Comitato editoriale

Gli scout: «La tragedia di Cutro ci lasci attoniti, ma non immobili»

In un messaggio - firmato dai presidenti del comitato nazionale, Roberta Vincini, Francesco Scoppola e dall’assistente ecclesiastico generale p. Roberto Del Riccio sj insieme a Daniela Ferrara e Fabrizio Marano, Capo Guida e Capo Scout d’Italia - l’invito a sostenere concretamente i progetti di protezione e accoglienza

di Redazione

Di seguito la nota dell'Agesci sulla tragedia di Cutro, una riflessione e allo stesso tempo un richiamo a tutta l'associazione. A firmarla Daniela Ferrara e Fabrizio Marano, Capo Guida e Capo Scout d'Italia con Roberta Vincini, Francesco Scoppola e p. Roberto Del Riccio sj, rispettivamente presidenti del Comitato nazionale e Assistente ecclesiastico generale

"Circa cinquemila persone il 5 marzo scorso erano in processione sulla spiaggia del terribile naufragio di Cutro, dietro una croce realizzata con i legni recuperati dal barcone.
Come guide e scout dell'Agesci sentiamo la necessità di fermarci, siamo attoniti, vogliamo camminare dietro quella Croce, seguendo l’insegnamento di Gesù, che si manifesta nel volto dell’altro e che ci dice: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me, accoglie chi mi ha mandato” (Mt 10, 40)".

E prosegue: "Che la tragedia di Cutro ci lasci attoniti, ma non immobili, addolorati ma mai rassegnati.
L’Agesci invita tutte le Comunità capi e i suoi gruppi a dedicare un momento di preghiera e riflessione su questa tragedia, ma anche a farsi promotori attivi de La scelta di accogliere, contribuendo concretamente all’affermazione del diritto di ogni persona a desiderare e costruire il proprio futuro, realizzando azioni di “rimozione degli ostacoli” che determinano disuguaglianze e ingiustizia.
Essere fedeli alla nostra Promessa che liberamente abbiamo pronunciato e rinnovato ci impegna “con l’aiuto di Dio” ad “aiutare gli altri in ogni circostanza”, ad andare incontro all’altro affinché ognuno si possa sentire pensato ed amato: vogliamo ascoltare ed accogliere la strada e la storia che le persone attraversano.
Essere operatori di giustizia e pace significa nei nostri contesti di vita quotidiana come nei contesti più ampi, operare scelte di riequilibrio fra chi ha troppo e chi nulla, sostenere concretamente i progetti di protezione e accoglienza di chi anche oggi rischia di perdere la vita nella ricerca della propria sicurezza.
Come ricordato da S.E. Il Card. Matteo Zuppi auspichiamo «una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza»".

La nota si chiude con un'invocazione a "Maria, madre di Gesù, donna dell’accoglienza, ci accompagni in questo cammino di responsabilità che ogni guida e scout dell’Agesci si impegna a percorrere".

Foto in apertura di don Francesco Gentile, Assistente ecclesiastico del Gruppo Isola Capo Rizzuto 1

Nell'immagine la Via Crucis a Steccato di Cutro (KR) del 5 marzo scorso. La croce è stata realizzata con i legni recuperati dal barcone naufragato

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