voluto circondarsi D?Alema, Prodi, Clinton, Schröder, Jospin, Blair, Cardoso, Guterres? Cosa resta passata l?eccitazione mondana che ha caratterizzato la tre giorni, l?esibizionismo da parvenu del potere, le strane conferenze stampe indette con la precisazione ?non sono previste domande né risposte?? A scorrere le cronache dei quotidiani c?è da restare basiti, ma, chiariamolo subito, non per colpa dei giornalisti. Di fronte alla pochezza del dibattito e alla banalità delle idee, le vere star del meeting sul ?Riformismo nel XXI secolo? sono stati lo chef Gianfranco Vissani che s?è preso l?unico vero applauso della due giorni per la sua Julienne di salmone, Gianfranco Ferré con le sue scatole regalo laccate in nero che hanno strappato gli ?oh!? delle varie lady, Salvatore Ferragamo che ha mandato in un brodo di giuggiole i leader con le sue cravatte, e poi Benigni che è saltato in braccio a tutti, Andrea Bocelli che ha toccato le corde del cuore. A proposito di sentimenti e d?amore i titoli più grandi li ha guadagnati Cherie Blair con l?annuncio a Firenze di una maternità tardiva e felice. La moglie di D?Alema, Linda Giuva, a sua volta ha provato a guadagnarsi qualche breve in cronaca annunciando che Lu, il labrador di casa, è incinta e potrebbero nascere da due a dodici cuccioli, ma, ovviamente, il felice evento ha destato meno scalpore. Qualche titolo se è guadagnato anche Madeleine Albright per aver speso parecchio allo shopping di oggetti d?arte e gioielli firmati all?allestito appositamente per le lady all?interno dell?Hotel Excelsior. Fin qui le cronache, ma nella sostanza politica, vi chiederete, è successo qualcosa? In sintesi a noi pare siano successe queste poche rilevanti cose: a) a Firenze s?è capito che non esiste una Terza via, come ha sancito Jospin ?valori comuni ma strade diverse?; b) Clinton, in cerca di un futuro politico, ha proposto energicamente il modello liberista americano (richiamando pubblicamente anche chi come Prodi ha provato a fare qualche distinguo) e s?è candidato a guidare i Democratici di tutto il mondo; c) D?Alema, forse per meritarsi l?omaggiante ?Massimo sei grande? offertogli da Clinton, se n?è uscito davanti agli altri grandi chiedendo un anticipo della riforma delle pensioni che ha subito scatenato un vespaio interno. Giustamente Andrea Bonanni sul ?Corriere della sera? ha definito il meeting fiorentino come un ?Festival dell?ossimoro? descrivendo i leader delle socialdemocrazia come pazienti psichiatrici impegnati vanamente a conciliare gli opposti: Stato e mercato; governabilità e globalizzazione; solidarietà e competizione; giustizia sociale e liberismo; concorrenza e occupazione; uguaglianza e meritocrazia. Più radicalmente settemila persone hanno manifestato pacificamente a Firenze per ricordare come il Festival dell?ossimoro può facilmente trasformarsi nel Festival dell?ipocrisia. Riferendosi alle responsabilità dei sette leader per quanto è accaduto nei Balcani e ancora sta accadendo hanno esposto uno striscione che, citando Tacito, recitava: «Hanno fatto un deserto e l?hanno chiamato pace».


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