Mondo

Con Sos Villaggi dei Bambini accoglienza e supporto psicologico

L’organizzazione internazionale dall’inizio del conflitto non solo ha mantenuto i programmi di sostegno familiare e supporto alle famiglie affidatarie all’interno del Paese, ma ha dato il via a una serie di programmi di emergenza nei Paesi confinanti e in Italia. Dall’inizio dell’anno in Trentino, a Trieste, Palermo e Milano avviate nuove iniziative di supporto psicologico per donne e minori

di Antonietta Nembri

In Italia e nel resto d’Europa il network di Sos Children’s Villages – cui appartiene anche Sos Villaggi dei Bambini – è stato tra le realtà in prima fila nell’intervento a sostegno della popolazione ucraina. Sia mantenendo i programmi in essere all’interno del Paese invaso sia implementando i servizi di salute mentale e supporto psicosociale rivolti a bambini e adulti sostenendo anche la formazione specializzata a psicologi e pedagoghi sociali. Sos Villaggi dei Bambini in Italia ha risposto all’emergenza provocata dalla guerra in Ucraina sin dai primi mesi con un primo progetto avviato a giugno dello scorso anno per sostenere le famiglie dei rifugiati e in particolare per quelle monoparentali e i minori non accompagnati che hanno trovato rifugio in particolare a Trieste, Trento, Milano e Palermo.

A un anno dall’inizio del conflitto abbiamo chiesto a Orso Muneghina, responsabile risposta all’emergenza e Programmi internazionali di Sos Villaggi dei Bambini e a Sara Bonfanti, referente risposta all’emergenza Ucraina di raccontarci come si sta muovendo l’organizzazione in Europa e in Italia e quali sono i programmi in campo in questo periodo.

A livello europeo come state continuando a rispondere alle esigenze dei profughi? Si può approfondire il progetto avviato a settembre scorso con le associazioni nazionali?

Orso Muneghina: Sos Villaggi dei Bambini nei Paesi ospitanti ha lavorato per fornire accoglienza e molteplici servizi alle persone arrivate dall'Ucraina. In totale sono 11.291 i beneficiari supportati in 12 Paesi europei. Il progetto, che ha preso avvio a settembre 2022 e che ha una durata di 24 mesi, mira a offrire formazione, assistenza tecnica e supporto operativo a sei associazioni nazionali di Sos Villaggi dei Bambini impegnate nella risposta al conflitto in Ucraina (Ucraina, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Lettonia) al fine di assicurare che gli interventi di salute mentale e di supporto psicosociale messe in campo siano strutturate secondo le linee guida internazionali e rispondano ai bisogni della popolazione.
All’inizio di dicembre abbiamo organizzato la prima formazione in presenza in Romania a cui hanno partecipato 16 colleghi provenienti da tutte e sei le associazioni coinvolte. Nel corso del mese di febbraio, sulla base dei dati raccolti con un’attenta mappatura dei bisogni, abbiamo steso un piano formativo a breve e lungo termine, che partirà a marzo, in presenza o da remoto a seconda delle necessità espresse dallo staff. Nei prossimi mesi lavoreremo inoltre alla creazione di linea guida e documenti di sintesi dei corsi di formazione offerti, perché possano essere fruibili anche da colleghi non coinvolti in questo progetto.
In parallelo stiamo lavorando anche per misurare e supportare il benessere del personale di SOS Villaggi dei Bambini di queste associazioni coinvolte nella risposta alla crisi Ucraina.

Sos Villaggi dei Bambini Ucraina lavora ancora all'interno del Paese?

O.M.: Nel 2022 Sos Villaggi dei Bambini Ucraina ha supportato oltre 125mila persone, di cui circa 74mila bambini, e nel 2023 punta a raggiungere 170mila persone. L’organizzazione ha risposto alla crisi umanitaria ampliando le sue attività e il suo raggio d'azione, operando in metà delle regioni ucraine. Nelle regioni in cui non ha una presenza sufficiente Sos Villaggi dei Bambini in Ucraina opera attraverso l’appoggio operativo di partner che hanno consentito di raggiungere più di 50mila persone. Il personale esperto in salute mentale e supporto psicosociale (Mhpss) vanta, purtroppo, già una vasta esperienza frutto del lavoro svolto con bambini e adulti colpiti dalla guerra dal 2014.
Gli operatori utilizzano vari tipi di approcci e programmi, tra questi il programma "Bambini e guerra. Tecniche di guarigione", approvato dal ministero dell'Istruzione dell'Ucraina, che fornisce alle persone le competenze e le tecniche per aiutarle a far fronte agli effetti psicologici degli eventi legati alla guerra.



Come è stata impostata la risposta all'emergenza Ucraina all'interno dei Villaggi Sos in Italia? Quanto conta la formazione del personale? Come state procedendo?

Sara Bonfanti: Sos Villaggi dei Bambini Italia ha risposto all'emergenza ucraina con due progetti. Il primo, che è stato avviato a giugno 2022 e ha una durata di 18 mesi, mira a sostenere le famiglie di rifugiati con bambini, e in particolare quelle monoparentali e i minorenni non accompagnati che hanno trovato rifugio a Trieste, Trento, Milano e Palermo. Le componenti chiave del progetto riguardano, tra le altre, l’accoglienza residenziale e il sostegno alla salute mentale, attività di supporto all’istruzione formale e informale, supporto alle donne vulnerabili, in particolare alle madri single con figli, e formazione di professionisti e operatori che interagiscono con i rifugiati ucraini.
In particolare, i Villaggi Sos di Trento, Vicenza e Ostuni (Br) hanno accolto, a partire dal mese di marzo 2022, un totale di 14 persone, 9 minorenni, 5 adulti, a cui hanno assicurato accoglienza, supporto specialistico e inserimento scolastico. Inoltre, nei mesi di giugno e agosto sono state ospitate 300 persone (184 minorenni e 116 adulti) nell’Sos Summer Camp di Caldonazzo (Tn) per un periodo di vacanza in un contesto ospitale e accogliente.
Il secondo progetto, avviato a settembre 2022 con una durata di 24 mesi, mira a offrire formazione, assistenza tecnica e supporto operativo a sei Organizzazioni nazionali di Sos Villaggi dei Bambini impegnate nella risposta al conflitto (Ucraina, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Lettonia) al fine di assicurare che gli interventi di salute mentale e di supporto psicosociale messi in campo siano strutturati seguendo le linee guida a livello internazionale.

A gennaio di quest’anno è partito un nuovo progetto che vede Sos Villaggi dei Bambini collaborare con tre organizzazioni a Trento, Palermo e Trieste. Qual è il vostro ruolo e quale expertise porterete?

S. B. : A fine dicembre 2022 è stata formalizzata una collaborazione con Rasom, l’associazione degli Ucraini in Trentino che attualmente ospita più di 2mila rifugiati. Sos Villaggi dei Bambini sosterrà finanziariamente e con expertise tecnica l’associazione, che implementerà una vasta gamma di attività volte a migliorare l’integrazione socio-economica e il benessere psicosociale di donne e bambini ucraini. In particolare, a partire da metà gennaio, Rasom ha iniziato a implementare il progetto sviluppato in partnership con Sos Villaggi dei Bambini offrendo attività di case-management ai nuclei familiari più vulnerabili e consulenze para-legali per il rinnovo di permessi di soggiorno e altri documenti essenziali per accedere a servizi e benefici pubblici. Sono stati anche avviati un corso introduttivo al mondo del lavoro e un corso di italiano base per adulti. I bambini hanno potuto frequentare la scuola ucraina del sabato. Questi servizi sono forniti da operatori e volontari madrelingua a cui Sos Villaggi dei Bambini ha offerto e continuerà a offrire formazione sui temi della tutela dei minorenni (child safeguarding) e dei principi guida dell’intervento di supporto alla salute mentale e al benessere psicosociale.
Da fine gennaio, a Trieste forniamo supporto psicologico alle donne ucraine che si sono rivolte allo sportello di ascolto attivato da International Rescue Committee. Lo scopo delle attività è supportare i bambini ucraini e i nuclei familiari; aumentare il benessere e l’adattamento dei rifugiati ucraini. A Palermo stiamo formalizzando una partnership con il Centro Penc, specializzato nel fornire sostegno a donne migranti e a Minori Stranieri Non Accompagnati, aiutandoli a espandere e rafforzare le attività di case-management e di empowerment femminile già avviate nei mesi scorsi. A Milano, infine, formeremo, insieme allo stesso Centro, tirocinanti psicoterapeuti che prenderanno in carico donne rifugiate ucraine.

Quanto incide la salute mentale e di conseguenza la necessità di supporto nell'accoglienza dei profughi?

Orso Muneghina: La risposta non è semplicissima, dipende da tanti fattori, non ultimo il tipo di assistenza e di protezione che vengono offerte e garantite nei Paesi che vivono il conflitto e in quelli che accolgono i rifugiati. Per esempio, il riconoscimento di un certo status oppure la possibilità di lavorare, sono aspetti che hanno un'incidenza molto profonda rispetto al modo in cui viene vissuta ed elaborata questa esperienza dal punto di vista della salute mentale. Quello che ci possiamo aspettare è che i livelli di stress, di dolore e il senso di perdita aumentino in maniera significativa e siano spesso correlati. Uno dei disagi maggiori è la rottura della routine. Soprattutto per i bambini la routine è fortemente protettiva: la possibilità di andare a scuola, di giocare, di sapere cosa li aspetta durante la giornata. Sono elementi importanti anche per gli adulti, ma fondamentali per i bambini e i ragazzi. E in un contesto di dislocazione forzata questa routine viene completamente distrutta, sconvolta. È fondamentale che venga garantito loro un ambiente sicuro e di supporto. Il sostegno materiale, oltre a quello psicologico, è fondamentale. Il tipo di attività che proponiamo si riferisce all'ambito familiare e sociale, quindi anche scolastico. Molti genitori che sosteniamo hanno livelli di stress che non sono legati solo alla violenza dalla quale sono fuggiti, ma anche alle sfide quotidiane relative alle difficoltà di sostentamento. L'aumento dello stress e dell'angoscia nei genitori può portare a un aumento della genitorialità negativa e quindi è molto importante cercare di offrire interventi che vadano a rafforzare le opportunità per queste famiglie di vivere nel modo più sereno possibile.


Nelle immagini attività con i profughi ucraini di Sos Villaggi dei Bambini – Foto da Ufficio Stampa

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